Il Consiglio pastorale diocesano di Padova propone due criteri di scelta.
L’Europa è la risposta che i giovani hanno dato al loro futuro.
• Padova, 17 maggio 2024 •
VOTA IL FUTURO!
Nei giorni 8 e 9 giugno si svolgeranno in Italia le elezioni per il Parlamento Europeo.
Si tratta di un evento molto importante per il futuro dell’Europa e di ognuno di noi.
Con lo scopo di vivere in pace
Il progetto europeo nacque sui milioni di morti, sulle macerie materiali e morali che la violenza nazifascista e la guerra mondiale produssero nel nostro continente.
Il suo scopo era ed è garantire la pace, tutela la libertà e assicurare benessere ai cittadini.
A realizzarlo furono persone che superarono con coraggio gli odi inveterati e costruirono con lungimiranza le condizioni perché non vi fossero più conflitti tra europei. La pace in Europa non è un fatto naturale, ma il risultato di un processo culturale e politico voluto da uomini e donne di buona volontà.
Molti dei creatori del progetto erano cattolici e diedero un contributo determinante nella definizione dei valori che stanno alla base dell’Unione Europea. Come la dignità della persona e la solidarietà comunitaria.
Si iniziò con la cooperazione economica per poi estendere le competenze delle istituzioni europee alla dimensione sociale e politica.
Parlamentari competenti e coraggiosi
Certo, l’integrazione non è ancora compiuta e molto resta da fare, come una fiscalità comune o un’unica politica estera.
Le sfide globali richiedono oggi un ruolo centrale per l’Unione, in Europa e nel mondo: Pensiamo alle guerre alle porte di casa nostra, ai fenomeni migratori, ai cambiamenti climatici, alla trasformazione del lavoro dovuta all’informatizzazione e all’intelligenza artificiale.
Per questo occorre che il prossimo Parlamento Europeo sia costituito da politici competenti, coraggiosi e motivati dal valore del bene comune.
Per questo occorre che responsabilmente individuiamo la collocazione dei partiti italiani all’interno dei gruppi parlamentari europei, leggiamo i loro programmi politici, ci informiamo sui candidati da votare.
Il voto per il progetto Europa
Come cristiani, quale partito votare?
A quali candidati dare la preferenza?
Non esiste certo un’unica risposta, ma proponiamo due criteri di riferimento.
Il primo è di votare partiti e persone che con chiarezza sostengono il progetto Europa, rispettoso dell’autonomia dei singoli Stati membri e insieme capace di scelte unitarie all’insegna dell’integrazione europea; non votare invece quanti non credono nell’Europa e la tollerano soltanto per interessi nazionali.
Il secondo è preferire gruppi parlamentari europei e persone che vogliono promuovere un’Europa fondata sui valori della dignità della persona, dell’accoglienza e dell’integrazione, della sussidiarietà, della solidarietà e dell’uguaglianza, della democrazia partecipata e della libertà, della salvaguardia del creato e di uno sviluppo integrale, della famiglia e della sacralità della vita.
Al di là degli slogan
Sappiamo che l’Unione Europea non è perfetta e che alcune sue iniziative non sono in linea con i valori ora ricordati. Sappiamo che nessuno dei partiti che si presentano alle elezioni rappresenta appieno i nostri intendimenti. Tuttavia abbiamo il dovere di migliorare la politica europea con gli strumenti offerti dalla democrazia; abbiamo il dovere di scegliere tra le diverse posizioni quella che più si avvicina alla nostra idea di bene comune.
Ai giovani che per la prima volta si recheranno alle urne e a tutti noi, l’invito a considerare che il futuro di ognuno e delle nostre comunità dipende anche dall’assetto che avrà il prossimo Parlamento d’Europa. Pertanto, al di là degli slogan di parte, cerchiamo informazioni documentate, riflettiamo con serenità e andiamo tutti a votare: il futuro d’Europa è nelle nostre mani!
Presidenza del Consiglio pastorale diocesano
Commenta Tino Bedin
Il documento della Presidenza del Consiglio pastorale della diocesi di Padova ha per titolo “Vota il futuro”. Titolo corretto, ma incompleto: sulla scheda elettorale di sabato 8 e domenica 9 giugno i cittadini scriveranno anche presente e passato del loro essere europei.
È vero: alle prossime elezioni del Parlamento dell’Unione o i cittadini europei daranno un chiaro mandato popolare per una legislatura di riforme che riguardino il funzionamento dell’Unione, il suo sviluppo democratico, il compimento del processo di integrazione, oppure si avvierà una regressione che eroderà la costruzione comunitaria fino alle fondamenta, di cui resteranno prevedibilmente solo l’euro e il mercato unico.
I cattolici democratici e l’Europa
Questa consapevolezza è diffusa nei cattolici italiani ed europei. Anche nella Chiesa padovana si moltiplicano in queste settimane iniziative e proposte con al centro la costruzione di una consapevolezza popolare sul valore decisivo del prossimo voto (e prioritariamente della partecipazione al voto).
Il cattolicesimo italiano è stato ed è decisivo non solo nel costruire, ma anche nel dare cuore e anima all’Unione Europea: alle sue origini e poi nel corso della sua storia, fino alla legislatura europea che ora si conclude e che è stata guidata fino alla sua scomparsa da David Sassoli. Ho scelto il suo volto come copertina di questa lettera, perché il presidente Sassoli è stato uno dei migliori esempi di quanto il cattolicesimo democratico e popolare continua ad offrire alla politica e all’Europa.
“Non rinunciare alla propria umanità”
Il documento del Consiglio pastorale diocesano si conclude con un invito ai giovani. Aggiungo che l’Europa è sempre stata la risposta – sempre impegnativa, a volte drammatica – che i giovani hanno dato al loro futuro.
“L’Unione europea non è un incidente della Storia. (…). La nostra storia è scritta sul dolore, sul sangue dei giovani britannici sterminati sulle spiagge della Normandia, sul desiderio di libertà di Sophie e Hans Scholl, sull’ansia di giustizia degli eroi del Ghetto di Varsavia, sulle primavere represse con i carri armati nei nostri paesi dell’Est, sul desiderio di fraternità che ritroviamo ogni qual volta la coscienza morale impone di non rinunciare alla propria umanità e l’obbedienza non può considerarsi virtù”.
Sono alcune righe del discorso di insediamento di David Sassoli come presidente del Parlamento Europeo il 3 luglio 2019.
In copertina
Il francobollo commemorativo del presidente del Parlamento Europeo David Sassoli.
Testo
Titolazione e sottotitolazione del documento della Presidenza del Consiglio pastorale diocesano di Padova sono della Redazione di Euganeo.it.