Per i più bravi a scuola c’è un ruolo di squadra

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Un punto di convergenza nella valutazione dell’iniziativa allo Scalcerle di Padova. Le opinioni di Alfonso D’Ambrosio e Nereo Tiso. 

“Il Mattino di Padova” sta seguendo giornalisticamente e, con merito, socialmente le questioni educative sollevate dall’idea nata all’istituto Scalcerle di Padova di un premio in denaro agli allievi che arrivano alla media del 9. Oggi è lo stesso quotidiano che riassume l’approfondimento, ricordano la posizione dello scrittore Enrico Galiano che ha paragonato la scuola padovana ad un’azienda, la dura presa di posizione della professoressa universitaria Daniela Lucangeli che ha dimostrato scientificamente il “mal di scuola”, frutto di un “ingozzamento informativo” e lo psichiatra Vittorio Lingiardi che ha posto l’attenzione sull’ipercompetizione.

Oggi aggiunge le valutazioni di Alfonso D’ambrosio, dirigente scolastico sui Colli Euganei, intervistato da Gianni Biasetto, e di Nereo Tiso, consigliere comunale a Padova e docente in quiescenza, con un articolo di Elvira Scigliano. Sono valutazioni divergenti, ma che si ritrovano su un punto innovativo: il ruolo che possono avere “i più bravi” in una classe. D’Ambrosio e Tiso concordano che si può loro affidare un ruolo di squadra.

Il Mattino di Padova
17 aprile 2023

Gianni Biasetto / Elvira Scigliano

Alfonso D’Ambrosio – “La normativa prevede la valorizzazione delle eccellenze nella scuola, ma premiare gli studenti meritevoli con del denaro è una scelta sbagliata. Anche perché una volta finito il bonus dei 100 euro, tutto torna come prima e al ragazzo questo premio non offre alcuna possibilità di crescita”.

 È il parere del dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo di Lozzo Atestino, Cinto Euganeo e Vo’, Alfonso D’Ambrosio, sulla decisione dell’istituto Scalcerle di un bonus con soldi a chi ha la media del 9. D’Ambrosio è definito un dirigente a dir poco innovativo che ha portato nell’istituto sui Colli Euganei una serie di cambiamenti che non sempre hanno trovato il consenso dei colleghi e anche un aumento degli iscritti, che sono passati nell’ultimo anno da 661 a 758.

“Sono dell’avviso che i più bravi devono mettere il loro talento a disposizione dei compagni e della comunità – prosegue il preside sul caso Scalcerle – In che modo? Dando loro la possibilità di avere gli strumenti necessari per approfondire la conoscenza delle materie in cui eccellono, di tenere delle lezioni in classe assieme ai docenti. È sbagliato premiare il bel voto con i soldi”.

Nereo Tiso – “Per quanto tempo ancora si dovrà parlare dei 100 euro dati agli studenti “meritevoli” dell’Istituto Scalcerle di Padova? Vorrei sfidare chiunque a dire che le scuole, i docenti, non sono attenti agli studenti che hanno difficoltà”. In difesa dello Scalcerle si alza la voce dell’ex insegnante Nereo Tiso.

Conclude Tiso: “L’articolo 34 della Costituzione parla di “capaci e meritevoli” per cui è necessario rimuovere gli ostacoli perché possano raggiungere i gradi più alti degli studi. La domanda è: chi sono i capaci e i meritevoli? Appiattire non fa bene a nessuno, né ai più bravi né ai meno bravi, né a chi se la “cava”. Cerchiamo di vedere in questi ragazzi dei compagni di classe, degli amici, spesso riconosciuti come più “bravi” anche dai loro vicini di banco. Pensiamo anche a questi ragazzi come disponibili ad aiutare i loro compagni – peer education – più in difficoltà. Quindi pensiamo ai ragazzi che sono l’anima della scuola e che sono tutti diversi, per fortuna”.

Estratto e titolazione a cura della redazione di Euganeo.it