Intelligenza artificiale: critiche sull’attuazione del Regolamento europeo

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Una lettera di sedici associazioni culturali europei chiede modifiche alla bozza di Codice di buone pratiche.

Dal 2 febbraio è in vigore il divieto di pratiche di intelligenza artificiale che pongono un rischio inaccettabile per i valori e i diritti fondamentali europei.

Le sedici sigle sopra riportate rappresentano altrettante associazioni di soggetti europei titolari di diritti in tutte le industrie culturali e creative dell’Unione europea: editori di giornali e libri, produttori cinematografici e audiovisivi, agenzie fotografiche e biblioteche fotografiche, autori, compositori, società di gestione del copyright. Tutti questi hanno sottoscritto, lo scorso 27 gennaio, una lettera a Henna Virkkunen, vicepresidente esecutivo dell’Unione europea per la sovranità della tecnologia, la sicurezza e la democrazia, a cui compete quindi la materia dell’intelligenza artificiale.

È una lettera molto dura, che comincia così:

Stiamo scrivendo per esprimere le nostre serie preoccupazioni circa la seconda bozza del Codice di buone pratiche in materia di intelligenza artificiale per scopi generali”.

La lettera, lunga e circostanziata, si conclude con queste parole:

 “Rimaniamo impegnati a partecipare in modo costruttivo nel processo di elaborazione, ma un Codice non può stabilire uno standard di attuazione che mina gli obiettivi della legge sull’intelligenza artificiale, ignora gli interessi dei titolari dei diritti, crea incertezza giuridica e contravviene al diritto dell’UE. Esortiamo l’Ufficio AI a dare la priorità a questi miglioramenti necessari nella prossima bozza per garantire un quadro solido, inclusivo e giuridicamente valido”.

Nel Codice di buone pratiche deve esserci un’applicazione rigorosa della legge

Il Codice di buone pratiche è uno strumento previsto dal Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale, entrato in vigore il primo agosto 2024, ma che sarà operativo il 2 agosto 2025. Nel maggio precedente dovrà essere disponibile tale Codice, cosicché i soggetti che creano e usano l’intelligenza artificiale possano adeguarsi.

Prima di allora sono previste altre riunioni del gruppo di lavoro. Per questo le associazioni citate si sono affrettate a ribadire le loro posizioni, rimarcando che le osservazioni espresse dopo la pubblicazione della prima bozza non sono state considerate, anzi peggiorate:

Per quanto riguarda le questioni di fondamentale importanza della trasparenza e del rispetto del diritto d’autore, la seconda bozza si allontana ulteriormente dal raggiungimento degli obiettivi della legge”.

La lettera si sofferma sul diritto d’autore, oggetto di una direttiva europea del 2019 che riconosce a editori e autori il diritto a una remunerazione per l’uso dei loro prodotti.

La seconda bozza introduce elementi che indeboliscono le norme dell’UE in materia di diritto d’autore.

“Ad esempio, piuttosto che stabilire che i fornitori devono avere un accesso legale ai contenuti del copyright che utilizzano per la formazione, come richiesto dalla direttiva DSM (Direttiva sul diritto d’autore nel Mercato unico digitale) dell’UE, il progetto suggerisce che i fornitori di intelligenza artificiale potrebbero semplicemente dover fare “sforzi ragionevoli e proporzionati” per garantire l’accesso legittimo.

Inoltre, la seconda bozza suggerisce che quando i fornitori di intelligenza artificiale di uso generale utilizzano i set di dati di terze parti per formare i loro modelli, i fornitori devono semplicemente fare “sforzi ragionevoli e proporzionati” per ottenere garanzie dai fornitori di set di dati.

“Di conseguenza, i fornitori potrebbero essere esonerati ingiustamente dalla responsabilità del diritto d’autore a seguito di garanzie false da parte dei compilatori di dati, che a loro volta potrebbero basarsi in giurisdizioni in cui l’applicazione delle norme dell’UE sarebbe difficile o impossibile.

Altre osservazioni riguardano procedure introdotte dalla seconda bozza che contrastano con il Regolamento e che potrebbero aggirare il rispetto del diritto d’autore, oppure deroghe a favore delle piccole e medie imprese.

Anche Brando Benifei è per l’applicazione rigorosa del Regolamento

Contro un’interpretazione più permissiva è anche Brando Benifei, eurodeputato Pd che è stato relatore del testo e ora guida il gruppo che monitora l’implementazione.

Vogliamo essere certi – ha scritto sul sito degli Eurodeputati PD – che la Commissione e gli Stati Membri non cedano alle pressioni di alcune aziende Big Tech per annacquare l’applicazione delle norme, perché per noi uno sviluppo dell’intelligenza artificiale rispettoso dei diritti umani e dei diritti di lavoratori, dei consumatori così come delle piccole e medie imprese e delle istituzioni democratiche è assolutamente possibile”.

Gli usi vietati dell’intelligenza artificiale

Da notare che il 2 febbraio sono entrati in vigore i divieti di tutti i sistemi che costituiscono una minaccia alla sicurezza, ai mezzi di sussistenza e ai diritti delle persone. Alcuni esempi:

– il rating sociale: siti che permettono agli utenti di condividere valutazioni sul lavoro di insegnanti, medici, avvocati;

il riconoscimento delle emozioni in scuole e luoghi di lavoro;

– la polizia predittiva, cioè l’utilizzo di sistemi di IA da parte delle forze dell’ordine per fare previsioni statistiche di un crimine futuro;

il riconoscimento biometrico nei luoghi pubblici, cioè l’identificazione diuna persona sulla base di caratteristiche fisiologiche o del comportamento (ad esempio, riconoscimento tramite impronta digitale, tramite l’iride o la voce).

Dal 2 febbraio i produttori di questi sistemi hanno tempo fino al 2 agosto per toglierli dal mercato. Quello è infatti il termine entro il quale devono essere nominate e operative le autorità nazionali responsabili. In Italia, il disegno di legge n. 1146 del 2024 ha identificato due enti preposti: Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) responsabile della promozione e della conformità dei sistemi di IA, Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN): incaricata della vigilanza, incluse le ispezioni e le sanzioni. Eventuali sanzioni per violazioni potranno allora essere comminate. Rimangono ferme le attribuzioni del Garante per la protezione dei dati personali.

Infine il 2 agosto 2026 si applica il Regolamento nella sua interezza.

8 febbraio 2025

Per saperne di più

Regolamento (UE) 2024/1689 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 giugno 2024, che stabilisce regole armonizzate sull’intelligenza artificiale

Pagina della Commissione europea sull’intelligenza artificiale (AI Act)

La Commissione pubblica gli orientamenti sulle pratiche vietate in materia di intelligenza artificiale (IA), quali definite dalla legge sull’IA

Codice di buone pratiche in materia di IA per scopi generali

Pubblicata la seconda bozza del General-Purpose AI Code of Practice, redatta da esperti indipendenti

Atto Senato n. 1146- Disposizioni e delega al Governo in materia di intelligenza artificiale

In copertina

Un’interpretazione grafica dell’Europa e dell’Intelligenza artificiale. © Union européenne