CARTOLINA / Primo Maggio 2022

Senza diritti non è lavoro. Senza lavoro vero si indebolisce la Repubblica.
Il Presidente Sergio Mattarella ci ha proposto venerdì scorso un’anteprima della Giornata del Lavoro all’istituto salesiano “Bearzi” di Udine, la scuola frequentata da Lorenzo Parelli, il diciottenne che il 21 gennaio scorso perse la vita in un incidente mentre svolgeva l’ultimo giorno di tirocinio in una fabbrica di Lauzacco (Pavia di Udine). Ed ha chiarito subito che lo ha fatto “affinché si manifesti con piena chiarezza che non si tratta di una ricorrenza rituale, astratta, ma di un’occasione di richiamo e di riflessione concreta sulle condizioni del diritto costituzionale al lavoro”.
Senza il lavoro, non c’è infatti la Repubblica, perché “il lavoro, come dice la Costituzione, è la base su cui è vive la Repubblica”, ha chiarito Mattarella.
Ed è stato così. Sul lavoro si sono realizzati il riscatto sociale e la crescita personale e collettiva. Dagli anni Novanta però il lavoro è diventato sempre più privo di diritti e di tutele, precario, discontinuo, debole, povero.
Il lavoro come sintesi dell’esperienza democratica si alimenta di tutti gli altri diritti: personali e sociali.
Senza diritti non è lavoro.
Senza lavoro vero si indebolisce la Repubblica.
