Quella confessione di “plagio” da parte di Papa Francesco.

Un cristiano è “memorioso” della sua Chiesa.
Misterbianco (Catania), 19 febbraio 2022
Caro senatore Bedin, nel colloquio televisivo tra Papa Francesco e Fabio Fazio anch’io ho notato, come ha fatto lei, la parola “plagio” riferita a Paolo VI. Il termine mi ha sorpreso, come molti vocaboli del Santo Padre, ma corrisponde alla sostanza dell’insegnamento di Papa Francesco: seguire il Concilio e quindi seguire Paolo VI. L’attuale Pontefice è il primo che non ha preso parte ai lavori conciliari; egli è però pienamente figlio del Concilio. Quanto a Paolo VI, anche Papa Francesco conferma che nessun pontefice nell’epoca moderna è stato maestro dei suoi successori come Paolo VI.
Giovanna Motta
Commenta Tino Bedin
Ha ragione: Papa Francesco è davvero figlio del Concilio: come un vero figlio si preoccupa, infatti, non solo di salvaguardare il patrimonio conciliare, ma sta sviluppando quel patrimonio teologico, sociale e popolare nel tempo presente. La centralità del popolo di Dio aiuta la Chiesa a camminare nel tempo della globalizzazione. Lo fa senza strappi, senza rivendicazioni, senza personalismi. Vive in se stesso una caratteristica che in una delle omelie mattutine a Santa Marta, a circa un anno dalla sua elezione al pontificato, Papa Francesco ha delineato per ogni cristiano: essere “memorioso” (ecco un’altra parola… nuova di Papa Francesco). “È importante che noi, nella nostra vita, abbiamo presente la dimensione della memoria. (…) Un cristiano è un “memorioso” della storia del suo popolo; è “memorioso” del cammino che il popolo ha fatto; è “memorioso” della sua Chiesa”.
Immagine di copertina di Vatican News