Dalla Lombardia una sollecitazione unanime a Parlamento e Governo.

Magari si potrebbero copiare le procedure previste per i militari.
• Mantova, 8 febbraio 2024 •
Caro senatore Bedin,
il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato all’unanimità la mozione presentata dal Partito Democratico che sollecita il Governo ad attuare misure per rendere possibile il voto a distanza a studenti e lavoratori fuori sede, già a partire dalle elezioni europee del prossimo 8-9 giugno. È un buon segnale e desidero diffondere la notizia perché è urgente che il Parlamento e il Governo diano finalmente una risposta, in particolare ai giovani.
Non è una questione di poco conto: ricordo che 4.9 milioni di persone, il 10 per cento del corpo elettorale, sono costrette a fare ritorno al proprio comune di residenza per poter votare. Non sempre è possibile. Molto spesso è costoso: anche se ci sono agevolazioni, i prezzi dei biglietti aerei e ferroviari schizzano in alto proprio in corrispondenza di turni elettorali.
In tempo per le elezioni europee
Un disegno di legge per risolvere il problema è già stato approvato dalla Camera dei deputati nello scorso luglio, ma il Senato non l’ha ancora preso in esame. Ormai restano due settimane per arrivare all’approvazione definitiva e poter applicare le norme già per le elezioni europee.
La Regione Lombardia dovrà sollecitare il Governo a discutere la proposta di legge per consentire il voto in un comune diverso da quello di residenza in caso di impedimenti per motivi di studio, lavoro o cura. Non perdiamo altro tempo, come sollecitano i Giovani Democratici lombardi; garantiamo questo diritto anche per le imminenti elezioni europee e amministrative!
Ottorino Ferrari
Commenta Tino Bedin
Il voto in Regione Lombardia è – giuridicamente – poco più di una pacca sulle spalle: gradita, ma ininfluente, Non sarà per questo che il Senato si muoverà.
Quand’anche arrivasse l’approvazione definitiva del disegno di legge, si tratterà di una legge-delega, non immediatamente applicabile, perché demanda buona parte dei contenuti e della operativa a decisioni del governo.
Dal Parlamento solo una eventuale legge-delega
La maggioranza di Destra alla Camera ha così snaturato il progetto di legge presentato dalla democratica Marianna Madia.
Infatti, qualche giorno fa alla Camera il ministro dell’Interno Piantedosi ha ammesso: “Il 20 aprile è il termine ultimo per l’emanazione del decreto di convocazione dei comizi elettorali. I tempi per l’esercizio della delega legislativa e per i conseguenti adempimenti tecnici e organizzativi appaiono oggettivamente ristretti”.
Tuttavia, se è proprio convinto delle ragioni dei giovani del comitato “Voto dove Vivo”, il Governo Meloni dovrebbe procedere d’urgenza già ora. Non c’è molto da inventare, anche come procedure, visto che in Italia c’è sono già persone che votano dove vivono.
Il Codice dell’Ordinamento Militare
L’articolo 1490 del Codice dell’Ordinamento Militare (contenuto del decreto legislativo 66/2010) è chiarissimo e di facile applicazione anche ad altre persone. Lo trascrivo.
1490 – Esercizio del diritto di voto per i militari in servizio
1. Il personale militare è ammesso a votare nel comune in cui si trova per causa di servizio.
2. I militari possono esercitare il voto in qualsiasi sezione elettorale, in soprannumero agli elettori iscritti nella relativa lista e con precedenza, previa esibizione del certificato elettorale. Sono iscritti in una lista aggiunta.
3. La loro iscrizione nelle relative liste è fatta a cura del presidente del seggio elettorale.
4. È fatto loro divieto di recarsi inquadrati o armati nelle sezioni elettorali.
Magari – se il tempo è poco per un intervento strutturale – il Governo potrebbe estendere la norma a tutti i dipendenti pubblici e a tutti gli studenti universitari per le elezioni europee.
In copertina
Infografica (particolare) realizzata da PD Milano Metropolitana.