La multinazionale francese Michelin potenzia il “salario dignitoso”.

Una storia aziendale che incrocia la Dottrina sociale della Chiesa.
Due decisioni su stipendi rimbalzano questa settimana dalla Francia all’Italia. Fanno notizia da noi perché sono decisioni di due multinazionali che hanno dipendenti e clienti anche in Italia.
Notizie da Stellantis e da Michelin
In ordine di tempo (martedì 16 aprile) fa notizia lo stipendio di 36 milioni e 500 mila euro assegnato per l’anno 2023 dal gruppo automobilistico Stellantis al proprio amministratore delegato Carlos Tavares. In Stellantis è incorporata Fiat ed è quindi notizia di casa anche in Italia. In Francia hanno fatto un conto: in Stellantis un operaio alla catena di montaggio con contratto interinale dovrebbe lavorare 1.586 anni per portare in famiglia i soldi che il suo capo porta in un solo anno.
La seconda notizia è di due giorni dopo (18 aprile): la Michelin, multinazionale degli pneumatici, ha deciso che garantirà un “salario dignitoso” a tutti i dipendenti del gruppo in tutti il mondo. Oltre tremila di questi dipendenti sono in Italia, mentre sulle strade italiane circolano da decenni e decenni pneumatici Michelin.
Anche questa è – dunque – una notizia italiana. Può diventare ancor più “locale” se suggerisce un confronto politico con la scelta della destra nostrana di non confrontarsi neppure con l’esigenza di un salario minimo, che invece c’è un Francia e che la Michelin, comunque, supera al proprio interno con il “salario dignitoso”.
Nell’UN Global Compact
Definizione e contenuto di salario dignitoso non sono un’invenzione della multinazionale francese. Nel suo comunicato stampa la Michelin scrive, infatti, di adottare il salaire décent come versione francese della definizione inglese living wage, concetto definito dall’United Nations Global Compact, l’accordo non vincolante con il quale dal 2000 le Nazioni Unite mirano fin dal a livello mondiale ad incoraggiare le aziende e le imprese a adottare politiche sostenibili e socialmente responsabili. La multinazionale Michelin è uno dei soggetti sottoscrittori dell’UN Global Compact dal 2010, tanto che all’inizio di quest’anno ha ricevuto la certificazione Global Living Wage Employer.
La decisione di giovedì 18 aprile sviluppa a livello mondiale l’impegno di Michelin ad assicurare a tutti suoi lavoratori uno stipendio almeno equivalente al living wage. Lo stipendio diventa dignitoso, è scritto nell’UN Global Compact, quando consente a ciascun lavoratore di provvedere ai bisogni essenziali della propria famiglia (alimentazione, alloggio, trasporti, istruzione dei figli, spese sanitarie, ecc.), ma anche di costituire un risparmio precauzionale e di acquistare beni di consumo.
La paga misurata sulla famiglia
È dunque un concetto che va oltre il criterio della contrattazione sindacale e tiene conto della vita complessiva del lavoratore. La paga è misurata non solo sul contributo del lavoratore alla vita dell’azienda, ma anche sulle conseguenze per la vita familiare del lavoratore.
“È un impegno logico rispetto a tutti i dipendenti del gruppo. Essi consacrano del tempo a svilupparsi e a sviluppare l’azienda e noi, in cambio, gli diamo i mezzi come minimo per una famiglia di quattro persone – due genitori e due figli – in modo che un solo stipendio consenta di procurarsi un alloggio, cibo, ma anche svago, un po’ di risparmi…”, conferma all’agenzia France Presse l’amministratore delegato di Michelin, Florent Menegaux.
La vita dignitosa di una famiglia come misura della dignità di uno stipendio richiama dottrine sociali ed economiche che il capitalismo occidentale contemporaneo non solo non pratica, ma spesso disconosce o critica apertamente come non economiche. La Dottrina sociale della Chiesa, ad esempio, è generalmente ignorata (ed ampiamente sconosciuta); non appare un modello per la modernità, nonostante si sia rivelata profetica negli ultimi due secoli e continui ad esserlo in questi decenni del Duemila.
Anche per questo Michelin fa notizia. Su Avvenire di venerdì 19 aprile Daniele Zappalà proposte questa annotazione.
Di certo, per Michelin, si tratta pure di una scelta coerente con un’etica imprenditoriale che i fondatori, i fratelli André e Édouard vollero in ascolto della Dottrina sociale della Chiesa. In nome della stessa etica, il gigante non ha mai spostato la propria sede sociale dalla culla storica a Clermont- Ferrand, la città natale del grande filosofo Blaise Pascal, in quell’Alvernia montagnosa che è geograficamente il cuore roccioso della Francia, rappresentando pure ancor oggi una delle contrade transalpine più segnate dalla fede.
Se arriva un bambino…
La “segnalazione” di Daniele Zappalà che le relazioni industriali di Michelin hanno una base nella Dottrina sociale della Chiesa trova la conferma in un altro punto del comunicato della multinazionale francese. È sintetico nella esposizione e molto chiaro. Lo trascrivo.
L’effettiva attuazione del salario dignitoso integra l’attuale implementazione di una base di protezione sociale universale come parte del “Programma Michelin One Care”. Questo programma garantisce a tutti i dipendenti del Gruppo nel mondo una serie di benefici sociali, basati su tre priorità:
- offrire tempo per accogliere un bambino, con l’istituzione di un congedo di maternità/adozione di almeno 14 settimane e di paternità/adozione di almeno 4 settimane, retribuiti al 100%.
- tutelare la famiglia del dipendente deceduto, con il pagamento di un’indennità in caso di morte pari ad almeno un anno di stipendio reale e di una pensione scolastica per i figli fino al termine degli studi superiori e qualunque sia l’anzianità del dipendente.
- offrire l’accesso a un programma sanitario per tutti i dipendenti e le loro famiglie, attraverso una copertura sanitaria che copra non solo il ricovero o le emergenze ma anche l’assistenza alla maternità, le visite e le cure ambulatoriali.
L’azienda non aggiunge altro.
Il riferimento anche di questo Programma è il lavoratore non come individuo-produttore, ma come persona di una famiglia. La vita di ogni famiglia dei lavoratori è considerata parte della vita aziendale: se vi entra un bambino (concepito o adottato), se c’è un figlio da far studiare, se bisogna organizzarsi per resistere alla malattia. Tutte condizioni di vita sulle quali le citazioni della Dottrina sociale della Chiesa sono numerosissime.
Cosa “fa notizia”
Tutte condizioni di vita nelle quali milioni di italiani si ritrovano. Eppure, gli stipendi alla Michelin hanno fatto meno notizia in Italia dello stipendio alla Stellantis. Quest’ultimo, trattato come “curiosità”, non aveva evidentemente bisogno di approfondimenti. Le politiche della Michelin, invece, si prestano ad approfondimenti e confronti anche nazionali, che risultano evidentemente… faticosi.
Succede così che sia la maggiore agenzia giornalistica italiana sia il maggiore quotidiano economico, parlino nel titolo di “salario decente”, traducendo ad orecchio la definizione in francese, mentre esiste consolidata la definizione italiana di “salario dignitoso”, cui appena un mese fa l’Ufficio per l’Italia dell’Organizzazione internazionale del Lavoro ha dedicato un interessante approfondimento.
21 aprile 2024
In copertina
L’immagine è tratta dalla pagina del Gruppo PD del Piemonte.