Il Servizio sanitario nazionale ha 45 anni

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Equità di accesso, eguaglianza di trattamento; globalità e uniformità territoriale.

Oggi c’è l’urgenza di riprendere quel percorso.

“Nel ricordare il 45° compleanno del nostro Servizio sanitario nazionale, battiamoci in sua difesa”.

Il sito Salute internazionale presenta così l’articolo “Quarantacinque anni fa, il SSN”. La redazione precisa che il testo è tratto (e ulteriormente integrato) dall’articolo di Chiara Giorgi “Il compleanno del servizio sanitario nazionale”, pubblicato sul Manifesto del giorno 21 dicembre 2023.

Il welfare universalistico e il suo smantellamento

Per la redazione di Salute Internazionale, ci sono almeno due ragioni, per ricordare questo compleanno.

La prima: “La riforma sanitaria del 1978 va ricordata oggi perché costituì la più importante realizzazione universalista del welfare italiano: un’intensa stagione di azione collettiva all’insegna delle istanze di liberà e uguaglianza che in quel decennio trasformarono nel profondo l’assetto del paese”.

La seconda: “Per contrastare il suo progressivo, ma sempre più rapido, smantellamento sono necessari ingenti finanziamenti pubblici, insieme ad adeguate politiche sanitarie”.

Meglio la salute della guerra

Ne deriva una proposta: “Il Patto di stabilità recentemente negoziato con l’Europa prevede l’esclusione delle spese militari dal conteggio del debito. La nostra proposta è invertire le priorità: escludere dal Patto le spese sanitarie, invece di quelle militari”.

Salute Internazionale

La salute indipendente dal reddito

Quarantacinque anni fa, il 23 dicembre 1978 Tina Anselmi, prima donna italiana al ministero della Sanità, appose la firma alla legge numero 833, istitutiva del tanto del tanto atteso Servizio sanitario nazionale (SSN).

Il nuovo servizio fu caratterizzato da un’impostazione integrata dell’intervento sanitario e di quello sociale, dalla priorità dell’attività di prevenzione, da un’organizzazione decentrata e territoriale, da un approccio capace di investire le questioni legate alle condizioni di lavoro, alla tutela dell’ambiente, al benessere umano complessivo.

I servizi secondo i bisogni

I principi con cui nasceva erano radicali.

Universalità di copertura, non solo ai cittadini italiani ma a tutti, senza alcuna discriminazione, era garantito il diritto alle cure

Equità di accesso e uguaglianza di trattamento; globalità e uniformità territoriale delle prestazioni erogate; impiego coordinato delle moderne tecniche di prevenzione, cura e recupero.

Con un finanziamento che passava dal vecchio meccanismo assicurativo alla fiscalità progressiva. In questo modo il principio di equità veniva realizzato con un finanziamento che era parte dei meccanismi redistributivi e solidaristici del welfare e con un’erogazione di servizi fondati sui bisogni di salute indipendentemente dai contributi versati e dal reddito.

Il processo di privatizzazione

Ritornare alle origini politiche di questa istituzione “inventata” non è un semplice atto di memoria, bensì una necessità concreta, che nasce dal desiderio e dall’urgenza di riprendere quel percorso, di esserne eredi consapevoli.

Siamo di fronte a un lungo, ma sempre più rapido, processo di privatizzazione e dequalificazione della sanità pubblica, a politiche e narrazioni che giorno per giorno puntano a mettere fine a un modello di salute universalistico e democratico, alla forte invadenza di logiche di mercato e profitto, con l’effetto di assistere a un grave aumento delle diseguaglianze sociali e delle disparita territoriali nella salute.

23 dicembre 2023

In copertina

La veneta Tina Anselmi che da ministro della Sanità ha realizzato il Servizio sanitario nazionale.

Testi

Chiara Giorgi: “Il compleanno del servizio sanitario nazionale”, Il Manifesto, 21 dicembre 2023.

Salute Internazionale, “Quarantacinque anni fa, il SSN”, testo integrale. L’estratto e la sua titolazione sono della Redazione di Euganeo.it.