La creatura umana non è l’organo per un trapianto

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Le argomentazioni contrarie all’utero in affitto non sono solo morali.

L’individualismo ha vinto, ma il personalismo aveva ragione.

Sull’utero in affitto, burocraticamente (e pudicamente) chiamato Gestazione per altri, Gpa, dapprima il senatore Andrea Crisanti si dice “sorpreso di quanto questo tema appassioni i parlamentari, molto di più di altri argomenti sui quali vorrei vedere un po’ di effervescenza. Sia chiaro: tutti i temi che hanno implicazioni sulla libertà di coscienza sono importanti, va bene, però ecco farne uno psicodramma è troppo” (Il Manifesto, 26 luglio 2023).

Andrea Crisanti

Dal trapianto di rene alla Gestazione per altri

Dura solo il tempo della prima domanda dell’intervistatore. Poi il senatore padovano, eletto dal Partito Democratico nella Circoscrizione estero, non rinuncia a teorizzare anche su questa materia.

Premessa: “Anche l’Organizzazione mondiale della Sanità definisce l’infertilità una malattia. È una malattia grave peraltro. (…) Se ho un deficit funzionale di tutti e due i reni e se a un certo punto la dialisi non funziona più, faccio un trapianto di reni, da donatore deceduto oppure da donatore sano”.

Teoria: “La Gpa è una cura. Se riflettiamo a fondo vediamo che la Gpa tecnicamente è una donazione d’organo temporanea e reversibile”.

Applicazione: “Dunque, se c’è la consapevolezza di una donna adulta, che magari può essere una parente o un’amica, che ha già avuto figli e non è in uno stato di indigenza, una donna che fa una scelta libera, a mio avviso non si lede nessuna libertà”.

È una teoria da brividi. Anche dentro il Partito Democratico, ammette il senatore Crisanti, “soprattutto ho trovato persone che mi rispondono con una serie di argomentazioni morali che francamente non capisco”.

L’intervista ad Andrea Crisanti

Antonio Gramsci

Venderanno la possibilità di diventare madri

In politica le “argomentazioni morali” lasciano il tempo che trovano, certo. Le argomentazioni contrarie all’utero in affitto, però, sono soprattutto sociali ed anche economiche; molto concrete. E lo sono non da ora: lo erano anche al tempo in cui l’utero non era affittato, ma poteva essere comprato o anche estorto con la forza del padrone.

Sul quotidiano socialista L’Avanti del 6 giugno 1918 c’è un articolo intitolato “Merce” ed ha la firma di Antonio Gramsci, che tre anni dopo sarà tra i fondatori del Partito comunista italiano. Ecco un estratto:

Il dottor Voronoff ha già annunziato la possibilità dell’innesto delle ovaie. Una nuova strada commerciale aperta all’attività esploratrice dell’iniziativa individuale.

Le povere fanciulle potranno farsi facilmente una dote. A che serve loro l’organo della maternità? Lo cederanno alla ricca signora infeconda … Venderanno la possibilità di diventar madri ….

La vita, tutta la vita, non solo l’attività meccanica degli arti, ma la stessa sorgente fisiologica dell’attività, si distacca dall’anima, e diventa merce da baratto … simbolo del capitalismo moderno.

Cronologia della vita di Antonio Gramsci

Stefano Fassina

La creatura non è cosa, merce o dono

La citazione di Antonio Gramsci è la premessa che Stefano Fassina, economista ed esponente della Sinistra italiana anche in politica, mette alle sue obiezioni alla teoria del senatore Andrea Crisanti. È ancora Il Manifesto, 28 luglio 2023, a pubblicarle.

Nella agghiacciante visione antropologica del senatore Dem, proprio come descriveva Gramsci, la gravidanza, come il filtraggio compiuto dai reni, è una ordinaria attività corporea meccanica e una creatura umana è un organo inanimato, vivo, ma inanimato, come un rene appunto. Quindi, la Gpa diventa cura per l’infertilità. Poiché il commercio degli organi umani è vietato, coerentemente, si vieta anche il commercio della gestazione. Come per gli organi umani trapiantabili, se ne consente il dono. Quindi, sì alla cosiddetta «Gpa solidale», a maggior ragione in nome dell’autodeterminazione della donna, purché sia «una parente o un’amica che non è in uno stato di indigenza» (per autodeterminarsi è richiesto l’Isee). (…)

Primo e decisivo punto: tra le persone coinvolte nella Gpa va riconosciuta, innanzitutto, la creatura portata in grembo da una mamma e poi ceduta. Non è cosa, merce o dono. Non può essere oggetto di scambio tra committente e fornitrice. La gravidanza, a differenza del filtraggio del sangue, scolpisce l’anima della vita nascente e della vita che la nutre. La separazione innaturale segna per sempre entrambe.

Secondo: l’autodeterminazione della persona, in particolare della donna, è sacrosanta e irrinunciabile. Ma la cultura del limite va parimenti affermata. I desideri, anche i più nobili come paternità e maternità, non diventano diritti soltanto perché il Mercato e la Tecnica, potenze amorali, lo consentono.

L’articolo di Stefano Fassina

Mauro Magatti

L’individualismo si sta rivelando una vittoria di Pirro

La conclusione dell’articolo di Stefano Fassina riporta anche la discussione sulla Gestazione per altri all’interno di una più generale revisione politica e culturale sollecitata dal magistero sociale di Papa Francesco e di cui in Occidente si comincia ad avvertire la necessità.

La sinistra per avere senso politico deve riconquistare alterità etica all’antropologia liberista: ritornare umanista, come nelle sue origini. Nella proclamazione di diritti di un individuo consumatore sovrano, senza cultura del limite, rimane a servizio del Mercato.

Alcune premesse per l’approfondimento politico e culturale sono proposte da Mauro Magatti nell’editoriale “L’io, il noi e le sfide oggi globali- Nuova stagione delle persone”, Avvenire, 1 agosto 2023.

Nella seconda metà del Novecento, finita l’esperienza sovietica, l’individualismo ha vinto. (…)

La vittoria dell’individualismo si è realizzata prima di tutto sul piano culturale: a destra, col neoliberismo che ha fatto della libertà di scelta la propria bandiera; e a sinistra, col progressismo, che ha ripensato l’idea di uguaglianza a partire dai diritti individuali.

Grazie a questa convergenza di fondo, l’individualismo ha poi concretamente plasmato i modelli istituzionali delle democrazie avanzate. (…)

In questo editoriale Mauro Magatti descrive la situazione attuale, senza anticipare vie di cambiamento. Semmai, è proprio la situazione ad anticipare la speranza di cambiamento.

Di fronte alle tante crisi che affliggono il nostro tempo, quella dellindividualismo si sta rivelando una vittoria di Pirro. (…) L’idea di un individuo vivente separato da tutto e da tutti è una pura astrazione. Che alla fine è causa di grandi disastri. (…) L’individualismo ha vinto, ma il personalismo aveva ragione.

L’editoriale di Mauro Magatti

1 agosto 2023

Immagine di copertina

Particolare di illustrazione da Gruppo consiliare PD Regione Lazio