CARTOLINA / 22 febbraio 2025

• Non sarà replicata la sperimentazione delle Europee •
Vi abbiamo fatto un regalo e ci avete snobbati: basta regali.
L’indispettito ministro dell’Interno Matteo Piantedosi non la mette proprio così, ma la sostanza della decisione nei confronti degli studenti universitari è questa.
Da parte loro, gli studenti non pensano proprio che il diritto di voto possa essere scambiato per un regalo a tempo. Sabato 22 febbraio sono scesi in piazza per rendere evidente che “manca realmente la volontà politica di garantire il diritto costituzionale a 5 milioni di italiani, casualmente in concomitanza dei referendum di questa primavera”.Lo spiega Anna Tesi, delegata al voto fuori sede per l’Unione degli Universitari.
Bloccata la via legislativa
È successo che l’anno scorso il governo Meloni non aveva più potuto resistere alle richieste di agevolare il diritto di voto di studenti e lavoratori “fuori sede”, cittadini che vivono abitualmente lontano dal comune di residenza, nelle cui liste elettorali sono iscritti.
Non segue però la via legislativa (legge ordinaria o decreto-legge), anche se sarebbe stata abbastanza agevole. Una proposta di legge delega in materia è stata approvata dalla Camera dei Deputati già il 4 luglio 2023. La proposta di legge è passata quindi al Senato ed assegnata alla Commissione Affari costituzionali fin dal 20 febbraio 2024.
Il governo non se ne è curato allora e ha continuato a non curarsene per tutto l’anno che nel frattempo è passato.
Né gli studenti né tutti gli altri
Allora la Destra ha preferito “concedere” una sperimentazione ai soli studenti universitari ed esclusivamente per le elezioni del Parlamento europeo. L’8 e 9 giugno dello scorso anno si sono tenute sia le elezioni europee sia le elezioni amministrative. Uno studente universitario, secondo il governo, poteva votare fuori sede per il Parlamento dell’Unione, ma se voleva votare anche il sindaco del suo Comune doveva tornare a casa. Comunque la cabina elettorale “fuori sede” non era dove uno vive, ma nel relativo capoluogo di regione.
C’è da meravigliarsi se nel 2024 la sperimentazione sia stata usata da 17.651 studenti sui circa 600 mila calcolati?
Il ministro Matteo Piantedosi si è proprio… meravigliato e infatti il 12 febbraio scorso ha formalmente annunciato alla Camera dei Deputati che non solo gli studenti universitari, ma tutti i quasi 5 milioni di elettori possono scordarsi di votare fuori sede per i referendum che saranno indetti tra il 15 aprile e il 15 giugno di quest’anno.
A chi interessa l’astensionismo?
Niente legge, niente sperimentazione, niente partecipazione.
“Se il Governo si ritiene realmente impegnato nel contrasto all’astensionismo, come dichiarato, è inaccettabile fare passi indietro. Il Governo ha il dovere di mettere in campo tutte le risorse possibili per favorire la partecipazione democratica dei cittadini, qualsiasi sia il numero di questi”.
È uno dei messaggi trasmessi dagli studenti nella manifestazione di sabato 22 febbraio.
Insomma, si dia ragione ai 17.651 votanti dello scorso anno e si veda di invogliarne molti altri a votare per i referendum. Sempre che chi governa consideri il voto un diritto e non un regalo. Sempre che voglia che i cittadini votino ai referendum.

In copertina
Una delle manifestanti per il voto fuori sede. La foto è da sito Collettiva della Cgil.