Con lo smart working si possono fare… più genitori

/

La Destra di governo, che pure ha istituito il ministero della Natalità, va in direzione opposta.

Se mamma e papà sono dipendenti pubblici, il figlio ha meno bisogno dei genitori. È scritto in una legge italiana entrata in vigore martedì 4 luglio 2023.

Credo che nessun pedagogista lo abbia mai pensato e dubito molto che ci siano ricerche (e quindi prove) scientifiche in materia. Questa è però la convinzione del Governo Meloni, il cui decreto in materia di lavoro agile è stato condiviso dalla Destra parlamentare, che lo ha convertito nella legge 2023/85, pubblicata lunedì sulla Gazzetta Ufficiale.

Spiega lo stesso Ministero del Lavoro che la legge 3 luglio 2023, n. 85  ha prorogato al 30 settembre 2023 il diritto per i lavoratori fragili nel settore pubblico e privato di svolgere la prestazione lavorativa in modalità di lavoro agile.

I “lavoratori genitori” sarebbero diversi a seconda del datore di lavoro

Per legge, i “lavoratori fragili” sono giustamente tutti uguali.

Per legge, proprio la stessa legge, i “lavoratori genitori” sono diversi a seconda del datore di lavoro. È sempre il Ministero del Lavoro che si premura di dare “altresì avviso che è stato anche prorogato al 31 dicembre 2023 il diritto di svolgere la prestazione lavorativa in modalità di lavoro agile per i lavoratori dipendenti del settore privato che abbiano almeno un figlio, minore di anni 14”.

Se il bambino ha il papà o la mamma che lavora in municipio dovrà cavarsela da solo; se invece mamma o papà lavora nell’azienda di servizi ecologici (che ha per azionista il Comune) potrà contare sulla presenza in casa di un genitore.

Lo smart working costa forse di più del lavoro in presenza? Questa può essere l’unica scusa (non la giustificazione) avanzata per sostenere la discriminazione. E il settore pubblico non sarebbe in grado di sostenere una spesa aggiuntiva che si mette invece, per legge, a carico del settore privato?

Grandi spese non devono comunque essere prevedibili, visto che non si sono sentite lagnanze da parte delle imprese durante tutta la lunga fase di conversione del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48 del Governo Meloni.

Rapporti interpersonali più difficili

Landini riferisce che al recente incontro col ministro della Salute ha sottolineato l’urgenza di “fare assunzioni, di aumentare i medici e gli infermieri, ma questo non sta succedendo. L’incontro con il ministro è servito soltanto a fissare un nuovo incontro per fine luglio”.

Non è solo una richiesta sindacale. A milioni di italiani diventa drammaticamente più chiaro che c’è un legame stretto tra la precarietà in cui precipitano quando diventano pazienti e le condizioni di lavoro del personale sanitario, sia che si tratti di personale delle Ulss sia che si tratti di medici di medicina generale. “La carenza di personale medico e infermieristico causa un aumento dei carichi di lavoro e il peggioramento del clima aziendale”, ha recentemente osservato Luca Barutta, segretario regionale veneto dell’Anaao Assomed, il sindacato dei medici ospedalieri. Ci sono frustrazione e la rabbia tra gli operatori sanitari e sociosanitari pubblici che non riescono a fornire le cure adeguate ai pazienti e che per questo sono più esposti a episodi di violenza.

Stretto rapporto tra organizzazione del lavoro e natalità

È proprio il governo che ha istituito, di nome, il ministero per la Natalità.

Lo stretto rapporto tra organizzazione del lavoro e natalità è esperienza quotidiana di milioni di coppie, oltre ad essere ampiamente documentato. È un rapporto sul quale è importante intervenga anche la contrattazione collettiva, ma è la comunità che deve fare la parte principale attraverso la legislazione e i servizi. L’una e gli altri devono accrescere la possibilità per i neogenitori di continuare a lavorare e anche di continuare a far carriera.

Un orario di lavoro che permetta a chi ha figli di seguirli è una di queste possibilità. Lo smart working si presta a realizzarla. Integrato in un sistema di servizi alla famiglia, il lavoro da casa amplifica i benefici che si ottengono con gli stessi servizi, dando anche a questi elasticità e durata nel tempo, anche oltre la prima infanzia.

I figli non sono solo bambini. Una comunità che si prende cura delle future generazioni si occupa non solo dei bambini ma anche degli adolescenti. Gli asili nido sono decisivi per i genitori, ma per i ragazzi è l’adolescenza il periodo più difficile.

L’impegno educativo ridotto a guardiania

La Destra di governo, con il suo ministero della Natalità, scrive in una legge che l’età di cura dei figli finisce a 14 anni. E sei già fortunato a poterne tenere conto se sei un dipendente privato.

Neppure questa condizione basta in tutti casi. Il Ministero del Lavoro, nella nota che ho già citata, avverte espressamente che il diritto vale “a condizione che nel nucleo familiare (…) non vi sia genitore non lavoratore”.

In una sola riga di una sua legge la Destra si dichiara estranea al lungo e faticoso riconoscimento del lavoro domestico e della condivisione familiare e riduce l’impegno educativo a guardiania.

Risorse adeguate sono vitali per il servizio sanitario nazionale. L’adeguamento delle risorse deve essere esclusivamente dedicato in questa situazione al personale. Senza assunzioni e senza rinnovi contrattuali le risorse servirebbero a pagare appalti e privatizzazioni, cioè ad indebolire ulteriormente il servizio sanitario nazionale.

9 luglio 2023

Immagine di copertina di Ian Harber su Unsplash.