“I risultati non sono quelli che speravamo di vedere”, ammette Giorgia Meloni.
Salvini prova a trasformare i barchini in incursori di Marina.
I migranti continuano ad arrivare. Sono quasi il doppio che durante il governo di Mario Draghi, con Luciana Lamorgese ministro degli Interni. E mentre con il ministro Lamorgese c’era una più equilibrata ripartizione dell’onere geografico di primo approdo, adesso sono indotti a passare quasi tutti per l’imbuto di Lampedusa, incrementando le condizioni di difficolta e la conseguente percezione di una “invasione”.
“L’invasione che non c’è”, titola però il quotidiano Avvenire il 24 settembre. Riassume, questo titolo, i fatti emersi e le idee proposte nelle Rencontres méditerranéennes di Marsiglia con la partecipazione di Papa Francesco, che anche da quel porto sul Mediterraneo ha detto no a “propagande allarmistiche” sulle migrazioni.
Gli elettori principale fattore del problema.
In effetti, il problema – anche in Italia – non è “l’invasione”, cioè il numero dei migranti che arrivano. È vero che quest’anno ne sono già arrivati il doppio rispetto a tutto il 2022, ma si tratta di numeri di sbarchi simili a quelli che si erano registrati in Italia negli anni dal 2015 al 2017 e di cui si è persa la memoria collettiva: segno che non avevano generato una catastrofe e neppure un’invasione.
Il problema in questo 2023 è che per l’esito elettorale di un anno fa è stata determinante la promessa dei partiti che ora sono al governo di bloccare l’immigrazione. Ad un certo numero di elettori, per esempio, piaceva allora e piace ora immaginare la nostra Marina militare schierata per il blocco navale dei barchini dei migranti. Piaceva l’immagine e gli è stato promesso che sarebbe stata realtà.
Per quegli elettori e per chi ha fatto loro promesse… di marinaio (letteralmente) i migranti sono pericolosi in sé, per il solo fatto di essere riusciti ad arrivare in Italia. Sono, però, ancor più pericolosi perché danno pessimo esempio a chi se ne sta ancora al suo paese ed è ancora indeciso: “Dall’Africa potrebbero arrivare decine di milioni di persone” (previsione, in voce e video, della presidente del Consiglio Giorgia Meloni a metà di settembre).
Oltre le promesse e i proclami non riusciranno ad andare
Sono questi elettori (prima che i migranti) i principali fattori del problema-immigrazione per la Destra di governo in Italia; lo sono non solo in Italia; lo sono non solo per la Destra.
In molte società la questione politica principale è il consenso elettorale non l’immigrazione, il cui dramma è da decenni strumento politico, diversamente utilizzato sia nelle democrazie europee sia nelle autocrazie mediterranee.
Finché non si riuscirà a distinguere il tema dei movimenti di persone da quello del consenso elettorale, il problema delle migrazioni resterà tale e indebolirà inevitabilmente i governanti, che molto oltre le promesse e i proclami non riusciranno ad andare. Quello che fanno sarà comunque inconcludente agli occhi di chi li ha votati ed esecrabile nel giudizio di chi non li ha votati.
Infatti, proprio nel primo anniversario della vittoria elettorale, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si presenta al Tg1 della Rai a dire: “Speravo meglio sull’immigrazione. Abbiamo lavorato tantissimo, i risultati non sono quelli che speravamo di vedere. È un problema molto complesso, ma sono certa che ne verremo a capo. Ma questo tema merita una seconda fase”.
A conferma che anche per la Destra “l’emigrazione è diventata una patata bollente che non si sa come prendere”: osservazione di Papa Francesco ai giornalisti sull’aereo di ritorno dalle Rencontres méditerranéennes di Marsiglia.
L’idea di essere in guerra
L’idea di essere in guerra però non abbandona la Destra di governo, che a metà settembre la rilancia con il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini: “Quando arrivano 120 mezzi navali in poche ore non è un episodio spontaneo, è un atto di guerra. Seimila persone in 24 ore non arrivano per caso. Sono convinto ci sia una regia dietro a questo esodo”.
Immaginare l’umanità sofferente e speranzosa stipata in quei 120 “mezzi navali” come l’avanguardia di un complotto internazionale serve a far distogliere gli occhi proprio da quell’umanità e – ancora una volta – a prestare attenzione esclusivamente agli elettori.
Se poi li presenti come invasori o addirittura come una specie di incursori di marina, viene normale che l’unico verbo da utilizzare per i migranti sia: fermarli.
“Mentre prima tutto il dibattito in Europa si concentrava su come accogliere chi arrivava illegalmente, e sulle regole della loro distribuzione nei 27 Paesi europei, noi abbiamo chiesto un totale cambio di paradigma: fermare a monte i trafficanti di esseri umani e l’immigrazione illegale di massa, concentrarsi sulla difesa dei confini esterni e non sulla distribuzione dei migranti”. Sono altre parole della presidente Giorgia Meloni in quel video sulle “decine di milioni di migranti” in arrivo.
Come tutti gli annunci che l’hanno preceduto, neppure questo “cambio di paradigma” fermerà le migrazioni.
24 settembre 2023
In copertina
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in una immagine dal profilo PD Milano Metropolitana.