Stiamo cercando la pace. Non tutti, perché altrimenti l’avremmo trovata o almeno avremmo visto dove potevamo incontrarla.
Nel suo “Radiomessaggio di pace e unità di tutti i popoli” per il Natale del 1963 il papa san Paolo VI descrive “la pace vera”. È una buona guida per chi oggi la vuole restituire al mondo.
“Il Nostro augurio si fa stringente preghiera a tutti gli uomini di buona volontà, sì, a tutti gli uomini responsabili nel campo della cultura e della politica di porsi come fondamentale il problema della pace.
Della pace vera, non di quella esaltata da un’ipocrita propaganda per addormentare l’avversario e nascondere la propria preparazione bellica; non di quella imbelle e retorica, che rifugge dalle indispensabili, pazienti, estenuanti, ma solo efficaci trattative; non di quella fondata soltanto sul precario equilibrio di interessi economici contrastanti, o sul sogno di orgogliose egemonie.
Della pace vera, diciamo, che fonda la sua sicurezza nella saggia abolizione, nella temperanza almeno delle cause da cui può essere compromessa, come l’orgoglio nazionalistico o ideologico, la corsa agli armamenti, la sfiducia nei metodi e negli organismi istituiti per rendere ordinata e fraterna la convivenza tra i popoli.
Pace, pace nella verità, nella giustizia, nella libertà e nell’amore, Noi auguriamo!”.