L’Africa non è soltanto una minaccia

/

“Vertice Italia-Africa”: molte le riflessioni e, ancora di più, le attese del Cuamm.

Deve trattarsi di un “patto” e non di un “negozio” che ha come “merce” le persone che si muovono dall’Africa.

Padova, 27 gennaio 2024

Carissimi, alla vigilia del “Vertice Italia-Africa” che si terrà a Roma a partire da domani, sono molte le riflessioni che potremmo fare e, ancora di più, le attese che abbiamo, come comunità di persone e professionisti, sanitari e non, che da oltre 70 anni lavorano in Africa e hanno a cuore questo continente. Sono tantissime le delegazioni, i capi di Stato e i rappresentanti di diversi Governi che si riuniranno nella capitale, insieme ai vertici di Unione europea, Banca mondiale, Onu e di tante altre organizzazioni internazionali.

Per crescere insieme

 “Italia – Africa. Un ponte per una crescita comune”: è questo il titolo dato al vertice che si colloca sulla scia di iniziative simili promosse già negli anni passati.

Penso alle “Conferenze Ministeriali Italia-Africa” del 2016 e 2018 e poi di nuovo, nel 2021 “Incontri con l’Africa” a cui i rappresentanti delle Organizzazioni della società civile erano stati chiamati a partecipare, a dimostrazione del fatto che rafforzare le relazioni tra Italia e Africa è sempre stato centrale per il nostro Paese e lo è sempre stato unendo le prospettive di molteplici attori.

In attesa del vertice che dovrebbe dare nuovo slancio ad un impegno comune, ho davvero nel cuore la speranza che questo incontro possa mettere le basi per crescere e per farlo insieme. Crescere lavorando “con”, senza la fretta di risultati facili e immediati ma, al contrario, impegnandosi con costanza e determinazione in una prospettiva di lungo periodo, accettando la fatica dello sviluppo e la pazienza dell’attesa di un risultato.

C’è un “continente verticale”

Questo è quello che il Cuamm fa da tantissimi anni, nello stile di quel “con” che ci portiamo “orgogliosamente” nel nome, e che oggi ci permette di contare su una rete a maglie strette che connette Italia, Africa ed Europa unendo istituzioni e Università, centri di ricerca e partner diversi nella comune sfida dello sviluppo e del rafforzamento dei sistemi sanitari, in Africa. Ci impegniamo ogni giorno nella costruzione di quello che il Presidente Mattarella proprio nel 2021 agli “Incontri con l’Africa” ha chiamato “continente verticale”. Il sogno di immaginare e costruire un continente che abbia a nord una regione che si chiama Europa e a sud un’altra regione che si chiama Africa separate solo da un laghetto, il lago Mediterraneo. Un continente che impara a vivere, a costruire, a ideare, insieme.

Molti ambiti di collaborazione

Insieme. Al centro del dibattito del vertice sarà il Piano Mattei, diventato legge nei giorni scorsi e che mira nei prossimi 4 anni a rafforzare la collaborazione tra Italia e Africa in tanti e diversi ambiti tra i quali “la cooperazione allo sviluppo, la salute, l’innovazione e la tutela dell’ambiente”, per citarne solo alcuni.

 Le risorse previste dal Piano, se saranno rese davvero disponibili, sono cospicue (3 miliardi dal Fondo per il clima, 7-800 milioni dal Fondo rotativo oltre ad una quota a dono). Auspichiamo che il Piano non rimanga una cornice vuota, ma sia fatto di interventi concreti.

 Finalmente dopo un lungo periodo, l’Africa torna al centro dell’attenzione e del dibattito pubblico e diventa un interlocutore riconosciuto con cui progettare un futuro comune, non soltanto una minaccia di cui aver paura.

La salute non è un bene di consumo

Ci piacerebbe che chi ha il potere di indirizzare le politiche future avesse il coraggio di scelte radicali, guidate dalla consapevolezza che siamo davvero tutti “sulla stessa barca”, come dice Papa Francesco, e che il bene e il “ben-essere” del prossimo, vicino e lontano, ci riguarda tutti, indistintamente.

 “Siamo convinti che la salute non è bene di consumo, ma un diritto umano fondamentale. Se la salute è un diritto, l’accesso ai servizi non può essere un privilegio per pochi e battersi per questo, un dovere di tutti”. 
È questa la convinzione profonda che ci anima e ci motiva nellimpegno quotidiano.

Don Dante Carraro

Commenta Tino Bedin

Il direttore di Medici con l’Africa Cuamm vuole dare gambe alla speranza, indicando le basi solide sulle quali può reggersi un patto Italia-Africa.

Perché di un “patto” deve trattarsi e non solo di uno scambio; tanto meno di un “negozio” finanziario che ha come “merce” le persone che si muovono dall’Africa.

Le basi dello sviluppo

“Avvertenze” analoghe a quelle di Don Dante Carraro sono contenute in una lettera di “Campagna 070”, l’iniziativa promossa da Focsiv, AOI, CINI, Link 2007 che chiede al governo italiano di rispettare, entro il 2030, l’impegno assunto all’ONU, oltre cinquant’anni fa, di destinare lo 0,7% del reddito nazionale lordo italiano all’Aiuto Pubblico allo Sviluppo.

“Lo sviluppo non può fondarsi solamente sul capitale economico, ma necessità di quello umano, di capitale relazionale e sociale, nonché istituzionale. Lo sviluppo è la valorizzazione delle specificità territoriali; è progetti comuni, in partenariato; è lavorare nelle periferie; è sostenere la crescita delle comunità locali; è salvare le biodiversità; è promuovere l’associazionismo e la cittadinanza attiva; è affiancare i movimenti sociali e dei popoli indigeni”.

Sono parole di Ivana Borsotto, portavoce di “Campagna 070”, che mi paiono utili per approfondire il tema dell’iniziativa italiana di domenica 28 e lunedì 29 gennaio.

“L’Italia non deve accontentarsi delle parole senza azioni, di azioni senza politiche e di politiche senza cambiamenti profondi”, conclude Ivana Borsotto.

In copertina

Enrico Mattei, presidente dell’Eni, a cui si richiama il Piano italiano per l’Africa. L’illustrazione è della fumettista Chiara Giorgi per la pagina del Gruppo regionale PD del Lazio.