Africani indebitati più con l’Occidente che con la Cina

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Solo Papa Francesco rompe il silenzio sulle conseguenze del debito.

Articolo di Mario Lettieri e Paolo Raimondi

Sull’Africa si gioca anche la grande partita della disinformazione. Come la narrazione della dipendenza debitoria dei paesi africani verso la Cina che li renderebbe succubi e ricattabili da Pechino.

Si tenga presente che la Cina è il terzo partner commerciale e il secondo grande creditore degli Usa. Anche qui c’è una “influenza maligna”? Non crediamo.

Mentre l’interesse politico americano verso il continente sembrerebbe poca cosa, nel periodo 2019-23 gli Usa, in verità, hanno avuto una quota del 16% nella vendita delle armi in Africa rispetto al 13% della Cina.

Una presenza crescente, non prevalente

La presenza industriale e commerciale della Cina in Africa è cresciuta enormemente da quando la Belt and Road Initiative (Bri), la cosiddetta Nuova Via della Seta, è stata proiettata verso i paesi africani, anche con la costruzione di strade, ferrovie e altre infrastrutture. Ciò ha fatto sì che la Cina sia diventata il principale partner commerciale dell’Africa con un interscambio di 282 miliardi di dollari nel 2023, quattro volte quello avvenuto tra Usa e Africa.  

Negli ultimi due decenni la Cina ha prestato ai governi africani 160 miliardi di dollari per progetti che oggi rappresentano il 20% della produzione industriale africana.

Comunque, la stragrande maggioranza del debito africano è dovuta a creditori occidentali. Solo sette dei 22 paesi africani in difficoltà devono più di un quarto del loro debito pubblico alla Cina.

Una sfida per la pace e per il Giubileo

Purtroppo, sul tema vi è un silenzio assordante, con l’eccezione di papa Francesco.

In occasione dell’apertura del Giubileo 2025, il pontefice ha lanciato l’appello per una «consistente riduzione, se non proprio il totale condono, del debito internazionale, che pesa sul destino di molte nazioni».

In occasione della 58.ima Giornata mondiale della pace, inoltre, ha affermato che “il debito estero è diventato uno strumento di controllo, attraverso il quale alcuni governi e istituzioni finanziarie private dei paesi più ricchi non si fanno scrupolo di sfruttare in modo indiscriminato le risorse umane e naturali dei paesi più poveri, pur di soddisfare le esigenze dei propri mercati”.” I paesi di tradizione cristiana, ha aggiunto, diano l’esempio.

Il dato sui prestiti evidenzia che l’Africa, in particolare le regioni sub sahariane, è la più negletta tra le varie nazioni. Si consideri che nel 2023 il Fmi ha concesso più prestiti al Messico che a tutti i 55 paesi africani messi insieme!

14 gennaio 2025


Gli autori

Mario Lettieri è stato sottosegretario all’Economia; Paolo Raimondi è un economista.

Il testo

L’articolo ci è segnalato da uno degli autori, Paolo Raimondi. Qui si può leggere un estratto, elaborato e titolato da Euganeo.it. Con il titolo “Trump decisivo per l’Africa” l’articolo integrale è pubblicato da ItaliaOggi nel numero di martedì 14 gennaio 2025.

In copertina

Papa Francesco nell’Aula Paolo Vi per la prima Udienza giubilare dell’11 gennaio 2025. Foto: Vatican Media Divisione foto.