Insegnare la pace all’intelligenza artificiale

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“Intelligenze artificiali e Pace” è il titolo del messaggio di Papa Francesco per la 57ª Giornata mondiale della pace.

La segnalazione degli algoritmi come possibili moltiplicatori di diseguaglianze.

Papa Francesco continua a precederci nella Terra che sarà. Là dove – ed è il luogo e il tempo che ci prefigura in questa occasione – anche la pace si confronterà con sfide che non conosciamo. “Intelligenze artificiali e Pace” è il titolo del messaggio di Papa Francesco per la 57ª Giornata mondiale della pace.

L’annuncio è stato dato l’altra settimana dal Dicastero vaticano per il servizio dello sviluppo umano integrale, in anticipo di quattro mesi rispetto all’8 dicembre, quando per consuetudine il messaggio papale viene pubblicato. La Giornata si celebrerà il 1° gennaio 2024.

Intanto ci mostrano i droni da guerra

L’accostamento tra pace e intelligenza artificiale è solo apparentemente una prospettiva futura su cui ragionare.

Nell’alternativa tragica alla pace che è la guerra, proprio la guerra in corso sul nostro suolo europeo, l’implementazione dei sistemi di offesa e di difesa con l’intelligenza artificiale non solo è già in atto, ma viene continuamente migliorata proprio con l’uso bellico. L’utilizzo su larga scala dei droni sia da parte della Russia sia da parte dell’Ucraina farà di questo armamento una componente essenziale degli arsenali militari di tutto il mondo. E i droni sono quello che viene mostrato alle opinioni pubbliche.

L’intelligenza artificiale può poi diventare decisiva nel determinare ingiustizie e diseguaglianze, cioè condizioni che minano le fondamenta della pacifica convivenza e portano al conflitto. Lo mette in evidenza proprio il comunicato vaticano con cui si annuncia il tema della Giornata della pace.

“Papa Francesco sollecita un dialogo aperto sul significato di queste nuove tecnologie, dotate di potenzialità dirompenti e di effetti ambivalenti. Egli richiama la necessità di vigilare e di operare affinché non attecchisca una logica di violenza e di discriminazione nel produrre e nell’usare tali dispositivi, a spese dei più fragili e degli esclusi: ingiustizia e disuguaglianze alimentano conflitti e antagonismi.

“La tutela della dignità della persona e la cura per una fraternità effettivamente aperta all’intera famiglia umana sono condizioni imprescindibili perché lo sviluppo tecnologico possa contribuire alla promozione della giustizia e della pace nel mondo”.

La “domesticazione” del computer sull’uomo

La segnalazione degli algoritmi come possibili moltiplicatori di diseguaglianze non è nuova da parte del Pontefice. Già nel 2020 aveva richiamato l’attenzione della Pontifica Accademia per la Vita.

“Dalle tracce digitali disseminate in internet, gli algoritmi estraggono dati che consentono di controllare abitudini mentali e relazionali, per fini commerciali o politici, spesso a nostra insaputa.

“Questa asimmetria, per cui alcuni pochi sanno tutto di noi, mentre noi non sappiamo nulla di loro, intorpidisce il pensiero critico e l’esercizio consapevole della libertà.

“Le disuguaglianze si amplificano a dismisura, la conoscenza e la ricchezza si accumulano in poche mani, con gravi rischi per le società democratiche”.

È da tempo che Papa Francesco rende attenti i credenti e le istituzioni internazionali ai dispositivi intelligenti, non per bloccarli ma per controllarne lo sviluppo e le implicazioni etiche.

Nell’enorme sviluppo dell’Intelligenza artificiale non è, in effetti, infondato il rischio di una possibile “domesticazione” del computer sull’uomo. E c’è un altro rischio: la “domesticazione” dell’uomo sull’uomo, ancora attraverso l’intelligenza artificiale. Applicazione ed evoluzioni diverse, dunque. Ed è anche per rendere fin da subito evidente questa duplicità della materia che il titolo del messaggio papale è al plurale: “Intelligenze artificiali e Pace”.

Ce n’è già più di una

La scelta grammaticale del plurale deriva dalla constatazione da parte di Papa Francesco delle diversità scientifiche e operative che già si sono formate nella generica materia dell’intelligenza artificiale. È contestualmente un invito a non valutare questa materia in astratto, ma a cominciare a misurarla nelle sue applicazioni.

Lo si ricava anche dal Bollettino della Sala stampa della Santa Sede che, annunciando il tema della Giornata del 1° Gennaio, ne anticipa alcune motivazioni.

“I notevoli progressi compiuti nel campo delle intelligenze artificiali hanno un impatto sempre più profondo sull’attività umana, sulla vita personale e sociale, sulla politica e l’economia.

“L’urgenza di orientare la concezione e l’utilizzo delle intelligenze artificiali in modo responsabile, perché siano al servizio dell’umanità e della protezione della nostra casa comune, esige di estendere la riflessione etica all’ambito dell’educazione e del diritto.

“La tutela della dignità della persona e la cura per una fraternità effettivamente aperta all’intera famiglia umana sono condizioni imprescindibili perché lo sviluppo tecnologico possa contribuire alla promozione della giustizia e della pace nel mondo”.

Non lasciare soli gli scienziati

Sono preoccupazioni per l’oggi, non solo per il tempo che verrà. “Si pensi alle problematiche di giustizia sociale emerse negli Usa con il controverso software predittivo Compas, secondo cui gli afroamericani avrebbero una più alta propensione al crimine”, ha fatto notare Benedetta Giovanola, docente di Filosofia morale dell’Università di Macerata e studiosa di Intelligenza artificiale.

Si comprende allora una delle probabili motivazioni del largo anticipo con cui Pontefice ha fatto conoscere il tema del suo messaggio. L’anticipo contiene un invito: dedicare questi mesi a verificare nell’esperienza di vita e nell’opinione pubblica la presenza dell’Intelligenza artificiale e di cominciare a produrre su di essa un confronto sociale e un dibattito politico.

“Esiste una dimensione politica nella produzione e nell’uso della cosiddetta “Intelligenza Artificiale”, che non riguarda solo la distribuzione dei suoi vantaggi individuali e astrattamente funzionali.

“In altri termini: non basta semplicemente affidarci alla sensibilità morale di chi fa ricerca e progetta dispositivi e algoritmi; occorre invece creare corpi sociali intermedi che assicurino rappresentanza alla sensibilità etica degli utilizzatori e degli educatori”.

È questo un altro passo del discorso di Papa Francesco per la Plenaria della Pontificia Accademia per la vita, il 28 febbraio 2020.

Oltre le curiosità e le paure

Nel frattempo, all’inizio di questa estate, il Parlamento europeo ha adottato un testo di legge che è la base per i negoziati con il Consiglio per arrivare alla “prima legge al mondo in materia di Intelligenza artificiale”, spiega l’europarlamentare italiano Brando Benifei, co-relatore del provvedimento.

Senza voler frenare l’innovazione, la posizione del Parlamento pone “come punto fermo l’essere umano e i suoi diritti fondamentali, che devono rimanere il centro dell’approccio europeo all’Ia. Ci batteremo con il Consiglio nei prossimi mesi, per difendere questo approccio e contrastare i pericoli alla nostra libertà che in troppe parti del continente è all’ordine del giorno”, aggiunge Benifei; ed assicura che nell’interesse degli europei gli europarlamentari non si faranno “influenzare da tentativi che potrebbero arrivare da grandi imprese o istituzioni governative”.

Approfondire il tema “Intelligenze artificiali e Pace” può anche essere utile per affiancare la discussione in sede europea con una discussione politica e culturale in Italia. Finora l’opinione pubblica è stata sollecitata prevalentemente con le curiosità e le paure. Né le une né le altre sono in grado di far funzionare al meglio tutta la nostra intelligenza naturale.

20 agosto 2023

Immagine di copertina

Illustrazione da Dicastero per il servizio allo Sviluppo umano integrale