CARTOLINA / Sabato 30 settembre 2023
La Destra italiana pretende che l’Unione europea abbia paura delle Ong.
Un blocco navale nel Mediterraneo bisogna pur farlo.
La Destra di governo constata che quello tutti (tranne la Destra di campagna elettorale) sapevano: schierare la Marina militare ai limiti delle acque territoriali africane metterebbe l’Italia fuorilegge.
Il blocco navale però è stato promesso e bisogna farlo.
Non si possono fermare le barche che trasportano i migranti? Si fermino le navi che salvano i migranti: quelle delle Ong.
Non si riesce ad ottenere un blocco navale europeo ai paesi rivieraschi dell’Africa? Si chieda a tutta l’Europa di bloccare le Ong.
La motivazione? Le Ong potrebbero darsi “l’obiettivo di destabilizzare l’Unione o uno Stato membro”.
L’Unione Europea dice che proprio non ce le vede le Ong a fare la guerra agli europei. L’Italia allora blocca l’aggiornamento dell’accordo europeo sulle migrazioni.
Solo otto migranti su cento
La Destra italiana e il suo governo hanno bisogno di un nemico, ogni giorno.
Ogni giorno se ne costruisce uno, sfidando il ridicolo internazionale e la pazienza nazionale.
Per l’occasione ne se è costruiti due: le Ong e la Germania; quest’ultima accusata di finanziare l’invasione.
Meno di dieci giorni fa l’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi) ha elaborato i dati ufficiali del governo: da inizio gennaio a oggi, navi e imbarcazioni delle organizzazioni non governative hanno soccorso e sbarcato in Italia circa 10.500 migranti, l’8 per cento del totale. Lo scorso anno la percentuale dei soccorsi raggiunge il 14 per cento, su un numero minore di salvataggi complessivi.
Sabato 30 settembre il quotidiano Avvenire riferisce: “Le stime sono ancora più basse secondo il governo: una settimana fa il ministro della Difesa Guido Crosetto aveva affermato che quel dato si attesta al 5%”.
Le navi tedesche sono tre
Sempre da Avvenire dello stesso giorno riportiamo i numeri di quella che secondo la Destra italiana sarebbe la Invencible Armada in grado di destabilizzare se non l’Europa, l’Italia.
“Al momento, sulle diciannove Ong attive nel Mediterraneo, in quindici si trovano con le proprie navi non molto distanti dalle coste italiane (non tutte necessariamente dirette in Italia) oppure sono ancorate nei porti del nostro Paese.
“Ci sono le tedesche Aurora Sar (di Sea Watch), Trotamar III (Granzelosv People in Motion) e la Louise Michel (della società Handbreit Nautical Safety Solutons, conosciuta come la nave di Banksy, perché finanziata anche dal noto artista). Ma anche quelle delle Ong italiane Resq People (la nave batte bandiera tedesca), di Emergency (la sua Life Support batte bandiera panamense) e la Geo Barents (la nave, con bandiera norvegese, è della onlus francese, svizzera, spagnola, olandese e belga di Medici Senza Frontiere) oltre alla spagnola Open Arms.
“Le altre dodici navi sono ferme nei porti”.
Immagine di copertina
La Life Suppor, la nave di Emergency per la ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale. “Un progetto per rinnovare il nostro impegno a favore di chi non vede riconosciuti né tutelati i propri diritti, primo fra tutti il diritto alla vita”, scrive la Ong.