Il diritto alla serenità e alla cura anche nella vecchiaia

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ANTOLOGIA

Pandemia e case di riposo

Secondo i sindacati la Regione Veneto non dà indicazioni operative immediate.
Task force provinciali coordinate dai prefetti per difendere le case di riposo.

Il Gazzettino
3 aprile 2020

Alberto Rodeghiero

I sindacati chiedono di istituire un tavolo regionale per affrontare la situazione esplosiva delle case di riposo. “La situazione è fuori controllo e ora, al di là delle promesse, la Regione deve intervenire subito. Se no, diciamocela senza mezzi termini, rischiamo un’ecatombe. Sono necessarie indicazioni chiare e omogenee a tutte le strutture e delle task force provinciali coordinate dai prefetti”, affermano con preoccupazione i segretari generali dei sindacati dei pensionati del Veneto Elena Di Gregorio (Spi Cgil), Vanna Giantin (Fnp Cisl) e Fabio Osti (Uilp Uil). “La Regione non sta dando indicazioni operative immediate sulle case di riposo, si è visto anche con il deludente aggiornamento del Piano di sanità pubblica che di fatto non dice nulla. Mentre noi siamo ancora in attesa che convochi il tavolo tecnico che coinvolga sindacati e associazioni”, lamentano Spi, Fnp e Uilp.
“Stando agli annunci di Zaia e dell’assessora Lanzarin, il problema dell’approvvigionamento dei dispositivi di sicurezza pare risolto, ma deve essere garantita la loro tempestiva e capillare distribuzione per tutti, personale e ospiti”, aggiungono. I sindacati dei pensionati, insomma, accusano la Regione di “procedere al rallentatore su questo delicatissimo fronte e chiedono che vengano creati precisi coordinamenti provinciali”. “Non si può perdere più tempo – concludono Spi, Fnp e Uilp del Veneto – Chiediamo la creazione di vere e proprie task force provinciali con la regia dei prefetti”.

Il Mattino di Padova
3 aprile 2020

Nicola Cesaro

Case di riposo, servono task force provinciali con la regia dei prefetti “per non rischiare l’ecatombe”. Lo chiedono a gran voce i segretari generali dei sindacati dei pensionati del Veneto: Elena Di Gregorio (Spi Cgil), Vanna Giantin (Fnp Cisl) e Fabio Osti (Uilp Uil). Le tre sigle invocano un cambio di rotta concreto sul delicato fronte delle case di riposo: in Veneto sono 378 le strutture, 136 pubbliche e 242 private, in cui vivono oggi almeno 30 mila anziani che hanno in media 85 anni e sono spesso afflitti da più patologie. “La Regione non sta dando indicazioni operative immediate sulle case di riposo, si è visto anche con il deludente aggiornamento del Piano di sanità pubblica che di fatto non dice nulla. Mentre noi siamo ancora in attesa che convochi il tavolo tecnico che coinvolga sindacati e associazioni”, lamentano Spi, Fnp e Uilp.
Sull’approvvigionamento di dispositivi di sicurezza la Regione dà partita risolta, “ma deve essere garantita la loro tempestiva e capillare distribuzione per tutti, personale e ospiti”. Quanto ai tamponi, cominciati da pochi giorni anche nelle Rsa e per i quali ci sono degli oggettivi ritardi nelle analisi, “devono avere la priorità, per capire realmente la situazione di ogni casa di riposo e procedere all’immediata separazione degli ospiti contagiati dagli altri”.
C’è poi il fronte del personale: “Sono giorni che sentiamo dire – cosa peraltro proposta dai sindacati – che si rinforzerà l’organico delle Rsa attingendo dal personale dei centri diurni ora sottoccupato, o con nuove assunzioni temporanee: ancora non c’è traccia di questo”. Aggiungono i tre sindacati: “Non si può demandare, come è stato fatto, la gestione dell’emergenza nelle case di riposo a futuri Piani di sanità pubblica specifici una volta che sarà fatta la valutazione del rischio grazie ai tamponi. Va deciso adesso cosa fare, e va fatto ora anche in forma preventiva”.
L’attribuzione di responsabilità alla Regione è forte: “Non si può perdere più tempo. Chiediamo la creazione di vere e proprie task force provinciali con la regia dei prefetti. Dove ci sia un effettivo coordinamento fra Usl, centri di servizi distrettuali, conferenze dei sindaci, case di riposo e sindacati, per monitorare e affrontare la situazione nelle residenze per anziani pubbliche e private. Ma anche l’assistenza domiciliare, che è un altro fronte molto delicato”.

Il Gazzettino
4 aprile 2020

Elisa Fais

Sul dramma delle case di riposo si esprime anche l’associazione degli anziani e pensionati legata a Confartigianato. “Un dolore per l’intero Paese – afferma il presidente provinciale di Anap, Raffaele Zordanazzo – la vita di ciascuno è preziosa e va tutelata, in ogni fase; l’anziano ha diritto alla serenità e alla cura anche nei suoi ultimi anni. Occorre fare qualcosa al più presto per mettere in sicurezza le residenze per gli anziani: sappiamo che la lotta a questo virus è solo all’inizio e l’attenzione e il supporto delle autorità deve riguardare tutti i cittadini”.
Sono 7 mila le strutture in Italia, con oltre 300 mila anziani, a cui si aggiunge il personale – medici, infermieri e oss – che li accudisce. “Al di là del ricercare le cause che hanno portato a tanti decessi, adesso è il momento di agire aggiunge Zordanazzo – bisogna garantire l’arrivo dei dispositivi di sicurezza e la prova del tampone per tutti”.

Estratti e titolazione a cura della redazione di Euganeo.it