Un PD senza i cattolici non sarebbe più il PD

/

Pierluigi Castagnetti alla segretaria Elly Schlein

Lucio D’Ubaldo: non restringere l’ambito di iniziativa

Mino Martinazzoli, fondatore del Ppi, con il simbolo del partito.
Foto da Rinascita Popolare.

Il quotidiano Avvenire ha pubblicato ieri la notizia, senza commenti ed approfondimenti, di una riunione dell’Associazione “I Popolari”, che è coordinata da Pierluigi Castagnetti.
Qualche notizia in più su “Il Domani d’Italia” (storico giornale cattolico democratico, ora in formato web) la fornisce Lucio D’Ubaldo, uno dei partecipanti, attualmente presidente dell’Associazione Nazionale dei Democratici Cristiani (ANDC) e storico esponente popolare. Alla riunione D’Ubaldo si è distinto da Castagnetti, pensando che “sia azzardato, a questo punto, rimanere intrappolati nel gioco di un partito – il Pd – che nella “versione Schlein” appare quanto meno asettico nei confronti del cattolicesimo democratico”.
C’è dunque materia di discussione. Del resto, anticipata proprio da Pierluigi Castagnetti il 19 dicembre scorso con l’incontro dei Popolari convocato all’Istituto Sturzo di Roma in vista delle Primarie del Partito Democratico. Castagnetti aveva infatti delle buone ragioni da far valere: “Noi non siamo ospiti del Pd, noi siamo fondatori. Quando abbiamo fondato il partito abbiamo avuto l’ambizione di portare un elemento di novità anche in Europa, e ci siamo alleati con il gruppo Socialista che oggi si chiama gruppo dei Socialisti e dei Democratici. E in quel nome “Democratici” si riconosceva tutto il PD italiano. Se vogliono cambiare e tornare indietro di 20 anni ne porteranno la responsabilità. Se cambia la natura, cambia anche il partito”
Oggi Pierluigi Castagnetti riprende il tema su Avvenire rispondendo alle domande di Angelo Picariello.

Avvenire
9 marzo 2023

Redazione

L’associazione “I Popolari” ha riunito i rappresentanti dei delegati all’ultimo congresso del Ppi per esprimersi sul cambio al vertice del Partito democratico.
L’associazione registra, a livello europeo, uno “spostamento dell’asse politico verso destra” che sfida “tutte le tradizioni politico-culturali, fra cui sicuramente quella cattolico democratica”. In questo quadro, i popolari italiani auspicano la “ripresa di una iniziativa di elaborazione culturale e politica” da parte del mondo che si ispira al popolarismo, attingendo anche “al magistero della Chiesa sempre più originale e stimolante”. Una ripresa di iniziativa che va coniugata con un’azione incisiva contro “felpate e subdole riforme del nostro modello istituzionale in termini presidenzialistici”.
Infine l’appello a Elly Schlein: “Ferma restante la riconosciuta pluralità delle opzioni politiche dell’elettorato cattolico, si esprime l’auspicio che, a quanti tra di loro scelgono quella riformista rappresentata dal Pd, venga confermata come condizione irrinunciabile un reale pluralismo culturale e politico, così come avviene in tutte le moderne democrazie e in tutti i partiti democratici”.

Avvenire
10 marzo 2023

Angelo Picariello

Un Pd senza i cattolici non sarebbe più il Pd. (…) Avevamo lanciato un allarme per il rischio di cambiare la Carta dei valori del Pd senza legittimazione. Ma nessuno si è spinto a tanto. (…) Il confronto si avvia adesso, va portato alla prova dei fatti. (…)
Non è una “minoranza etnica”, la nostra, ma una cultura che ha contribuito in modo decisivo a fare l’Italia e l’Europa. Dobbiamo ora essere bravi a fare valere le nostre ragioni. Abbiamo sfide come la guerra, l’energia, l’ambiente e abbiamo un modello antropologico che il Papa ci offre.

Estratti e titolazione a cura della redazione di Euganeo.it