“Oggi dell’Ucraina possiamo dire: fiumi di sangue e mare di lacrime”

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Papa Francesco usa le parole dell’arcivescovo di Kiev.

All’Angelus mette in fila le questioni essenziali sulle quali si costruisce la pace.

 “La Santa Sede è disposta a fare di tutto, a mettersi al servizio per questa pace”. All’Angelus domenicale in Piazza San Pietro Papa Francesco insiste a chiedere la pace in Ucraina; aggiunge anche la notizia di una presenza diretta nel teatro di guerra con il cardinale Konrad Krajeswki, l’elemosiniere pontificio, e il cardinale Michael Czerny, il prefetto ad interim del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale.
La presenza della Santa Sede in Ucraina è finalizzata a dare sostegno, materiale e spirituale, alla popolazione che vive sotto le bombe e nel terrore da undici giorni. È contestualmente una scelta politica, che Papa Francesco annuncia a conclusione di un discorso breve, ma tutto politico, perché mette in fila le questioni essenziali sulle quali si costruisce la pace.

La vittima

Per iniziare il suo breve discorso Papa Francesco utilizza le parole di un confratello vescovo. Due giorni fa dall’arcivescovo di Kiev, mons. Sviatoslav Shevchuk, assediato con la sua gente nella capitale ucraina, ha scritto: “Oggi dell’Ucraina possiamo dire: fiumi di sangue e mare di lacrime”. Dice oggi il Papa: In Ucraina scorrono fiumi di sangue e di lacrime. La consonanza non è solo linguistica: serve a condividere la condizione della vittima di questo conflitto, il popolo ucraino”.

La guerra

Subito dopo un’altra la precisazione del Pontefice: Non si tratta solo di un’operazione militare, ma di guerra, che semina morte, distruzione e miseria. Le vittime sono sempre più numerose, così come le persone in fuga, specialmente mamme e bambini. Quello che la Federazione Russa sta conducendo in Ucraina ha un solo nome: guerra; e lo si vede dalle conseguenze. Non basta usare parole diverse per cambiare la realtà. Anche se Putin la chiama “operazione speciale”, quella che ha iniziata è una guerra.

Gli sfollati

In Ucraina questa doveva essere una domenica di apertura di corridoi umanitari. Sta succedendo che cadono le bombe proprio sui civili che avevano pensato di mettersi in salvo. Ecco perché Papa Francesco chiede che ci siano “davvero” i corridoi umanitari: In quel Paese martoriato cresce drammaticamente di ora in ora la necessità di assistenza umanitaria. Rivolgo il mio accorato appello perché si assicurino davvero i corridoi umanitari, e sia garantito e facilitato l’accesso degli aiuti alle zone assediate, per offrire il vitale soccorso ai nostri fratelli e sorelle oppressi dalle bombe e dalla paura. Ringrazio tutti coloro che stanno accogliendo i profughi.

Il diritto internazionale

Soprattutto imploro che cessino gli attacchi armati e prevalga il negoziato e prevalga il buon senso, pure. E si torni a rispettare il diritto internazionale!, continua il Santo Padre, aggiungendo un’altra questione dirimente nella ricerca della pace. In questa guerra di aggressione è stato violato anche il diritto internazionale, il cui riconoscimento è invece essenziale proprio ora per costruire condivise condizioni di tregua e poi di pace.

L’informazione

Tre giorni fa in Russia è stata approvata una nuova legge che prevede la condanna fino a quindici anni di carcere per cittadini russi o stranieri che diffondono “in-formazioni false sulle forze armate”. Oggi, all’Angelus, la risposta “politica” di Papa Francesco è questa: Vorrei ringraziare anche le giornaliste e i giornalisti che per garantire l’informazione mettono a rischio la propria vita: grazie, fratelli e sorelle, per questo vostro servizio! Un servizio che ci permette di essere vicini al dramma di quella popolazione e ci permette di valutare la crudeltà di una guerra. Grazie, fratelli e sorelle.

La voce del popolo

È proprio a conclusione di queste consapevolezze drammatiche e dure che Papa Francesco, comunque, assicura: La Santa Sede è disposta a fare di tutto, a mettersi al servizio per questa pace. Non lo farà a nome proprio, ma a nome del santo popolo fedele di Dio. Annunciando la missione di mons. Krajeswki e di mons. Czerny, il Santo Padre aggiunge: Questa presenza dei due cardinali lì è la presenza non solo del Papa, ma di tutto il popolo cristiano che vuole avvicinarsi e dire: “La guerra è una pazzia! Fermatevi, per favore! Guardate questa crudeltà!”. L’appello di Papa Francesco come parte del grido del popolo contro la pazzia della guerra è riconoscimento e valorizzazione del ruolo che le opinioni pubbliche possono svolgere: in Europa, in Ucraina, in Russia.

DIARIO DI COMUNITÀ  / DOMENICA 6 MARZO 2022