Al Servizio sanitario nazionale servono più risorse finanziarie per valorizzare ed accrescere le risorse umane.
Stesso giorno: sabato 24 giugno 2023.
Roma: decine di migliaia di persone inalberano la Costituzione (e il suo articolo 32: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti). Alzano la voce tutte insieme per la difesa del diritto alla salute, per il rilancio del Servizio sanitario nazionale e per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Londra: gli organi di informazione danno notizia dello sciopero record (per durata) nel Servizio sanitario nazionale del Regno Unito. I giovani medici già qualificati che esercitano mentre fanno pratica post-laurea si fermeranno dal 13 al 18 luglio. La scorsa settimana si sono già fermati per 72 ore.
Cosa sta accadendo ai due Servizi sanitari nazionali inglese e italiano che per decenni sono stati un modello internazionale per la tutela pubblica della salute dei cittadini?
Necessario un piano pluriennale di assunzioni
Tra Londa e Roma i motivi di preoccupazione praticamente si sovrappongono.
Nel Regno Unito allo Junior Doctors Committee, il sindacato di categoria in seno alla British Medical Association (Bma) segnalano la perdita di potere d’acquisto del 26 per cento patita dalle retribuzioni del settore sanitario negli ultimi 15 anni.
Accusano inoltre il governo di rischiare di portare la sanità pubblica britannica “al collasso”. In effetti molti ospedali pubblici e ambulatori del Regno Unito sono alle prese con problemi strutturali cronici e lunghe liste d’attesa. E la situazione peggiorerà visto un sondaggio interno al sindacato dei giovani medici, secondo cui in questi mesi oltre metà di un campione di duemila giovani medici interpellati ha affermato di star valutando offerte ricevute dall’estero e la possibilità di lasciare il Servizio sanitario nazionale.
In Italia il segretario generale della Cgil Maurizio Landini alla manifestazione nazionale di sabato 24 giugno a Roma riassume così la situazione: “Serve un piano straordinario pluriennale di assunzioni che vada oltre le stabilizzazioni e il turnover, superi la precarietà della cura e di chi cura; per garantire la salute e la dignità delle persone non autosufficienti; per la tutela della salute e sicurezza sul lavoro, rilanciando il ruolo dei servizi della prevenzione, ispettivi e di vigilanza”.
Rapporti interpersonali più difficili
Landini riferisce che al recente incontro col ministro della Salute ha sottolineato l’urgenza di “fare assunzioni, di aumentare i medici e gli infermieri, ma questo non sta succedendo. L’incontro con il ministro è servito soltanto a fissare un nuovo incontro per fine luglio”.
Non è solo una richiesta sindacale. A milioni di italiani diventa drammaticamente più chiaro che c’è un legame stretto tra la precarietà in cui precipitano quando diventano pazienti e le condizioni di lavoro del personale sanitario, sia che si tratti di personale delle Ulss sia che si tratti di medici di medicina generale. “La carenza di personale medico e infermieristico causa un aumento dei carichi di lavoro e il peggioramento del clima aziendale”, ha recentemente osservato Luca Barutta, segretario regionale veneto dell’Anaao Assomed, il sindacato dei medici ospedalieri. Ci sono frustrazione e la rabbia tra gli operatori sanitari e sociosanitari pubblici che non riescono a fornire le cure adeguate ai pazienti e che per questo sono più esposti a episodi di violenza.
Meno personale, meno Servizio sanitario nazionale
Anche le liste d’attesa inflitte a migliaia di cittadini veneti dipendono dalla carenza di personale.
Se non si investe nel personale, da un certo punto in poi le prestazioni sanitarie non si possono garantire; è quello che sta avvenendo. Se medici e infermieri sono sottopagati e costretti a subire crescita della precarietà e le false cooperative, il servizio sanitario nazionale diventa sempre più povero prima di tutto di persone. A metà giugno all’Anaoo non hanno escluso “neanche le dimissioni di massa. Si tenga conto che l’Anaao, nel giro di un mese, ha già ricevuto 5.000 richieste di informazioni per dimissioni di massa. C’è voglia di scappare dal Ssn che è una gabbia”.
In effetti già molti medici sono passati al privato e ci sono quattro milioni di persone che non possono curarsi per mancanza di soldi, perché il privato è un’attività economica non un servizio pubblico.
Per questo la grande piazza che si è riunita sabato a Roma lo ha fatto soprattutto in difesa del diritto costituzionale alla Salute.
Costituzione: l’articolo 32 comincia dall’articolo 1
È la grande piazza di associazioni, laiche e cattoliche, riunite nell’assemblea “Insieme per la Costituzione”, insieme per la difesa del diritto alla salute e per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, attraverso il rilancio del Servizio sanitario nazionale. Sono quasi un centinaio le realtà associazioni coinvolte: dalle Acli ad Emergency e Action Aid, Arci, Anpi, Articolo 21, Cittadinanzattiva, Libera, Greenpeace, Legambiente, Salviamo la Costituzione, Rete italiana Pace e disarmo; e poi gli studenti, Federconsumatori, l’Auser, la Fondazione Gimbe.
Non è dunque una piazza solo sindacale, al di là del colpo d’occhio delle bandiere della Cgil. Non è neppure una piazza solo politica, al di là del pettegolezzo giornalistico su PD e 5Stelle, su Elly Schlein e Giuseppe Conte.
È Piazza Italia, che finalmente alza la voce sulla Salute, invece che mugugnare e pagare (chi può permetterselo) in privato.
È Piazza Costituzione, che per arriva all’articolo 32 sul diritto alla cura parte dall’articolo 1 sulla dignità del lavoro.
In questa piazza Maurizio Landini punta l’indice sulla povertà dei salari: “Il ministro della Salute dice che non si trovano medici e infermieri da assumere. Ogni anno decine di migliaia di giovani vanno all’estero perché ottengono salari migliori e il riconoscimento del proprio lavoro. Se il governo volesse trovarli, basterebbe aumentare gli stipendi”.
Risorse adeguate sono vitali per il servizio sanitario nazionale. L’adeguamento delle risorse deve essere esclusivamente dedicato in questa situazione al personale. Senza assunzioni e senza rinnovi contrattuali le risorse servirebbero a pagare appalti e privatizzazioni, cioè ad indebolire ulteriormente il servizio sanitario nazionale.
25 giugno 2023
Nella foto Spi Cgil Padova la Staffetta della Salute in corso nel Padovano.