Farne memoria nell’anno del rinnovo del Parlamento dell’Unione.
Spiegava bene perché “noi europei siamo orgogliosi delle nostre diversità”.
Il 14 gennaio di due anni fa, nella chiesa di Santa Maria degli Angeli a Roma, l’Italia e l’Europa hanno dato l’estremo saluto a David Sassoli. Il presidente del Parlamento europeo era morto l’11 gennaio nel Centro di riferimento oncologico di Aviano per complicanze dovute a una disfunzione del sistema immunitario. Aveva 65 anni.
Il cattolico democratico
Farne memoria a due anni di distanza è riconoscere attraverso di lui il ruolo che i cattolici democratici possono svolgere nella comunità: civile e politica, italiana ed europea.
Nel giornalismo, che era la sua professione, e nella politica, cui si è dedicato su invito di amici Popolari, ha interpretato le speranze e i dubbi di milioni di persone, che lo hanno riconosciuto come loro rappresentante perché non si è mai messo davanti o sopra di loro, ma è stato sempre a loro fianco.
Anche il distacco di David Sassoli dalla vita è stato un tempo di comunità; le istituzioni, italiane ed europee, si sono fatte esse stesse comunità, in quei giorni di due anni fa. Lo richiedeva lo stile di David Sassoli: l’integrità nelle relazioni istituzionali e personali, il coraggio di scegliere la parte in cui stare, la bontà disponibile e costruttiva.
La sfida alle elezioni del 6-9 giugno
Fare memoria di questo cattolico democratico all’inizio di questo 2024 è provare ad accettare la sfida che da questa memoria nasce: è tempo che la comunità si faccia istituzione.
È la scelta che David Sassoli ha fatta passando dal Tg1 delle 20 a Parlamento europeo. È la scelta che ogni europeo farà rispondendo alla chiamata alle urne del 6-9 giugno e contribuendo così a formare di nuovo il Parlamento dell’Unione e a dare un programma ad una nuova legislatura.
La somma delle risposte di ogni europeo sarà decisiva. Le prossime elezioni per il Parlamento europeo non si ridurranno per gli italiani alla sfida tra chi è più forte nella Destra o tra chi è più rappresentativo nella Sinistra. La posta in gioco non è questa e i partiti che vorranno farlo credere dimostreranno con il loro comportamento che il loro vero obiettivo è il rallentamento definitivo del processo di cooperazione politico-comunitaria nel nostro continente.
“Non migliori, semplicemente diversi”
Mercato unico e moneta unica servono all’Europa, ma non sono l’Europa.
Nel suo discorso di insediamento da presidente David Sassoli lo ha efficacemente descritto al Parlamento europeo riunito a Strasburgo il 3 luglio 2019.
Cari colleghi, pensiamo più spesso al mondo che abbiamo, alle libertà di cui godiamo (…).
E allora diciamolo noi, visto che altri a Est o ad Ovest, o a Sud fanno fatica a riconoscerlo, che tante cose ci fanno diversi – non migliori, semplicemente diversi – e che noi europei siamo orgogliosi delle nostre diversità.
Ripetiamolo perché sia chiaro a tutti che in Europa nessun governo può uccidere, che il valore della persona e la sua dignità sono il nostro modo per misurare le nostre politiche (…), che da noi nessuno può tappare la bocca agli oppositori, che i nostri governi e le istituzioni europee che li rappresentano sono il frutto della democrazia e di libere elezioni (…), che nessuno può essere condannato per la propria fede religiosa, politica, filosofica (…), che da noi ragazze e ragazzi possono viaggiare, studiare, amare senza costrizioni (…), che nessun europeo può essere umiliato e emarginato per il proprio orientamento sessuale (…), che nello spazio europeo, con modalità diverse, la protezione sociale è parte della nostra identità, che la difesa della vita di chiunque si trovi in pericolo è un dovere stabilito dai nostri Trattati e dalle Convenzioni internazionali che abbiamo stipulato.
I nazionalismi alla fine portano alla guerra
Tra il 6 e il 9 giugno noi europei decideremo se conservare, aggiornandola e rafforzandola, la comunità di valori e di democrazia che anche David Sassoli ha contribuito a costruire. Chi sta seminando sfiducia e voto di protesta nei confronti dell’Europa vuole, al contrario, dare forza ai nazionalismi.
E i nazionalismi – alla fine – portano alla guerra: come abbiamo visto nella storia europea, come stiamo vedendo oggi fuori dall’Europa.
14 gennaio 2024
In copertina
David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, in una foto dell’album dell’europarlamentare Patrizia Toia.