Nel giorno del compleanno l’Europa pensa al suo futuro

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Festa dell’Europa e Conferenza sul futuro dell’Unione.

La novità del coinvolgimento diretto dei cittadini

   Oggi è la festa di compleanno dell’Europa. Questo 9 maggio 2021 può però diventare una nuova data memorabile nella vita di noi europei. Insomma: festa e speranza come ad ogni compleanno, ad ogni età.
Misurata sul 9 maggio 1950, l’età dell’Europa è rispettabile. Quel giorno Robert Schuman, ministro degli Esteri della Francia, rese pubblica una Dichiarazione che proponeva alla Germania di porre sotto un’Alta Autorità comune la produzione del carbone e dell’acciaio, le materie prime per le quali i due paesi avevano trascinato se stessi e gli altri europei in guerre disastrose e mai concluse. Da quella Dichiarazione è poi nata la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (Ceca), prima esperienza del Mercato comune, sottoscritto a Roma nel 1957, che ha dato avvio alle istituzioni europee. Sono stati 71 anni di cambiamenti, adattamenti, ricerca, approfondimento istituzionale e allargamento geografico. Lo sono anche oggi.
Proprio oggi 9 maggio 2021 prende avvio nella sede del Parlamento Europeo a Strasburgo la Conferenza sul futuro dell’Europa, il cui compito è quello di mettere in grado l’Unione di rispondere alle attese e alle speranze dei suoi cittadini, con strumenti e istituzioni adeguate; contando soprattutto proprio sui suoi cittadini, che per la prima volta sono coinvolti direttamente in questo processo di ammodernamento.

Una grande assemblea – “Conferenza” è una denominazione generica e forse riduttiva per questo strumento di valutazione e di proposta innovativo nella sua composizione. I membri dell’assemblea generale sono 433: 108 deputati europei, 108 parlamentari nazionali, 54 rappresentanti dei governi nazionali e 3 della Commissione europea, 18 rappresentanti del Comitato economico e sociale europeo e 18 del Comitato europeo delle regioni; e fin qui siamo nella normalità istituzionale; ma ci sono anche: 80 rappresentanti di comitati cittadini, 27 rappresentanti di eventi nazionali, un membro del parlamento europeo della gioventù, 8 rappresentanti del partenariato sociale e 8 della società civile. Cittadini e istituzioni insieme, nello stesso organismo formale ed ufficiale che immagina il cammino dell’Unione Europea.
È molto probabile che la forza dei cittadini sono sia solo nei numeri. Il ruolo delle opinioni pubbliche europee potrebbe influenzare non solo i lavori della Conferenza, ma anche le sue conclusioni e i suoi sbocchi formali. Per ora non è un percorso prestabilito, ma non si tratta di incertezza. È la maniera che da sempre l’Europa adotta quando vuole lasciarsi una porta aperta senza sbatterlo in faccia a nessuno dei suoi membri.
Ora intanto la Conferenza comincia. Era stata preannunciata dal presidente francese Macron già il 4 marzo 2019; il Covid si portato via il tempo e anche l’attenzione dei cittadini. Il tempo ha consentito di preparare meglio i lavori, che dureranno fino alla primavera del 2023; ha consentito anche di fare esperienza di quello che l’Europa può essere con il piano NextGeneration Eu e questa esperienza non potrà essere abbandonata.

Mercato comune del lavoro – La conferma è venuta proprio alla vigilia della festa di compleanno dell’Europa. Al vertice informale dei capi di Stato e di governo europei, che si è tenuto venerdì e sabato a Porto sotto la presidenza portoghese, è stata rilanciata l’Europa sociale che non era più stata aggiornata dal 2017. “La dimensione sociale, il dialogo sociale e il coinvolgimento attivo delle parti sociali sono sempre stati al centro di un’economia sociale di mercato altamente competitiva. Il nostro impegno a favore dell’unità e della solidarietà significa anche garantire pari opportunità a tutti e non lasciare indietro nessuno”, hanno sottoscritto i rappresentanti nazionali.
Mario Draghi, che ha rappresentato l’Italia, ha detto che la Dichiarazione adottata a Porto “è un piccolo passo verso la creazione di un mercato comune del lavoro”. Mercato al quale, proprio come risposta alla pandemia, l’Unione ha già fatto avanzare il Sure (il sostegno Ue alle casse integrazioni nazionali); Draghi ha chiesto che il Sure diventi ora strutturale.
L’Europa dunque si sta completando. Il processo è possibile grazie alla Brexit, che è stato un evento di chiarificazione. Sempre Draghi ha commentato che l’incontro di Porto “è la fine di un lungo viaggio per la tutela dei diritti sociali; ci sono voluti quattro anni e non sarebbe stato possibile se il Regno Unito fosse ancora nella Ue”.
Lo spirito dell’Unione che gli inglesi hanno rifiutato è quello di mettere insieme i cittadini europei quando hanno interessi comuni, senza offuscare le rispettive identità. Ha ben detto il presidente Draghi al Parlamento italiano all’inizio del suo mandato: “Gli Stati nazionali rimangono il riferimento dei nostri cittadini, ma nelle aree definite dalla loro debolezza cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa”.
Adesso i cittadini europei possono farlo anche direttamente alla Conferenza sul futuro dell’Europa.

9 maggio 2021