Sabato 8 febbraio appuntamento davanti agli ospedali in tutta la provincia.

Il numero di medici in Veneto è sotto la media nazionale.
Per sabato 8 febbraio il Partito Democratico organizza una mobilitazione regionale in difesa della sanità pubblica con il titolo “Basta tagli alla sanità”.
In provincia di Padova l’appuntamento è alle ore 9.30 agli ingressi degli ospedali:
Padova – Ospedale Giustinianeo, via Giustiniani
Padova – Ospedale Sant’Antonio, via Facciolati 71
Camposampiero – Ospedale Pietro Cosma, via P. Cosma 1
Cittadella – Ospedale Civile via Pilastroni
Piove di Sacco – Ospedale Immacolata Concezione, via San Rocco 8
Schiavonia – Ospedale Madre Teresa di Calcutta, via Sant’Elena 4
“Nelle settimane successive la mobilitazione si diffonderà a Padova nei quartieri della città e nei comuni della provincia. Vi aspettiamo!”, scrivono Sabrina Doni, segretaria provinciale, e Franco Corti, segretario cittadino del Partito Democratico di Padova. “La sanità pubblica in Veneto – aggiungono nell’invito agli iscritti – soffre le scelte sbagliate dell’amministrazione regionale: lo denunciamo da tempo perché i cittadini continuano a fronteggiare una situazione drammatica che non trova risposte”.
Crescente privatizzazione dei servizi

Lo stentato rapporto dei veneti con la loro Sanità regionale è confermato anche dalla Fondazione Gimbe, specializzata in ricerche scientifiche proprio sulla sanità.
Ne scrive la consigliera regionale del Partito Democratico Anna Maria Bigon.
La prospettiva tracciata da Gimbe sul sistema sanitario veneto è fortemente preoccupante. Il basso livello di spesa e investimenti per il personale non garantisce stabilità.
Il numero di medici è sotto la media nazionale (1,84 contro 2,11 ogni mille abitanti), e senza interventi immediati rischiamo la chiusura di tre ospedali spoke e la perdita di oltre mille posti letto. Per non parlare della psichiatria e dei pronto soccorso ed altri reparti. Oggi assistiamo a una crescente privatizzazione dei servizi.
Tra il 2019 e il 2022, oltre 4.000 operatori sanitari hanno abbandonato il sistema pubblico, e gli investimenti regionali, cresciuti solo di poco, restano insufficienti a garantire retribuzioni e condizioni di lavoro adeguate.
Uno squilibrio a danno dei residenti

Anna Maria Bigon commenta anche alcuni dati distribuiti dalla Giunta regionale del Veneto a metà gennaio.
I numeri apparentemente “miracolosi” diffusi dalla Giunta regionale sulle liste d’attesa e le prestazioni sanitarie celano una realtà preoccupante: l’espansione del sistema privato a discapito del pubblico.
Nel 2023, il budget destinato alle strutture private accreditate ha raggiunto quasi 2 miliardi di euro, con un aumento significativo rispetto al 2022. Anche gli accessi ai pronto soccorso privati sono cresciuti, segno delle difficoltà che affliggono l’emergenza-urgenza pubblica. Parallelamente, i ricoveri e le prestazioni ambulatoriali regionali per i cittadini veneti sono in calo, mentre il sistema sanitario accoglie sempre più pazienti da altre regioni, creando uno squilibrio a danno dei residenti.
A peggiorare il quadro, la grave carenza di personale medico, pari a 3.500 unità, non è affrontata con un piano di assunzioni adeguato.
DIARIO DI COMUNITÀ / SABATO 8 FEBBRAIO 2025
In copertina
IIl volantino che pubblicizza la mobilitazione.