La Fondazione padovana ripropone “Il radicalismo dolce e persuasivo di Flavia Franzoni Prodi”.
La Fondazione Zancan di Padova ha pubblicato il secondo numero di Studi Zancan del 2023. È un numero monografico composto da cinque scritti di Flavia Franzoni Prodi.
Tiziano Vecchiato, presidente della Fondazione, e Cinzia Canali, direttrice, hanno accompagnato l’invio del fascicolo agli amici della Fondazione con un biglietto.
Abbiamo dedicato il numero 2/2023 di Studi Zancan a Flavia Franzoni e l’abbiamo intitolato “Il radicalismo dolce e persuasivo di Flavia Franzoni Prodi“. È il nostro modo per ringraziarla per quanto ci ha insegnato collaborando con la Fondazione Zancan. Con i più deboli nel cuore, la ricerca di soluzioni nella mente, si è impegnata in modo sapiente e lungimirante per riconoscere dignità, capacità, diritti ad ogni persona.
Abbiamo selezionato cinque scritti che testimoniano il suo pensiero. Parlano di come affrontare il passaggio da carità a giustizia, della relazione tra stato e mercato e di come garantire la giustizia sociale.
Questo omaggio a lei e ai suoi cari vuole dare “speranza” a tutti noi impegnati in queste sfide, mostrando che le “gemme del cambiamento sociale” sono possibili, possono fiorire e mettere radici fruttuose nel tempo.
La rivista è scaricabile gratuitamente a questo link https://www.fondazionezancan.it/product/studi-zancan-2-2023/ , che potete segnalare ad amici e persone interessate.
Come scrivono Vecchiato e Canali, la monografia propone cinque scritti di Flavia Franzoni: Ricordi di Don Giovanni, Pubblico e privato nel sistema italiano di welfare: fine di una antinomia?, Servizi alle persone e mercato, La programmazione dei servizi sociali, L’assistenza domiciliare agli anziani.
“Il primo – annota Tiziano Vecchiato – è un ricordo di don Giovanni Nervo, scritto da Flavia in occasione del 13 dicembre 2013, il primo compleanno di don Giovanni dopo la sua morte. Racconta cosa ha significato incontrarlo, collaborare con lui e con la Fondazione Zancan, vivendo insieme momenti intensi e profondi”.
Lo riportiamo qui sotto, perché vi si trova il tramite tra Flavia Franzoni e Padova e anche perché la sua scelta di immagini di mons. Giovanni Nervo è un sintetica introduzione al suo pensiero.
Flavia Franzoni: Ricordi di Don Giovanni
Ricordo Don Giovanni seduto al tavolo di Malosco, capace di far lavorare insieme gli operatori pubblici e privati ma anche gli amministratori provenienti da regioni diverse con approcci culturali e appartenenze politiche. Un grande contributo alla realizzazione delle riforme dei servizi sociali e sanitari del nostro paese.
A proposito mi vengono in mente anche i tanti fax (non era ancora il tempo delle mail) che don Giovanni inviava a mio marito Romano Prodi (ai tempi in cui era Presidente del Consiglio) ogni volta che si discutevano le scelte della legge finanziaria annuale. Sollecitava a considerare gli effetti concreti dei singoli provvedimenti rispetto alla condizione dei più fragili e poveri chiedendo una distribuzione equa dei sostegni e dei pesi. E c’era anche il suo interesse costante per le sorti del servizio civile.
Don Giovanni era dunque un cittadino sempre interessato al suo Paese: mi è rimasta scolpita un’immagine del febbraio 2013 pochi giorni prima che Don Giovanni morisse, quando lo sono andata a trovare nella struttura per sacerdoti anziani in cui era ricoverato. Era il lunedì dopo le elezioni e, tra i tanti discorsi, mi disse anche di essere dispiaciuto che n on fosse stato allestito un seggio nella struttura perché non aveva potuto votare.
Infine mi piace ricordare Don Giovanni che celebra la Messa nella cappella dell’ultimo piano della casa di Malosco. Alle sette e mezza del mattino, prima dell’inizio del lavoro dei seminari, senza particolari inviti a partecipare: una occasione discreta per condividere, da parte di chi lo desiderava, il suo essere sacerdote in una chiesa post-conciliare rinnovata.