Solo il PD si mette in discussione pubblicamente

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Il congresso sta generando grande partecipazione e utile confronto.

I frutti del percorso indicato da Enrico Letta (nonostante le insoddisfazioni). 

Stanghella (Padova), 20 febbraio 2023

Caro Tino,
ieri sono terminati i congressi di circolo del Partito Democratico e oggi comincia la settimana delle Primarie.
Non passa giorno che dentro e fuori il partito non si levino voci insoddisfatte del PD. Hanno certo un fondamento. Insoddisfatti sono del resto molti elettori, visti voti ottenuti dal PD sia alle politiche di settembre sia alle regionali di febbraio; non-visti, soprattutto, i milioni di elettori che sono spariti dai seggi elettorali.
Questa settimana, però, l’insoddisfazione potrebbe essere bilanciata da qualche osservazione positiva.
La commissione nazionale per il congresso del Partito Democratico ha reso noti ieri i dati definitivi dei congressi di circolo che si sono svolti dal 3 al 19 febbraio: i votanti sono stati 15.530.
Dunque sono state settimane di grande partecipazione politica, di discussione e confronto sul futuro del partito e dell’Italia, che ha coinvolto migliaia di circoli nei paesi e nelle città. Siamo il solo partito che fa un congresso per scegliere la linea politica e chi lo deve guidare: dobbiamo esserne orgogliosi.
Ora questi stessi circoli sono al lavoro per allestire i seggi e per avere il massimo della partecipazione domenica 26 febbraio alle Primarie aperte a tutti i nostri elettori, non solo agli iscritti.
Nessun altro partito discute così; nessun altro partito si mette pubblicamente in discussione così. Questa attitudine ha certamente dei rischi: nel caso in corso, quelli della lunghezza del percorso congressuale; ma sono prevalenti i contenuti positivi: continua a far esercitare la democrazia e – attraverso questo esercizio – la speranza personale e collettiva che il futuro dipende da ciascuno di noi.

Luca Gallocchio

Commenta Tino Bedin

Tra le “insoddisfazioni” nei confronti del PD in questi mesi c’è stata in questi mesi anche la lunghezza del congresso, come ricorda l’amico Luca Gallocchio. Eppure, proprio ora che se ne tirano le fila (domenica scorsa all’interno del partito, domenica prossima nella piazza degli elettori) l’iniziativa lanciata da Enrico Letta mostra la sua utilità nell’alimentare la riflessione e la partecipazione degli iscritti e nel richiamare l’interesse dell’opinione pubblica (e infatti il PD è cresciuto sia nei sondaggi sia nelle urne delle regionali).
Per dire, insomma, che a volte è meglio non misurare tutto il PD sulle proprie opinioni, ma dare credito anche a quelle degli altri.
Un po’ come è avvenuto nel confronto tra Stefano Bonaccini, Elly Schlein, Gianni Cuperlo e Paola De Micheli: sempre nel merito, lontano dagli attacchi personali; dando così credito alla ricchezza di ogni opinione. Quindi, grazie anche a Gianni Cuperlo e a Paola De Micheli per aver dato il loro contributo in questa fase così importante per il Partito Democratico e un augurale in bocca al lupo a Stefano Bonaccini ed Elly Schlein per le Primarie.
Anche le Primarie sono oggetto di una insoddisfazione diffusa tra gli iscritti. Oggettivamente, si tratta di uno strumento progettato per situazioni politiche ed elettorali molto diverse da quelle attuali. Non lo sopprimerei, però. Consideriamolo, appunto, uno strumento (non un comandamento, come alcuni vorrebbero) e, come tale, da adattare alla finalità essenziale che è la condivisione partecipata di prospettive nazionali tra PD e opinione pubblica.