A Due Carrare per la compilazione collettiva della “Bussola”.
La positiva esperienza di condivisione è stata promossa dalla segreteria provinciale di Padova.
Alla domanda su quale dovrebbe essere il ruolo principale di un iscritto al Partito Democratico oltre la metà (56,5 per cento) risponde: “Essere consultato direttamente sulle decisioni più importanti nella formulazione della linea politica del partito”. Non si lasciano quindi sfuggire la proposta della segretaria provinciale del PD padovano, Sabrina Doni, di ritrovarsi per compilare collettivamente “La Bussola”, il questionario che la segretaria nazionale PD ha proposto a tutti gli iscritti che vogliano contribuire al percorso del Congresso in questa prima fase costituente.
L’appuntamento è a Due Carrare, nella sala consiliare di Casa dei Carraresi, per venerdì 30 dicembre alle ore 16: data ed ora in cui è inconsueto “fare politica”. I Democratici padovani però ci sono: metà sono in sala e li accoglie Davide Moro, sindaco di Due Carrare; l’altra metà è collegata in videoconferenza; un segretario di circolo dell’Alta Padovana è presente dalla Polonia. È un’eredità organizzativa della pandemia “e in questo momento di riflessione sulla partecipazione il PD non può prescindervi”, dice nel dibattito Andrea Cesaro, che ha collaborato all’iniziativa proprio per la componente informatica. E cita il caso di genitori con figli che vogliano dire la loro nella vita del Partito Democratico.
L’organizzazione e il coordinamento dell’incontro sono affidati a Pietro Bonato. Avverte che “La Bussola” ha dei limiti nella qualità delle domande e anche nelle opzioni, però è uno strumento utile a livello nazionale ed anche a livello locale: i partecipanti all’incontro di Due Carrare non sono un campione – dice – ma è interessante e produttivo mettere insieme i punti di vista.
Anche per questo sovviene la tecnologia informatica: compila il questionario individualmente e senza un dibattito preventivo; chiuse le compilazioni, i contenuti sono elaborati in tempo reale e sullo schermo in sala e sugli schermi individuali di chi è collegato si possono leggere e commentare i risultati.
Quello più clamoroso è venuto dalle risposte alla prima domanda della parte riguardante la strutturazione del partito.
Alcuni ritengono che un partito può funzionare bene solo con un leader unico e forte che detta la linea e la fa rispettare. Altri sostengono che la leadership non sia così dirimente, che quello che conta è la classe dirigente nel suo complesso e la capacità di amministrare bene. Altri ancora danno invece più importanza agli ideali e ai valori che il partito esprime, o alle proposte programmatiche concrete che avanza. Considerando che sono tutti elementi importanti, qual è l’ingrediente determinante per il successo del Partito Democratico?
Il 47,8 per cento indica “Le proposte concrete avanzate dal partito”, a seguire “I valori e gli ideali di riferimento del partito” (34,8 per cento) e “La classe dirigente nel suo complesso” (17,4); per “Il/la leader” neanche una preferenza.
Il contenuto clamoroso è che il congresso è destinato proprio ad individuare una persona per la guida del PD (e i candidati sono per ora quattro). Certamente i convenuti in questa vigilia di San Silvestro un orientamento sul nome ce l’hanno, ma sanno che non sarà quel nome che conterà per il futuro del Partito Democratico. Infatti, il tema del segretario non emerge neppure durante il dialogo sui risultati del questionario.
Del resto un dirigente del PD “Deve saper condividere e promuovere il lavoro di squadra” è l’indicazione emersa dal 60,9 delle risposte ad una successiva domanda.
Ed è probabilmente in questa visione che si inserisce la preferenza di oltre la metà per l’elezione del segretario nazionale da parte degli iscritti (52,2 per cento); mentre il metodo delle primarie senza tessera raccoglie il 34,8.
Nella foto: Davide Moro, sindaco di Due Carrare.