La preghiera di san Francesco d’Assisi è anche per questo tempo.

Iniziate le celebrazioni nel santuario di San Damiano.
Ha 800 anni il Cantico delle Creature, la preghiera di san Francesco d’Assisi. Le fonti storiche collocano la stesura della prima parte del testo a San Damiano di Assisi, presso il monastero delle Povere Dame, nel 1225 (Compilazione di Assisi 83). Le due ultime strofe del Cantico sono invece state concepite nell’episcopio di Assisi, dove Francesco era ospite del vescovo Guido II.
Nessuna nota romantica
Le cita, queste due ultime strofe, l’attuale pastore della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, l’arcivescovo Domenico Sorrentino, per suggerire una guida alla lettura del Cantico.
“Il Cantico va letto per intero. Incalzati dal pressing ecologico, siamo tentati di fermarci a “madre Terra”, magari riportandone un’impressione idilliaca, quasi che, a idearlo, sia un Francesco che scoppia di salute e corre, un po’ romantico, su prati dorati come nel film di Zeffirelli.
Ma la cruda evidenza delle ultime strofe dice un’altra verità: per capire il Cantico bisogna leggerlo fino in fondo, o forse addirittura cominciare dal fondo, dove lo scenario è quello di una umanità dolente, nell’anima e nel corpo, e persino a rischio perdizione, ma la prospettiva certa e possibile del perdono, della riconciliazione e della vita eterna danno sicura speranza”.
Del resto Papa Francesco (che da Papa si è scelto il nome proprio del Poverello di Assisi) ha titolato una sua enciclica con le prime parole del Cantico, confermandone l’attualità.
All’inizio della lingua italiana
Per noi italiani, poi, la preghiera francescana del Cantico delle Creature rappresenta anche gli inizi della nostra lingua: è infatti uno dei più antichi testi della Letteratura italiana. Non che frate Francesco non conoscesse il Latino; è che gli pareva più normale usare il Volgare anche a Dio, come facevano la maggior parte delle persone.
Una ragione in più per dare rilievo a questo ottavo centenario. L’inaugurazione ufficiale della memoria della composizione del Cantico delle Creature è iniziata sabato 11 gennaio nel santuario francescano di San Damiano ad Assisi, lì dove il Cantico ha preso vita e dove per l’occasione è stato recitato dai rappresentanti della Conferenza della Famiglia Francescana, insieme all’arcivescovo mons. Domenico Sorrentino.
Laudato si’, mi’ Signorei
Continuiamo a recitarlo anche qui.
Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.
Ad te solo, Altissimu, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui; et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: de te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle: in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dài sustentamento.
Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.
Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione.
DIARIO DI COMUNITÀ / SABATO 11 GENNAIO 2025
La celebrazione
I Francescani di Assisi ci tengono aggiornati sulle iniziative dell’ottavo centenario del Cantico delle Creature.
In copertina
In occasione della cerimonia inaugurale dell’ottavo centenario del Cantico delle creature, fra Carlo Bottero, OFMConv, direttore della Biblioteca del Sacro Convento di Assisi, ha analizza la genesi del componimento, la cui trascrizione più antica è custodita nella stessa biblioteca all’interno del Codice 338, esposto per l’occasione nella chiesa inferiore della Basilica.