Imprenditore e impresario: la differenza secondo Ciriaco De Mita

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La citazione nell’ultima intervista a Giuseppe De Rita.

È utile ricordare oggi la tradizione democristiana più importante, quella di Sturzo, De Gasperi e Moro.

Valdagno (Vicenza), 20 giugno 2023

Caro Bedin,

sollecitato dalla tua Cartolina dedicata a Fernando De Marzi, sono andato a leggermi l’intervista di Angelo Picariello a Giuseppe De Rita su Avvenire. Al fondatore del Censis sono rivolte domande che riguardano Silvio Berlusconi; le considerazioni sui cattolici in politica arrivano solo alla fine.

Di Berlusconi dice De Rita all’inizio dell’intervista: “Ha trasferito in politica le sue indubbie capacità di imprenditore, o meglio di impresario. Ma la politica è un’altra cosa”.

Sollecitato dal giornalista Angelo Picariello, spiega la differenza: “L’espressione non è mia. La tirò fuori De Mita dopo averlo incontrato: Più che un imprenditore mi sembra un impresario, disse. Un organizzatore di eventi, un po’ come gli impresari dell’opera lirica dell’Ottocento. Capace di organizzare le emozioni. Lo ha fatto nel settore immobiliare, nell’emittenza televisiva, nel calcio. Abilissimo a organizzare la scena, a reclutare i tenori”.

Tu, caro Bedin, sei arrivato a Fernando De Marzi; Giuseppe De Rita sull’argomento centrale ha fatto ricorso a Ciriaco De Mita. Mi sembra puntuale (e puntuta) la sua citazione e mi pare utile riportarla.

Ciriaco De Mita era sembrato a molti poco comunicativo, poco ‘televisivo’; indugiava lunghi “ragionamenti” di cui capitava di perdere il filo. Le sue idee però erano chiare e per questo la “gente” ne capiva la sostanza.

Luciano Gonella

Commenta Tino Bedin

Delle molte parole interessanti dell’intervista a Giuseppe De Rita ho accuratamente scelto quelle riguardanti i cattolici in politica, perché è un tema ineludibile (anche se non fa “notizia”) in questa fase della vita collettiva sia nazionale che internazionale. Non volevo poi associarmi alla “sbornia di analisi” su Berlusconi, come la definisce proprio De Rita, che annota: “Pagine e pagine dedicate alla sua scomparsa, le considero un po’ esagerate”.

L’amico, Luciano Gonella, fa bene a richiamare Ciriaco De Mita e ad insistervi. Egli è stato un uomo di partito e un uomo di Stato, ha contribuito a rinnovare il quadro politico nazionale tenendo ben salda la Costituzione.

De Mita, come De Marzi, era un popolare. Si collegava alla tradizione democristiana più importante, quella di Sturzo, De Gasperi e Moro. Non una contrapposizione tra classi sociali, ma una prospettiva comune, in uno Stato che deve essere al servizio del cittadino e non il contrario.

“Ha servito il nostro Paese con l’intelligenza della fede. Da laico cristiano De Mita ha sempre pensato al popolo”, ha detto nel corso dell’omelia della cerimonia funebre un anno fa il vescovo mons. Pasquale Cascio.