Con l’accordo nel Trilogo tra Parlamento europeo e Consiglio con la mediazione della Commissione.
Il compromesso: saranno i paesi membri a stabilire il percorso perché tutti gli edifici diventino a emissioni zero entro il 2050.
Partita nel dicembre 2021, la revisione della direttiva europea sulla prestazione energetica nell’edilizia (2010/31/EU), detta EPBD o più comunemente case green, ha impiegato due anni a trovare la sua forma quasi definitiva. Il 7 dicembre 2023 i tre organismi europei, Parlamento e Consiglio con la mediazione della Commissione, nello stadio di ultima istanza che è il trilogo, hanno approvato una bozza di accordo. Se ciò non fosse avvenuto, si sarebbe dovuto cominciare daccapo, oppure lasciar perdere.
Ma sembra che la cosa vada a buon fine. Manca solo l’adozione del Parlamento europeo e del Consiglio. Da parte sua il Parlamento, in sede di Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia il 15 gennaio ha dato il via libera e il testo andrà nella riunione plenaria di fine febbraio.
L’obiettivo
La revisione mira principalmente a far sì che tutti gli edifici nuovi siano a emissioni zero entro il 2030 e che gli edifici esistenti diventino a emissioni zero entro il 2050. Questo obiettivo è parte del del pacchetto “Pronti per il 55%”, ed è importante dato che nell’Unione gli edifici sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra legate all’energia.
Il compromesso
Come si raggiunge tale obiettivo? Parlamento e Consiglio si sono accordati su un percorso più morbido di quello proposto inizialmente dalla Commissione, basato sulla classe energetica degli edifici, e la Commissione si è detta d’accordo. Tale percorso fa riferimento al consumo medio di energia, e saranno i paesi membri a stabilire tale percorso, sapendo che per gli edifici residenziali bisognerà garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 16% entro il 2030 e almeno dal 20 al 22% entro il 2035. Il 55% della riduzione energetica dovrà essere conseguito mediante la ristrutturazione degli edifici con le prestazioni peggiori.
Sul metodo basato sulla classe energetica erano sorte difficoltà da varie parti, sia per l’impossibilità concreta di realizzazione entro i limiti temporali, sia per il danno economico alle famiglie, che avrebbero visto o svalutare le proprietà energeticamente poco efficienti o dover sostenere elevati costi di ristrutturazione. Sarebbe stato peraltro impossibile trovare manodopera specializzata in un tempo così ristretto.
Impianti solari
Se tecnicamente ed economicamente adatti, gli Stati membri dovrebbero schierare progressivamente impianti solari in edifici pubblici e non residenziali, a seconda delle loro dimensioni, e in tutti i nuovi edifici residenziali entro il 2030.
Eliminare le caldaie a combustibili fossili
Gli Stati membri adotteranno misure per decarbonizzare i sistemi di riscaldamento e eliminare gradualmente i combustibili fossili nel riscaldamento e nel raffrescamento al fine di eliminare completamente le caldaie a combustibili fossili entro il 2040. Gli Stati membri dovranno anche smettere di sovvenzionare le caldaie a combustibili fossili a partire dal 2025. Gli incentivi finanziari saranno ancora possibili per i sistemi di riscaldamento ibridi, come quelli che combinano una caldaia con un impianto solare termico o una pompa di calore.
Esenzioni
Sono esentati dall’obbligo di efficientamento gli immobili vincolati (sia per un vincolo specifico che per un vincolo di area), gli edifici religiosi, gli edifici temporanei, i siti industriali, gli immobili destinati all’agricoltura, le seconde case utilizzate per meno di quattro mesi all’anno, gli edifici autonomi con superficie inferiore ai 50 metri quadri, gli edifici delle forze armate e con scopi di difesa.
Misure di accompagnamento
Le ristrutturazioni dovranno essere accompagnate da misure di finanziamento, destinate prevalentemente agli edifici peggiori, dove abitano persone più povere. Ci dovranno essere anche misure di salvaguardia per gli inquilini contro gli aumenti degli affitti o gli sfratti, possibili in seguito alle ristrutturazioni.
Infine i proprietari dovranno essere assistiti con sportelli indipendenti.
16 gennaio 2024
Per saperne di più
Il comunicato del Consiglio (7 dicembre 2023)
Il Comunicato del Parlamento (7 dicembre 2023)
Il comunicato della Commissione
Il pacchetto “Pronti per il 55%”
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