L’Assemblea sinodale continentale a Praga.
Incontrarsi ed ascoltarsi a partire dalle differenze –
Fare unità nella diversità, sfuggendo alla tentazione dell’uniformità: sembra di sentir riecheggiare “Unità nella diversità”, il motto dell’Unione Europea. È invece l’esperienza vissuta la settimana scorsa all’Assemblea sinodale europea che si è tenuta a Praga.
Nel loro cammino sinodale di credenti i duecento partecipanti di 45 paesi del continente europeo, riuniti nella capitale della Repubblica Ceca, si sono ritrovati ad essere come compagni di strada anche le speranze civili e i progetti politici che vengono da molto prima del Sinodo. Già questo è un segnale che il Sinodo europeo cammina sulla strada che si è prefissa, quella di non far camminare i cattolici da soli. È già anche una realizzazione del titolo dell’assemblea praghese: “Allarga la tua tenda”, citazione del profeta Isaia. L’Assemblea sinodale ha sperimentato che è possibile incontrarsi, ascoltarsi e dialogare a partire dalle differenze e al di là dei “tanti ostacoli, muri e barriere che la nostra storia ci mette sul cammino”. Ha avuto, dunque, ben chiaro il percorso del Sinodo, che Papa Francesco ha ribadito recentemente nel messaggio per la Giornata missionaria mondiale di quest’anno.
“Non è sicuramente un piegarsi della Chiesa su se stessa; non è un processo di sondaggio popolare per decidere, come in un parlamento, che cosa bisogna credere e praticare o no secondo le preferenze umane. È piuttosto un mettersi in cammino come i discepoli di Emmaus, ascoltando il Signore Risorto che sempre viene in mezzo a noi per spiegarci il senso delle Scritture e spezzare il Pane per noi, affinché possiamo portare avanti con la forza dello Spirito Santo la sua missione nel mondo”.
La “parabola della strada”
In cammino, come i discepoli di Emmaus; per poi tornare, correndo, dagli altri. “Imparare a camminare insieme; ascoltare i tanti compagni di strada: la Chiesa è sinodale in questo senso”, annota il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, e ricorda: “Tante persone che definiamo lontane sono invece vicine; siamo noi che ci siamo allontananti pensando che la colpa fosse degli altri. Non abbiamo camminato con loro”.
Ecco perché il Cantiere della Strada e del Villaggio è il primo dei quattro Cantieri di Betania nei quali è continuata per la seconda annualità l’esperienza sinodale delle Chiese locali in Italia.
L’orizzonte biblico di riferimento è l’incontro di Gesù con Marta e Maria, nella loro casa di Betania, raccontato da Luca (Lc 10, 38-42). “Mentre erano in cammino – l’evangelista comincia così – entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria”.
Quello sulla strada per Betania è uno dei molti “cammini” che i Vangeli descrivono. Più che una cronaca, quei racconti sono una parabola. Papa Francesco ce ne ha resi avvertiti fin dall’omelia della celebrazione eucaristica all’apertura del Sinodo sulla sinodalità.
Molte volte i Vangeli ci presentano Gesù “sulla strada”, mentre si affianca al cammino dell’uomo e si pone in ascolto delle domande che abitano e agitano il suo cuore. Così, Egli ci svela che Dio non alberga in luoghi asettici, in luoghi tranquilli, distanti dalla realtà, ma cammina con noi e ci raggiunge là dove siamo, sulle strade a volte dissestate della vita.
La domanda fondamentale
La “parabola della strada” descrive la forma dell’essere Chiesa. Introduce anche ad una verità teologica, che Gesù stesso ha rivelata: “Io sono la via” (Gv 14,6).
Padre Tomáš Halík, teologo e filosofo della Repubblica Ceca, descrive così la verità teologica contenuta nella “parabola della strada”.
All’inizio della loro storia, quando si chiedeva ai cristiani cosa ci fosse di nuovo nella loro pratica, se fosse una nuova religione o una nuova filosofia, essi rispondevano: è la via. È la via di seguire colui che ha detto “Io sono la via”. I cristiani sono tornati costantemente a questa visione nel corso della storia, soprattutto nei momenti di crisi.
Con queste parole padre Halík ha introdotto la fase continentale europea del Sinodo. Oltre al contenuto teologico, vi si legge anche la conferma che la “strada” che la Chiesa italiana sta tracciando e costruendo e percorrendo nei “Cantieri di Betania” è parte del corale cammino europeo e mondiale; è risposta progressiva e condivisa alla domanda fondamentale del Sinodo universale.
Una Chiesa sinodale, annunciando il Vangelo, cammina insieme: come questo “camminare insieme” si realizza oggi nella nostra Chiesa particolare? Quali passi lo Spirito ci invita a compiere per crescere nel nostro “camminare insieme”?
19 febbraio 2023