Caro Sant’Antonio, sempre lo stesso miracolo!

CARTOLINA / 13 giugno 2024  

“Antonio, l’innamorato della Parola che diffonde l’energia buona della Pace”:
il vescovo di Padova e il rettore della Basilica del Santo hanno dato questo titolo
al loro messaggio congiunto per la festa di Sant’Antonio, giovedì 13 giugno.

Mons. Claudio Cipolla e fra Antonio Ramina ricordano che “ciò che è vero e importante è tutto ciò che noi faremo perché altri vivano meglio, abbiano più serenità, possano respirare con maggior fiducia”.
Ed è alla costruzione di questa consapevolezza che dedicano buona parte del loro messaggio.

Inevitabilmente però nella festa del “Santo dei Miracoli”
non manca il “bisogno” dell’intercessione di un miracolo da parte del Santo.
Un bisogno universale, proprio come Sant’Antonio di Padova.

La preghiera del Vescovo e del Rettore

Che cosa possiamo chiedere a sant’Antonio?
Quale preghiera, tutti insieme, vogliamo affidare alla sua intercessione?

Sarebbe bello poter chiedere al Signore, ponendolo nelle mani di sant’Antonio,
un dono diverso rispetto a quello degli anni scorsi.
Con insistenza e con il cuore accorato abbiamo infatti più volte pregato per la pace,
ma ci ritroviamo a dover fare nostro il grido di Geremia (cfr. 6,14): «Pace, pace, ma pace non c’è».
I conflitti sulla faccia della terra, anziché ridimensionarsi o trovare una via di uscita,
sembrano moltiplicarsi e accendersi di sempre più preoccupante violenza.

La preghiera ci potrà sembrare inutile,
ma vogliamo ancora una volta domandare questo dono al Signore, affidandoci alla mediazione di Antonio di Padova.
Chiedere la pace significa non rimanere estranei ai drammi del mondo.
E soprattutto ci aiuta a sentirci impegnati a divenire noi, nella realtà in cui viviamo,
persone che amano la pace e s’impegnano a edificarla.

La responsabilità individuale

Confidare nella carità taumaturgica del Santo non esaurisce le scelte per la pace.
È importante anche “renderci conto di quanto sia determinante la nostra responsabilità
per costruire la pace insieme”, scrivono il vescovo di Padova e il rettore del Santo.

Ed esemplificano: “Un rapporto ristabilito in famiglia,
un gesto di perdono accordato a una persona amica con cui abbiamo litigato,
un segno di generosità che riallaccia la relazione con un collega, tante altre decisioni di questo tipo depositano nel cuore del mondo semi di pace che avranno frutto, forse a nostra insaputa”.

In copertina

Giusto de’ Menabuoi, Luca riceve da sant’Antonio la notizia della liberazione di Padova. Padova, Basilica di Sant´Antonio, Cappella del beato Luca Belludi. Da Padova Urbs Picta.