Paradossale che voti chi è all’estero e non chi si sposta di regione.
Il Governo preveda almeno una norma specifica per le elezioni europee.
• Terrazzo (Verona), 9 febbraio 2024 •
Caro Tino,
mi è parsa molto opportuna la segnalazione del lettore Ottorino Ferrari sull’iniziativa del Consiglio regionale lombardo in tema di voto fuori sede.
Pur riguardando quasi cinque milioni di persone ed avendo una scadenza immediata, il tema non fa notizia. Bene quindi hanno fatto anche i consiglieri regionali veneti del Partito Democratico, che hanno assicurato di sostenere “con forza la mobilitazione attorno a questo tema, chiedendo alla Giunta regionale di fare pressione sul Governo affinché la norma venga discussa anche al Senato”.
108 mila veneti studiano o lavorano lontano da casa
Al presidente Zaia i consiglieri democratici hanno ricordato che per 108 mila veneti, che studiano o lavorano lontano da casa, è praticamente impossibile recarsi alle urne. Questo a causa dell’assenza di una norma che permetta loro di esercitare il diritto di voto in un Comune diverso da quello di residenza.
A me sembra davvero paradossale che i cittadini italiani residenti all’estero possano votare grazie alla legge che prevede il voto a distanza, mentre quelli che si spostano in un’altra regione, restando così in Italia, non lo possano fare.
Olivia Naletto
Commenta Tino Bedin
Il voto in Regione Lombardia è – giuridicamente – poco più di una pacca sulle spalle: gradita, ma ininfluente, Non sarà per questo che il Senato si muoverà.
Quand’anche arrivasse l’approvazione definitiva del disegno di legge, si tratterà di una legge-delega, non immediatamente applicabile, perché demanda buona parte dei contenuti e della operativa a decisioni del governo.
Il Pd della Toscana
Anche il Gruppo regionale del Partito Democratico della Toscana ha preso l’iniziativa con una mozione, in cui sostiene che deve essere garantito il diritto di voto per chi studia, lavora o si trova in comuni diversi dalla residenza per motivi legati alla salute o all’assistenza familiare.
In nota aggiunge un ulteriore elemento: “Questa misura di civiltà va approvata anche per contrastare la piaga dell’astensionismo involontario che costringe migliaia di persone a rinunciare al proprio diritto”.
Preminenza al contenuto politico del voto
Il paradosso cui fai riferimento dovrebbe essere un incentivo per la maggioranza di Governo almeno a non lasciar passare l’appuntamento delle elezioni europee.
Il sistema elettorale per il Parlamento dell’Unione prevede l’assegnazione dei seggi su base nazionale e questo potrebbe facilitare l’introduzione di una norma specifica ed eventualmente transitoria (in vista di una norma generale), che superi, sulla base della preminenza del contenuto politico dell’espressione del voto, le indubbie difficoltà normative che presenta la suddivisione del territorio in circoscrizioni pluriregionali e la facoltà di esprimere le preferenze.
Penso che sarebbe già un riconoscimento del principio “Voto dove Vivo”, ancor più significativo perché applicato in elezioni sovranazionali.
In copertina
Infografica (particolare) realizzata da Consiglieri regionali PD Veneto.