Compleanno di libertà e di democrazia

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La Festa della Repubblica è festa di noi cittadini: italiani, ma anche europei (avverte il Presidente Mattarella).

“Repubblica, la festa siamo noi”: oggi, 2 Giugno, il quotidiano Avvenire apre con questo titolo. È proprio così. Per questo che da molti anni (interrotti solo dalle restrizioni sanitarie del Covid) ci riuniamo a Isola dell’Abbà per il Pranzo della Repubblica. Siamo in casa di un’amica; il menù, allestito anche in altre case, è – di etichetta – tricolore. Eppure non è mai stato vissuto come un appuntamento privato.

Infatti, scrive oggi nell’editoriale di Avvenire Danilo Paolini: “È proprio ciò che siamo chiamati a festeggiare oggi, circondati come siamo da guerre vicine, lontane, visibili o nascoste, da regimi autoritari sempre più diffusi, dall’onda montante di nazionalismi e populismi, perfino da spinte interne verso riforme che rischiano di minare i già difficoltosi equilibri istituzionali: la Repubblica intesa come corpo sociale, civile, economico. Insomma, i festeggiati siamo noi cittadini, tutti. come corpo sociale, civile, economico. Insomma, i festeggiati siamo noi cittadini, tutti. Non un esercito, un’armata, ma un Paese intero inteso come comunità di popolo”.

Cosa c’è nel futuro

In questo senso la celebrazione della Festa della Repubblica non è prevalentemente il ricordo del 2 Giugno 1946; non lo è in generale e non lo è mai stata e non lo è neppure qui a Isola dell’Abbà, tra Padova e Piove di Sacco. È piuttosto un ritrovarsi per festeggiare un compleanno, cioè farci gli auguri per il futuro.

Lo ha sintetizzato ottimamente ieri sera il Presidente Sergio Mattarella al tradizionale concerto per la Repubblica al Quirinale.

“Il 2 giugno è Festa degli Italiani, il momento celebrativo della nascita della Repubblica, i cui principi sono custoditi nella Carta costituzionale di cui celebriamo, quest’anno, il 75mo anniversario dell’entrata in vigore”.

Della Costituzione che sta consentendo a ciascun italiano di celebrare la Repubblica, Mattarella quest’anno sottolinea particolarmente un contenuto: “La Costituzione repubblicana figlia del riscatto dalle tragiche esperienze della dittatura e del Secondo conflitto mondiale, indica il ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie. Si tratta di un principio attualissimo e profondamente sentito, di cui l’inaccettabile aggressione della Federazione Russa all’Ucraina rappresenta la più brutale ed evidente negazione”.

Il Presidente condivide con ciascun italiano (anche con il nostro gruppetto riunito a Isola dell’Abbà) le preoccupazioni per le “conseguenze di questa guerra insensata, i cui effetti si vanno ripercuotendo sull’ordine internazionale pazientemente costruito dopo il 1945”. Apre però uno spiraglio alla speranza: “Assistiamo oggi con attenzione e interesse a tentativi di individuare sentieri di dialogo per giungere alla pace”.

L’Europa siamo noi

In questo compleanno 2023 della Repubblica, in questo collettivo compleanno di libertà e di democrazia, non sembra tuttavia il filo pace-guerra che Sergio Mattarella invita a continuare a tessere. Egli ci aiuta ad individuare nel “processo di integrazione europea, che da quasi settant’anni garantisce libertà e opportunità di crescita agli Stati che ne fanno parte” la condizione strutturale che ha consentito a noi italiani di arrivare a questo “compleanno” e che va salvaguardata per sperare di celebrarne altri.

Così almeno ci è parso nel nostro Pranzo della Repubblica a Isola dell’Abbà, leggendo gli interventi del Presidente Mattarella tra ieri e stamattina. Ci siamo segnati in particolare tre passaggi.

Concerto per la Repubblica al Quirinale (1 giugno) – Il conflitto in Ucraina, le crescenti tensioni cui abbiamo assistito da ultimo nei Balcani, impongono scelte coraggiose, in grado di consolidare e conseguire l’ampliamento del progetto comunitario, per renderlo idoneo ad affrontare le sfide del tempo presente.

Messaggio alla Forze Armate (2 giugno) – Ai valori della Repubblica e della Costituzione si ispira l’azione delle Forze Armate, che contribuiscono in maniera significativa alla cornice di sicurezza della nostra comunità nazionale e alla causa della pace nel mondo. (…) L’orizzonte di una difesa europea realmente integrata è la nuova sfida che attende le Forze Armate.

Intervista a Paolo Pagliaro (Postenews, 1 giugno) – Nel mondo globalizzato affermare che nessuno si salva da solo non è una mera affermazione di rito.  Il prossimo anno ci saranno le elezioni del Parlamento europeo. Una straordinaria occasione di democrazia per i cittadini di ventisette Paesi. L’Europa siamo noi.

DIARIO DI COMUNITÀ / VENERDÌ 2 GIUGNO 2023