Pace: più la distribuisci, più aumenta

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CARTOLINA / 21 maggio 2024  

Il tedesco Max Josef Metzger, “prete e martire” (com’è chiamato da un biografo protestante), fu ucciso dai nazisti nel 1944 perché predicava la pace. Affermava: «Noi dobbiamo organizzare la pace, così come altri organizzano la guerra». In una lettera scritta dal carcere al Papa nel 1944 asserì: «Se l’intera cristianità avesse fatto una potente, unica protesta, non si sarebbe evitato il disastro?».
Ecco, sentiamo questa domanda così vera anche per noi.

La proposta e la citazione sono del cardinale Matteo Zuppi. L’arcivescovo di Bologna la sera di lunedì 20 maggio le ha proposte ai confratelli vescovi nel corso della veglia di preghiera per la pace nella basilica di San Pietro all’inizio della 79ª Assemblea generale della CEI, che si tiene in Vaticano, presso l’Aula del Sinodo, dal 20 al 23 maggio.

La sua riflessione propone altre due indicazioni: una di sant’Agostino, vissuto a cavallo del quarto secolo, e l’altra di don Primo Mazzolari, una delle figure più significative del cattolicesimo italiano nella prima metà del Novecento.

L’ultima indicazione è contenuta nella riflessione di lunedì 20 maggio di mons. Matteo Zuppi.

Sant’Agostino: come il pane del miracolo

«La pace è un bene del cuore e si comunica agli amici, ma non come il pane. Se vuoi distribuire il pane, quanto più numerosi sono quelli per cui lo spezzi, tanto meno te ne resta da dare. La pace invece è simile al pane del miracolo che cresceva nelle mani dei discepoli mentre lo spezzavano e lo distribuivano.
E intanto abbiate la pace tra voi, fratelli. Se volete attirare gli altri alla pace, abbiatela voi per primi; siate voi anzitutto saldi nella pace. Per infiammarne gli altri dovete averne voi, all’interno, il lume acceso» (Discorso 357, nn. 2-3).

Don Primo Mazzolari: non abbastanza amati

Mazzolari ricordava le parole di Pio XII: «L’avvenire appartiene a quelli che amano, non a quelli che odiano… Il demonio ha invaso la terra con l’odio: fate rivivere, prepotente, l’amore.
Tanti sono ancora cattivi perché non sono stati finora abbastanza amati».

Mons. Matteo Zuppi: l’architettura degli artigiani

«Tanti artigiani di pace aiuteranno chi deve costruire un’architettura che garantisca la pace giusta e sicura e avere il coraggio di iniziare. Artigiani possiamo esserlo tutti, dobbiamo esserlo combattendo l’odio e l’ignoranza, costruendo con la nostra vita la relazione di solidarietà e comprensione con il prossimo, perché nessuno è mai nemico».

In copertina

Un dipinto di Sliman Mansour, artista palestinese, dalla pagina di Marta Bergamasco, che l’accompagna con queste parole: «Fai pace con l’universo. Trattienici gioia. Si trasformerà in oro. La resurrezione sarà ora. Ogni momento, una nuova bellezza» (Jalal Ad-Din Rumi).