Ha descritto le istituzioni del Veneto facendole sentire essenziali a territori e cittadini.
Con lo stesso spirito ha lavorato nei giornali e negli enti pubblici.
Per Francesco Cassandro la morte è arrivata inaspettata e veloce come i fatti di cronaca che ha raccontati per mezzo secolo. Giornalista professionista, è morto a 71 anni domenica 11 febbraio all’ospedale di Camposampiero, ad appena due giorni dal ricovero. Ne aveva 21 di anni quando era iniziata la sua prima collaborazione giornalistica.
Cassandro è stato un giornalista del territorio, quello di Padova e della sua provincia, di cui ha descritto non solo la vita ma soprattutto la “natura”. Per farlo, ha utilizzato la conoscenza profonda della politica locale, che gli derivava sia dall’adesione giovanile alla Democrazia Cristiana sia dalla frequentazione professionale con le istituzioni pubbliche locali e le persone che non solo le rappresentavano ma le facevano sentire essenziali ai territori e alle persone che ci vivevano.
Il suo modo di “prendere parte”
È stato un giornalista politico, anche quando da vice capocronista al Gazzettino era indubbiamente rischioso “prendere parte”. Francesco Cassandro ha saputo farlo con intelligenza e professionalità, tanto che ha costruito stima e consuetudine, anche amicizie durature, in persone di diverso orientamento e durante il tempo incerto della trasformazione politica del territorio veneto con la fine della Dc e l’affermarsi della Lega e di Forza Italia.
Checco ha “preso parte”. Per questo è capitato che la “natura” del Veneto che egli descriveva sul Gazzettino fosse diversa da quella che io descrivevo contemporaneamente sulla Difesa del Popolo. Tuttavia, con lui non c’è mai stato motivo di contrapposizione: i nostri erano racconti diversi, ma in qualche maniera complementari: la matrice culturale era la stessa, quella cattolico-democratica, ed anche la motivazione era la stessa.
“Dedichiamo questi scritti a quanti, nelle istituzioni, nei partiti, nelle associazioni, nel semplice ma impegnato dovere di cittadinanza, hanno a cuore il bene comune, e operano con lungimiranza e passione a servizio delle loro comunità”.
Con queste parole Francesco Cassandro conclude la prefazione del suo libro Luigi Gui. Il ministro della scuola media gratuita e per tutti, uscito giusto un anno fa, nel febbraio del 2023.
Le ricette della politica e del giornalismo
Si tratta della riedizione di una lunga intervista con Luigi Gui, che Cassandro aveva pubblicato nel 1994 per l’editrice Gregoriana di Padova. La prima edizione era uscita con il titolo Il coraggio della politica. Luigi Gui. Quasi trent’anni dopo Cassandro ha ritenuto che quel suo intenso colloquio con uno dei Padri della Repubblica e dei costruttori della classe politica veneta conservasse piena attualità.
E certamente lui stesso vi si riconosceva, pur non essendo mai stato un “moroteo”. Mi pare di poterlo dire, rileggendo altre righe della stessa prefazione.
Nella notte delle ideologie e dei valori, in un tumultuoso scorrere di mediocri cronache, la vita di Luigi Gui mantiene la freschezza e il profumo delle antiche ricette accantonate troppo frettolosamente dai riti della politica-spettacolo: la competenza, il senso del dovere, il rigore della militanza, il rispetto delle istituzioni.
Queste ricette – la competenza, il senso del dovere, il rigore della militanza, il rispetto delle istituzioni – Francesco Cassandro le ha utilizzate nel suo giornalismo, che non è stato solo quello di articoli di giornale.
Dall’inizio all’ospedale “Pietro Cosma” di Camposampiero e poi avanti nel tempo nel Comune di Padova , nella Provincia di Padova, nel Consiglio regionale del Veneto, nella Federazione dei Comuni del Camposampierese fino all’ultimo libro-intervista alla prima donna sindaco di Cavallino Treporti, Cassandro ha praticato il giornalismo per dare voce alle istituzioni del territorio, in modo che fossero più compiutamente conosciute dai cittadini e raccontate con maggiori conoscenze dai colleghi dei giornali e delle televisioni.
I rapporti tra i cittadini e la Repubblica
È questo un giornalismo spesso considerato di minor pregio. Non lo è in generale e tanto meno se praticato da professionisti competenti e culturalmente motivati come Francesco Cassandro. È una forma ancor più “delicata” di giornalismo politico, perché fa diventare notizia non le proprie idee, ma le istituzioni pubbliche, con ciò provando a tenere vivi e positivi i rapporti tra i cittadini e la Repubblica.
Leggo questa attitudine professionale di Francesco Cassandro a “legare” positivamente cittadini e istituzioni proprio nella scelta che ha fatta ripubblicando la sua intervista a Luigi Gui. Da Il coraggio della politica. Luigi Gui il titolo diventa Luigi Gui. Il ministro della scuola media gratuita e per tutti. Nel 1994 era importante per i cittadini sapere che esistevano anche politici coraggiosi; nel 2023 è necessario ricordare che al centro della politica ci sono le persone, tutte.
DIARIO DI COMUNITÀ / LUNEDÌ 12 FEBBRAIO 2024
In copertina
Un ritratto di Francesco Cassandro (Pionca, 16 luglio 1952 – Camposampiero, 11 febbraio 2024) per la copertina del suo libro C’è sempre una storia (2020).