Senza Europa, l’Italia sarebbe molto più debole

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Stefano Bonaccini guida la campagna elettorale del Partito Democratico nel Nord-Est.

Lavorerà per un’Unione più unita, più vicina ai territori e alle persone.

Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, è stato indicato come capolista del Partito Democratico nella circoscrizione nord-est (Veneto, Trentino, Alto Adige, Friuli, Venezia Giulia, Emilia e Romagna) alle prossime elezioni per il Parlamento Europeo. In due interviste “parallele” al Corriere della Sera e al Quotidiano Nazionale, domenica 28 aprile, Bonaccini risponde su molti temi politici, sia generali sia relativi al Partito Democratico.

Una volta eletto parlamentare europeo, Bonaccini lascerà l’Emilia-Romagna, dopo dieci anni da governatore. A chi, dalla destra, lo accusa di “scappare”, risponde: “Nessuno può accusarmi di essere mai scappato dai problemi, o di non aver lavorato pancia a terra per la mia gente. Ogni giorno sono stato tra le persone, chi mi critica spesso ha fatto passerelle. Lo chieda agli alluvionati. Se proprio ci tenevano a volermi qui, potevano darci il terzo mandato. Ma forse avevano paura di perdere ancora, perché hanno visto anche loro che distacco avrei nei sondaggi”.

Per i lettori di Euganeo.it abbiamo estratto dalle due interviste le valutazioni di Stefano Bonaccini sull’Unione Europea.

28 aprile 2024

Stefano Bonaccini

Mentre Meloni va a braccetto con Orbán

Sono elezioni fondamentali. Mai come in questo caso si fronteggiano visioni opposte: quella dei sovranisti che puntano a smontare l’Unione europea, negano i cambiamenti climatici, alzano muri e soffiano sull’egoismo. Dall’altra le forze democratiche e progressiste, che vogliono tenere insieme ambiente e lavoro, tutelare e allargare i diritti. (Quotidiano Nazionale)

Il valore delle elezioni europee

Ho accettato questa sfida perché penso che siamo a un tornante decisivo per l’Europa e la risposta non può essere quella della destra. Oltre al rapporto speciale tra Meloni e Orbán, segnalo che la Lega candida il generale Vannacci, anche in contrapposizione a me, uno che definisce Mussolini uno statista, che a scuola vorrebbe le classi separate per i ragazzi con disabilità e che cataloga le persone in base al colore della pelle. Ecco, io rappresento esattamente l’opposto e darò battaglia per i valori di democrazia, inclusione, crescita equa e diffusa. Credo sia un dovere stare dall’altra parte rispetto a Vannacci e questa destra amica di Orbán. (Corriere della Sera)

Che Meloni vada a braccetto con Orbán in Europa è sotto gli occhi di tutti. Se poi inizi a modificare la Costituzione per accentrare i poteri sul capo del governo a scapito del Quirinale, a mettere il bavaglio ai giornalisti e a minacciare la magistratura, ad occupare la Rai e a censurare il dissenso, cosa se ne deve dedurre? Io sto ai fatti. E tocca a Meloni, nei fatti, correggere la rotta. (Corriere della Sera)

L’Europa che conosco

L’Europa la conosco bene: per sei anni ho guidato il Consiglio delle Regioni e dei Comuni d’Europa, e parliamo di oltre centomila enti locali. Voglio rappresentare al meglio il Nord Est dove vi sono la prima, la seconda e la quarta regione in Italia per export pro-capite, università forti e decine di milioni di turisti. (Quotidiano Nazionale)

Senza Europa, l’Italia sarebbe molto più debole. Come possiamo pensare di competere e di contare, ciascun Paese da solo, a confronto con colossi come Stati Uniti, Cina o India? È l’unione che fa la forza. (Quotidiano Nazionale)

Se l’Ucraina non fosse sostenuta semplicemente smetterebbe di esistere. Conto diverso è chiedere invece all’Europa di esercitare finalmente e fino in fondo una propria funzione diplomatica per la pace, perché alla fine non saranno le armi a risolvere il conflitto. Ma abbandonare l’Ucraina al proprio destino significherebbe allargare il conflitto, non spegnerlo. (Corriere della Sera).

L’Europa da far progredire

Certo, serve un’Europa diversa.

Innanzitutto, più unita e più forte. E poi più vicina ai territori e alle persone, al lavoro e all’impresa. Meno ideologia, più concretezza.

La transizione ecologica è necessaria, anche se la destra lo nega, ma perché sia giusta ed equa vanno aiutate aziende e famiglie, a partire dalle più in difficoltà. Con incentivi economici e investimenti. Servono politiche giuste che accompagnino le nostre filiere e le nostre produzioni. (Quotidiano Nazionale)

Dobbiamo rafforzare il pilastro sociale dell’Europa, superare ogni furbizia fiscale e chiedere un contributo importante ai colossi del web e alle multinazionali che qui fanno profitti ma non pagano imposte: con quelle risorse dobbiamo invece sostenere le nostre aziende, a partire da quelle manifatturiere, l’occupazione e i redditi da lavoro. (Quotidiano Nazionale)

Testo

L’estratto dalle due interviste e la titolazione dell’estratto sono della Redazione di Euganeo.it.