Obiettivo: favorire la scelta consapevole dei consumatori
per un’alimentazione sana.
Il modello proposto dalla presidenza tedesca all’ultimo Consiglio Agricoltura non è stato accettato dall’Italia, che ne propone un altro più esauriente e informativo.
“NutrInform Battery” contro Nutriscore. Per ora lo scontro tra le due etichette che, apposte sul fronte di una confezione alimentare, devono indicare le informazioni nutrizionali, è zero a zero. Al Consiglio Ue dei ministri dell’Agricoltura del 15 dicembre scorso, la presidenza (tedesca) ha proposto di adottare come etichetta obbligatoria la Nutriscore, modello elaborato dai francesi, e gradito ai tedeschi e agli spagnoli, che tiene conto della percentuale assoluta di grassi, sali e zuccheri presente in ogni alimento ma non delle porzioni che vengono mangiate. L’Italia invece aveva presentato a Bruxelles una proposta alternativa, quella del Nutrinform Battery: l’etichetta a batteria che tiene conto anche delle quantità.
A Bruxelles il 15 dicembre la ministra dell’agricoltura Teresa Bellanova, di fronte alla proposta tedesca che voleva chiudere il semestre di presidenza con l’approvazione delle conclusioni del Consiglio sull’etichettatura nutrizionale, ha rifiutato di aderire a un testo comune, e con l’Italia si sono opposti anche Repubblica Ceca e Grecia, con il sostegno di altri Paesi.
La necessità di adottare una etichetta nutrizionale comune è contenuta nel Regolamento n. 1169/2011, che impone, dal dicembre 2016, di indicare obbligatoriamente sulle confezioni degli alimenti il valore energetico e la quantità di grassi, acidi grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale, lasciando agli stati membri la facoltà di fornire in formato grafico tali indicazioni, allo scopo di facilitare la comprensione del contenuto dell’etichetta. Successivamente la Commissione doveva prendere in esame le varie proposte e suggerirne una che sia adottata da tutti.
Ora siamo in questo passaggio: la Commissione Ue ha espresso un’opzione per il modello tedesco-francese, ma nell’agenda originaria ci sarebbe stato tutto il 2021 per trattare e raggiungere un indirizzo comune; invece la presidenza tedesca ha voluto forzare la mano al Consiglio Agricoltura. Ora la palla torna alla Commissione, la quale ha tempo fino alla fine del 2022 per adottare una proposta.
Il valore del sistema NutrInform Battery
Il modello italiano è contenuto in un decreto interministeriale sottoscritto dai ministri Stefano Patuanelli (Sviluppo Economico), Teresa Bellanova (Politiche agricole) e Roberto Speranza (Salute) che istituisce il sistema denominato NutrInform Battery, relativo all’etichettatura nutrizionale dei prodotti alimentari. Il decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 7 dicembre 2020, ma il sistema di etichettatura italiano era stato notificato alla Commissione europea già il 27 gennaio scorso.
Il logo indica il contenuto di energia, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale presente in una singola porzione di alimento. Il contenuto energetico è espresso sia in Joule che in Calorie mentre il contenuto di grassi, grassi saturi, zuccheri e sale sono espressi in grammi. Inoltre, all’interno del simbolo a “batteria” è indicata la percentuale di energia, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale apportati dalla singola porzione rispetto alle quantità giornaliere di assunzione raccomandata.
“Il Nutrinform prende in considerazione il fabbisogno quotidiano di sostanze nutritive, in modo da favorire una scelta consapevole da parte dei consumatori per un’alimentazione sana, variata e bilanciata“, così la ministra Teresa Bellanova. “Siamo soddisfatti del lavoro fatto insieme alla filiera agroalimentare e ai ministeri della Salute e dello Sviluppo economico e siamo convinti della bontà di questo sistema che mette al centro il consumatore e non il mercato globale, valorizza la capacità critica del cittadino che non deve essere fuorviato da colori o immagini che nulla hanno di scientifico e difende il patrimonio unico della dieta mediterranea“.
Perché l’Italia si è opposta al modello francese Nutriscore?
Il sistema Nutriscore utilizza invece i colori del semaforo per esprimere un giudizio sui prodotti agroalimentari, attraverso un algoritmo di misurazione che, basato su 100 grammi, li classifica dalla A alla E, cioè da buoni a cattivi.
Ciò può indurre in errore il consumatore, perché tiene conto della percentuale assoluta di grassi, sali e zuccheri presente in ogni alimento ma non delle porzioni che vengono mangiate, e questo è l’esatto contrario di ciò che si propone l’Unione europea con il Regolamento. Infatti è evidente, ad esempio, che l’olio extravergine di oliva non si consuma a cento grammi alla volta. Ma sotto la scure del Nutriscore cadrebbero anche altri prodotti bandiera del made in Italy, come il prosciutto crudo e il formaggio grana. Peraltro la dieta mediterranea, proclamata dieci anni fa dall’Unesco patrimonio culturale dell’umanità, si basa su un consumo bilanciato di tutti gli alimenti e non fa classifiche tra buoni e cattivi.
A sostegno della proposta italiana a batteria si è espressa tutta la filiera agroalimentare italiana: Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Federalimentare (industria italiana degli alimenti), Federvini.
19 dicembre 2020
Per saperne di più
– Regolamento (UE) n. 1169/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, che modifica i regolamenti (CE) n. 1924/2006 e (CE) n. 1925/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio e abroga la direttiva 87/250/CEE della Commissione, la direttiva 90/496/CEE del Consiglio, la direttiva 1999/10/CE della Commissione, la direttiva 2000/13/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, le direttive 2002/67/CE e 2008/5/CE della Commissione e il regolamento (CE) n. 608/2004 della Commissione
– Ministero dello Sviluppo economico – Decreto 19 novembre 2020 – Forma di presentazione e condizioni di utilizzo del logo nutrizionale facoltativo complementare alla dichiarazione nutrizionale in applicazione dell’articolo 35 del regolamento (UE) 1169/2011. (20A06617) (GU Serie Generale n.304 del 07-12-2020)
– Commissione europea – Etichettatura nutrizionale