Essere gestante, ma non madre

/

Luana Zanella: è una mistificazione la gravidanza per altri solidale e altruistica.

Maternità surrogata fuori dall’impianto personalistico e solidale della Costituzione.

La Camera dei Deputati ha approvato mercoledì 26 luglio la proposta di legge che introduce il “reato universale” per la maternità surrogata. La “gestazione per altri” sarà quindi perseguita dai magistrati in Italia e anche se commessa all’estero da italiani.

La proposta di legge passa ora all’esame del Senato e la discussione avverrà prevedibilmente a settembre.

La definizione

Il quotidiano Avvenire definisce così la materia oggetto del voto:

La maternità surrogata è una tecnica di fecondazione assistita in cui una donna porta avanti una gravidanza per conto di persone che diventeranno poi i genitori del bambino, chiamati “genitori intenzionali”.

L’ovulo è di una donatrice o della futura madre, il seme può essere del futuro padre o di uno dei futuri padri nel caso delle coppie gay oppure ancora anch’esso di un donatore. Di solito quando una coppia ricorre all’utero in affitto uno dei due futuri genitori ha un legame genetico con il nascituro, concepito appunto con un ovulo o il seme della coppia.

Pur tralasciandone i contenuti etici (pur necessari nella formazione del giudizio politico), la maternità surrogata ha contenuti relativi alla persona e ai rapporti socioeconomici che stridono con l’impianto personalistico e solidale della Costituzione repubblicana.

Ed infatti, oltre che sul testo della proposta di legge, la partita politica si è giocata su una serie di emendamenti, in particolare su quello di Riccardo Magi, segretario di +Europa, con la proposta di legalizzare la “maternità surrogata solidale” (la madre riceve denaro solo in forma di rimborso spese).

La deputata veneta Luana Zanella

È una definizione contradditoria in sé. Lo ha spiegato nel suo intervento alla Camera la deputata veneta Luana Zanella, presidente del Gruppo parlamentare Alleanza Verdi e Sinistra.

Impegnata da decenni nel movimento delle donne e nell’associazionismo ambientalista, l’on. Zanella dichiara la sua opposizione alla “maternità surrogata solidale”, accettando i rischi di strumentalizzazione da parte della Destra.

Per me questo intervento significa molto, sia a livello personale che a livello politico. Non intendo essere strumentalizzata; voglio dire la mia parola di verità, e la mia parola di verità, a partire anche dalla mia esperienza come madre e come nonna di due bambine, è questa: che la maternità non può essere ridotta ad un mezzo di produzione a vantaggio di altri e altre.

Qualche strumentalizzazione c’è stata, in aula e nei commenti.

Dal resoconto stenografico della seduta, trascriviamo qui sotto la dichiarazione di voto della presidente Luana Zanella nell’aula di Montecitorio.

Non viene neanche definita madre

Intervengo per annunciare il voto contrario su questa proposta emendativa del collega Magi che introduce, rispetto al dibattito su questa delicatissima, peraltro, ma importantissima questione relativa al reato cosiddetto universale di maternità surrogata, l’alternativa della gravidanza per altri solidale e altruistica.

Secondo me questa è una grande mistificazione.

Il dominio della natura umana femminile

È una grande mistificazione perché, attorno alla cosiddetta generosità e all’altruismo di una donna, che presta il proprio corpo, la propria mente e se stessa per una gravidanza per altri, c’è profitto da parte di tutte e tutti i soggetti coinvolti , in particolare le agenzie che, anche a livello europeo e mondiale, agiscono in questo ambito, che è diventato un vero e proprio settore produttivo in cui la donna si presenta e viene ovviamente sfruttata per la propria capacità produttiva e su tale capacità si fanno gli affari .

Il controllo mercantile, il dominio della natura umana femminile, la forza pervasiva del capitale e del mercato, i simboli che vengono utilizzati, il linguaggio, l’indirizzo nuovo che viene dato alle relazioni sociali sulla linea della produzione, della riproduzione e delle funzioni naturali umane, a cui viene dato un nuovo senso: insomma questa proposta emendativa, a prima firma del collega Magi, delinea una qualità della maternità che nulla ha a che fare con la maternità così come si è evoluta, radicata, affermata e significata per secoli e, direi, per millenni.

Un negozio giuridico

La donna cosiddetta “gestante” – non viene neanche definita madre, per carità! – rinuncia con un accordo, con un negozio giuridico, con un contratto di fatto, al proprio corpo e all’autodeterminazione. Durante la gravidanza sentirà questa creatura muoversi nel proprio corpo, ma alla fine ad ogni costo dovrà consegnarla a chi l’ha commissionata.

26 luglio 2023

Immagine di copertina

L’aula di Montecitorio da Camera del Deputati