CARTOLINA / Martedì 27 giugno 2023
Anziani da assistere ci sono in tutta l’Europa. In un report di Caritas Europa anche la situazione nei Paesi di origine di badanti e collaboratori familiari.
“Sindrome Italia” è il nome dato da due psichiatri ucraini, Andriy Kiselyov e Anatoliy Faifrych, ad una specifica forma di depressione di molte donne tornate in patria dall’Italia dopo avervi lavorato per anni come badanti.
Era il 2005. Molti lavoratori, soprattutto donne, lasciano tuttora i propri Paesi di origine come Moldova, Romania, Ucraina, Bulgaria per lavorare come badanti in cari Stati europei con stipendi più alti che in patria.
Adulti all’estero, bambini e vecchi in patria
Una conseguenza: nelle comunità di origine delle badanti centinaia di migliaia di bambini crescono con una presenza limitata dei genitori, accuditi spesso da nonni, zii, fratelli maggiori.
Un’altra conseguenza: in quelle stesse comunità molte persone anziane non possono contare sull’assistenza e sulla vicinanza, che lavorano all’estero proprio nell’assistenza di altri anziani. E si tratta di Paesi nel quali “regolari servizi di cura socio-assistenziale sono rari, e perfino inesistenti nelle zone rurali e nelle piccole città”.
Citazione e informazioni sono nel report “Invecchiare con dignità” nel quale Caritas Europa descrive la situazione dell’invecchiamento e della scarsità di cure assistenziali in Europa. In Italia il report di Caritas Europa è stato presentato dal quotidiano Avvenire.
Un cerotto su un problema strutturale
Il report è la sintesi di analisi in tredici Paesi europei e dell’esperienza di servizio delle Caritas nazionali. Contiene quindi molti dati su cui è urgente fare scelte politiche e comunitarie.
Tra questi sono finora poco considerate le conseguenze sociali legate alla lontananza da casa, al logoramento delle famiglie e alle vite trascorse in transito da badanti e collaboratori domestici che lavorano all’estero, compresa l’Italia.
Qui da noi si coglie – ovviamente – il contenuto positivo delle migrazioni regolari di persone in grado di dare un contributo alla serenità familiare.
Caritas Europa avverte che questa mobilità del lavoro è solo “un cerotto su un problema più grande e decisamente strutturale”: l’assistenza a lungo termine nel “Vecchio Continente”; “vecchio” – ora – non solo per ragioni storiche, ma anche per dati anagrafici.