Il Tribunale di Palermo ha assolto Salvini perché «Il fatto non sussiste». Ma i fatti, ciò nonostante, esistono.
• Articolo di Danilo Paolini •
Quello che […] conta, dopo la sentenza del Tribunale di Palermo che ha assolto Salvini in primo grado per l’odissea della nave Open Arms (presto sapremo se ci sarà un processo d’appello), è ricordare che ci sono vicende in cui la verità processuale e quella fattuale confliggono.
Il verdetto stabilisce che il ministro Salvini non ha commesso i reati di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, che gli venivano contestati: «Il fatto non sussiste». Ma i fatti, ciò nonostante, esistono. E raccontano che quello fu un affronto all’umanità, perché ogni persona ha una sua dignità che nessuno può negarle e che va rispettata fino in fondo. Proprio come una sentenza. Anzi di più.
Un incomprensibile orgoglio
Oggi sarebbe troppo facile per noi ricordare al signor ministro, il quale anche nell’intervista concessa a questo giornale e pubblicata due giorni fa ha parlato di «radici cristiane» dell’Europa, che ci accingiamo a festeggiare un Bimbo nato in una stalla «perché non c’era posto per loro nell’albergo». Quel Bambino, divenuto Uomo, avrebbe poi indicato nello straniero un essere umano da accogliere.
Ma non è necessario salire così in alto per non giustificare, e in tutta franchezza non comprendere, «l’orgoglio» di un ministro della Repubblica per il fatto di aver lasciato per giorni in mezzo al mare su una nave, sotto il sole agostano della Sicilia, 147 esseri umani: è sufficiente, appunto, il principio di umanità.
Difensore della Patria?
Salvini dice che «rifarebbe tutto» e gli crediamo. Del resto, non lo ha fatto soltanto nel 2019 con la Open Arms, ma anche l’anno prima con la nave Diciotti della Guardia Costiera. È convinto di avere in questo modo «fermato l’immigrazione di massa, ridotto i morti in mare, protetto gli italiani» e «difeso la Patria».
Ma la Patria si difende da un invasore in armi, come sta facendo il popolo ucraino contro Vladimir Putin, autocrate fino a poco tempo fa ammirato incondizionatamente dallo stesso Salvini.
Non si difende da bambini, donne e uomini senza armi e senza niente, che rischiano la vita per disperazione, attraversando un mare che può ucciderli (e che troppe volte li uccide, è successo anche nelle ultime ore in acque greche e marocchine) perché scappano da guerre, miseria, catastrofi, persecuzioni.
Lasciarli in mare non è un’opzione
Civiltà vorrebbe che a loro si tendesse una mano, li si portasse in salvo e poi si decidesse dove mandarli. Non necessariamente in Italia, certo. Ma lasciarli in mare per giorni non dovrebbe essere mai un’opzione, in uno Stato di diritto. Men che meno dovrebbe essere motivo di vanto.
21 dicembre 2024
Il testo
L’articolo di Danilo Paolini è l’editoriale del quotidiano Avvenire di sabato 21 dicembre 2024. Qui è possibile leggerne un estratto, curato e titolato dalla redazione di Euganeo.it. L’articolo con il titolo L’altra verità da rispettare. Non più affronti all’umanità è disponibile sul sito di Avvenire.
In copertina
Un’immagine dalla pagina del PD Milano Metropolitana.