L’Italia può contare sul Parlamento europeo (non su Lega e CinqueStelle)

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Strasburgo: risoluzione sui costi della pandemia.

Pentastellati e leghisti continuano ad innalzare le bandierine della propaganda

    Desolatamente isolati; e per di più sparpagliati. Tra ieri e oggi a Strasburgo è una disfatta per gli italiani: per quelli eletti al Parlamento europei, per noi tutti italiani elettori. Invece di alzare la bandiera italiana, abbiamo visto innalzare bandierine di propaganda, buone da continuare a far sventolare sui social, da parte della Lega e dei CinqueStelle; dannose però per far sventolare la bandiera italiana al tavolo europeo.
Il Parlamento europeo si è riunito, utilizzando ampiamente le tecnologie informatiche, per dire la sua sull’azione coordinata dell’Unione europea nel contrasto al Covid-19 e nella risposta alle difficoltà economiche create dalla pandemia. Il Parlamento ha così voluto precedere il Consiglio europeo del 23 aprile nel quale i governi sono chiamati a trovare il consenso necessario per coordinare le due risposte: un atto politico rilevante, anche se nono vincolante per il Consiglio.
Infatti la risoluzione su cui votare è concordata da Popolari, Socialisti, Liberali e Verdi; viene approvata a larga maggioranza, con 395 sì, 171 contrari e 128 astenuti. Così il David Sassoli, il presidente dell’Europarlamento, può dire: “Potrò andare al prossimo Consiglio Ue del 23 aprile con un’indicazione chiara di quella che è la volontà del Parlamento rispetto agli strumenti e alle modalità con cui dobbiamo organizzare l’uscita dall’emergenza e la ricostruzione”.
Impiccati alle bandierine – Un altro italiano ci sarà a quel Consiglio europeo, il primo ministro Giuseppe Conte, ma sarà balbettante, perché lui un’indicazione chiara non ce l’ha: la risoluzione di oggi al Parlamento europeo è stata infatti approvata da Partito Democratico, Forza Italia e Italia Viva; è stata bocciata da Lega, Fratelli d’Italia e tre eurodeputati CinqueStelle; tutti gli altri pentastellati sono astenuti. Maggioranza e opposizione italiane si sono frantumate e mischiate in Europa, di fatto togliendo la parola all’Italia nella trattativa e nella sintesi che il Consiglio europeo deve fare il 23 aprile. La posizione italiana è resa ancor più debole dai voti su singoli punti della risoluzione europea.
La responsabilità maggiore di questa debolezza ricade ovviamente sui CinqueStelle, la maggiore forza politica italiana, che esprime anche il Presidente del Consiglio. I pentastellati hanno impiccato l’Italia e il governo alle loro bandierine, indipendentemente da quello che rappresentano. Contrari al Fondo Salvastati, il Mes, lo hanno bocciato anche se tutti – in Italia e in Europa – hanno spiegato che il meccanismo messo in atto per la sanità europea del Mes conserva solo il nome, ma non ha più lo stesso contenuto; niente da fare: come un astemio assetato che si rifiuta di bere l’acqua solo perché è stata raccolta in una bottiglia da spumante. Profeti dei “coronabond”, non hanno voluto sentir parlare d’altro: così hanno votato contro i “Recovery bond”, finanziati dal bilancio europeo, quindi un inizio almeno della mutualizzazione europea del debito; niente da fare, perché non ci chiamano “coronabond”; niente da fare anche se questo strumento è stato proposto dai francesi che per il momento sono l’alleato più forte per l’Italia al tavolo europeo.
Un voto sui “coronabond” c’è stato; l’ha proposto un emendamento dei Verdi, che avrebbe consentito di condividere in futuro il debito degli Stati dell’Unione. Il Partito Democratico, il M5S e Fratelli d’Italia l’hanno approvato; Italia Viva si è astenuta. Lega e Forza Italia, sempre lamentosi nei confronti dell’Europa che non fa niente per l’Italia, hanno votato contro: risultato i coronabond non sono stati inseriti nella risoluzione finale; la mozione è stata bocciata con 326 voti contrari, 282 favorevoli e 74 astenuti: i voti di Lega e Forza Italia sarebbe bastati a farla approvare.
Senza alleati – Anche in questa occasione solo il Partito Democratico dimostra di essere l’unico partito con una linea di governo e con una capacità di confrontarsi in Europa.
Forza Italia, ondeggia sui voti intermedi al pari del partito di Renzi, anche se entrambi recuperano nel voto finale. Fratelli d’Italia sono per i coronabond e per i recovery bond, ma si ritrova con la Lega nel voto finale. La Le vota contro a tutti, dimostrando che l’obiettivo della sua battaglia politica è l’Europa non la ricostruzione dell’Italia dopo il Covid-19.
Sparpagliati su tutto, noi italiani siamo finiti isolati.
Prendiamo il Mes: Spagna, Portogallo, Irlanda e perfino la Grecia stanno dando la loro adesione e si tratta di popoli che in un recente passato hanno subito i rigori del Fondo Salvastati; almeno queste disponibilità dovrebbero indurre ad andare alla sostanza della nuova linea di credito europea destinata a coprire le spese dirette e indirette di sanità e prevenzione del contagio fino al 2 per cento del Pil dei paesi che ne faranno richiesta), senza condizionalità.
Prendiamo gli eurobond, introdotti come principio di mutualità con i Recovery Bond ideati da Macron: la Lega sostenuto le posizioni dei sovranisti e degli olandesi, proprio quelli che la stessa Lega a casa propria definisce i nemici dell’Italia: voto inutile, comunque, perché non crea alleanze. Il risultato più dannoso delle posizione assunte da troppi eurodeputati italiani riguarda proprio le alleanze: in un momento in cui occorre tessere rapporti che consentano anche ai governi tedesco e olandese di fare passi avanti, i voti espressi a Strasburgo tra ieri e oggi vanno nella direzione opposta a quanto sostenuto dal governo italiano e minano la affidabilità dell’Italia.
Comunque il nostro primo ministro Giuseppe Conte al Consiglio europeo del 23 potrà contare sulla mozione del Parlamento europeo. Scrive su Twitter il segretario del PD Nicola Zingaretti: “Con il voto di oggi il Parlamento europeo aiuta l’Italia, la sua economia, le imprese, il lavoro. La destra italiana no”.

17 aprile 2020