L’Europa torna a finanziarsi in proprio

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Obbligazioni dell’Unione per reperire 33 miliardi destinati alla ripresa ucraina.

È già stato fatto per il Covid. Forse si va verso un’unione fiscale.

È passato in sordina un fatto accaduto il primo febbraio scorso a Bruxelles, mentre i trattori rombavano per le strade del quartiere europeo. Il Consiglio europeo, in una riunione straordinaria sulla revisione del quadro finanziario pluriennale 2021-2027, trovava l’accordo necessario per erogare ulteriori finanziamenti su importanti capitoli di spese.

Uno di questi è la creazione di uno strumento finanziario per l’Ucraina per il periodo 2024-2027, con questa premessa “Per contribuire alla ripresa, alla ricostruzione e alla modernizzazione del paese, promuovere la coesione sociale e la progressiva integrazione nell’Unione in vista di una possibile futura adesione all’Unione”. Si tratta di 50 miliardi di euro, ci cui 33 miliardi finanziati con l’emissione di debito europeo sul mercato, con lo stesso meccanismo del Next Generation EU. Dunque la cifra stanziata non proviene da altre fonti già esistenti. I restanti 17 miliardi sono invece riassegnazioni di fondi esistenti.

Si è rotto il tabù di non ricorrere al debito europeo

La novità sta dunque nel ricorso al debito pubblico europeo, che era stato utilizzato nel 2020 per finanziare il Next Generation EU (recepito nel 2021 in Italia con il nome di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) durante la pandemia del Covid-19 quale eccezione irripetibile. Questa era infatti la condizione posta dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, per rivedere la sua affermazione che mai si sarebbe fatto debito europeo finché lei era viva. Allora in Parlamento europeo votarono contro i Conservatori (di cui fa parte Fratelli d’Italia) e Identità e democrazia (cui aderisce la Lega), perché capivano che questa decisione avrebbe portato a una sovranità europea. La Lega poi votò a favore solo nell’ultima votazione, dopo essere entrata nel Governo Draghi.

Ma il tabù ora si è rotto. E infatti il Parlamento europeo, la Commissione europea, e la Banca Centrale europea hanno più volte auspicato che questo strumento sia stabilmente a disposizione dell’Unione Europea per finanziare investimenti essenziali, quali la transizione ecologica, l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, oltre alle possibili spese per la sicurezza se verrà meno la presenza degli Stati Uniti.

L’Unione Europea sarà anche fiscale?

Da più parti è stato osservato che il debito pubblico europeo implica una fiscalità europea volta ad assicurare le entrate necessarie a pagare gli interessi, e poi ripagare il debito. E una fiscalità europea richiede meccanismi decisionali efficaci, a partire dal superamento dell’unanimità e dal conferimento all’UE di competenze e poteri adeguati. Il Consiglio europeo di marzo dovrebbe avere in agenda la proposta di riforma dei Trattati approvata a novembre dal Parlamento europeo, che va in questa direzione.

10 febbraio 2024

In copertina

Una raffigurazione simbolica della moneta unica  – EC, Audiovisual Service – © European Union, 2024