Non c’è odio nella Costituzione, c’è amicizia

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Sergio Mattarella indica la Carta fondamentale della Repubblica come guida al futuro degli italiani.

I richiami al Codice di Camaldoli, a Giuseppe Dossetti, all’enciclica “Fratelli tutti” di Papa Francesco.

Dall’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla giornata conclusiva del Meeting per l’amicizia tra i popoli, venerdì 25 agosto, abbiamo estratto una “lezione” sulla Costituzione repubblicana.

Il contributo di Mattarella, incentrato sul tema dell’appuntamento di Rimini “L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile”, è strumento di approfondimento politico, culturale ed associativo anche su altri temi, alcuni dei quali di drammatica attualità.

La pace, prima di tutto: “Non vogliamo rinunciarvi, oggi, in Europa, dopo l’abisso della Seconda guerra mondiale. Non ci stancheremo di lavorare per fermare la guerra. È contro lo strumento della guerra, che siamo impegnati nell’impedire una deriva di aggressioni del più forte contro il più debole. Per costruire una pace giusta”. 

E c’è spazio per i movimenti di popolazione sul pianeta, la composizione della nostra comunità, il rapporto tra le persone e i social media.

Per la nostra Antologia scegliamo le parti che nel suo discorso il Presidente Sergio Mattarella dedica alla Carta fondamentale della Repubblica perché soprattutto in queste ci sono indicazioni per il futuro degli italiani. Può sembrare un paradosso che la Costituzione entrata in vigore 75 anni fa sia una guida al futuro: e infatti Mattarella lascia su questo la parola a Giuseppe Dossetti, uno di coloro che l’hanno progettata.

Sergio Mattarella

Istituzioni basate sulla concordia sociale

Ogni volta che l’umanità si è trovata di fronte al baratro – è accaduto con le due guerre, mondiali, novecentesche – ha trovato, dentro di sé, le risorse quelle morali, per ripartire, per costruire un mondo diverso, in cui il conflitto lasciasse posto all’incontro. Per immaginare e progettare, il futuro insieme. (…)

Uno spirito, analogo, ha ispirato la nostra Assemblea Costituente nella quale opinioni diverse si sono incontrate in spirito di collaborazione, per condividere e affermare i valori della dignità, ed eguaglianza, delle persone; della pace; della libertà.

Ecco, come nasce la nostra Costituzione: con l’amicizia come risorsa a cui attingere per superare – insieme – le barriere e gli ostacoli; per esprimere la nostra stessa umanità.

Per superare, per espellere l’odio, come misura dei rapporti umani. (…)

Condizioni che rendano gratificante l’esistenza

Nel dibattito pubblico si cita, sovente, il “diritto alla felicità” elencata – come da perseguire – assieme a quelli alla vita e alla libertà, nella Dichiarazione di indipendenza, del 4 luglio 1776, degli Stati Uniti. (…)

Non vi è definizione equivalente nella nostra Carta costituzionale; eppure, vi sono pochi dubbi circa il fatto che gli articoli della Costituzione delineino una serie di diritti, e chiedano, alla Repubblica, una serie di azioni positive per conseguire condizioni che rendano gratificante l’esistenza; sia pure senza la pretesa che la felicità sia una condizione permanente; quasi che la vita, con le sue traversie, non introduca momenti di segno diverso.

È sufficiente riferirsi all’art. 2 della Carta dove si prevede che la Repubblica deve riconoscere, e garantire, i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali in cui si svolge la sua personalità; e deve richiedere l’adempimento dei doveri, inderogabili, di solidarietà. E, all’art. 3, che chiede alla Repubblica di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana; dopo aver sancito che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale, e sono uguali davanti alla legge.

È, cioè, la dimensione comunitaria; sono le relazioni sociali a determinare la concretezza di esercizio dei diritti.

Ecco allora: le nostre istituzioni sono basate sulla concordia sociale, sul perseguimento – attraverso la coesione, dunque la solidarietà – di sentimenti di rispetto e di collaborazione: l’amicizia riempie questi rapporti, rendendoli condizione per la felicità. (…)

L’amicizia sociale nelle sfide della storia

Ne troviamo consapevolezza nelle prime parole del Codice di Camaldoli, quello che fu chiamato successivamente Codice di Camaldoli:

“L’uomo è, per sua natura, un essere socievole: sussiste, cioè, fra gli uomini una naturale solidarietà, fratellanza e complementarietà, per cui le esigenze delle singole, personalità non possono essere pienamente soddisfatte che nella società”.

È il binomio persona-comunità a sorreggere un ordinamento che non deve essere intrusivo, ma diretto a valorizzare pluralità e libertà.

Papa Francesco, nell’enciclica “Fratelli tutti”, ha parlato di “amicizia sociale” come orizzonte di un nuovo, più intenso, dialogo tra le generazioni; tra la cultura popolare e quella accademica; tra l’arte, la tecnologia, l’economia.

Un rinnovato umanesimo nel tempo dell’innovazione, in cui avanzano le neuroscienze, la robotica, l’intelligenza artificiale, l’ingegneria genetica, le frontiere della medicina, le tecnologie digitali.

L’amicizia sociale è una dimensione che lega la comunità, nell’affrontare le sfide della storia.

Favorire la dimensione sociale dell’amicizia è un impegno a cui sono chiamate, tutte, le pubbliche istituzioni; ma, con esse, anche le forze sociali, economiche, le energie civili. (…)

Un’amica e compagna di strada

Il mondo è migliore, se lo guardiamo con gli occhi giusti.

Ci aiuta, in questo caso, ancora, la nostra Costituzione.

In un discorso, tenuto alla Università di Parma, nel 1995, Giuseppe Dossetti – che, dell’Assemblea Costituente, era stato partecipe e protagonista – rivolse un appello ai giovani:

“Non abbiate prevenzioni rispetto alla Costituzione del ‘48, solo perché opera di una generazione ormai trascorsa.

“La Costituzione americana è in vigore da duecento anni e, in questi due secoli, nessuna generazione l’ha rifiutata, o ha proposto di riscriverla integralmente; ha soltanto operato, singoli emendamenti puntuali, rispetto al testo originario dei Padri di Philadelphia; nonostante che, nel frattempo, la società americana, sia passata, da uno Stato di pionieri, a uno Stato, oggi, leader del mondo…

“È proprio, nei momenti di confusione, o di transizione indistinta, che le Costituzioni adempiono la, più vera, loro funzione: cioè, quella di essere, per tutti, punto di riferimento e di chiarimento.

“Cercate, quindi, di conoscerla; di comprendere, in profondità, i suoi principî fondanti; e, quindi, di farvela amica e compagna di strada… vi sarà presidio sicuro, nel vostro futuro, contro ogni inganno e contro ogni asservimento; per qualunque cammino vogliate procedere, e per qualunque meta vi prefissiate”.

Facciamo nostre queste parole.

Rimini, 25 agosto 2023

Immagine di copertina

Il Presidente Sergio Mattarella alla giornata conclusiva del Meeting per l’amicizia fra i popoli (foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica).

Testo

Estratto dall’intervento e titolazione sono di Euganeo.it