Pellegrine insieme: sette parrocchie a Tessara

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Da Cadoneghe, Mejaniga, San Bonaventura,
Saletto, Tavo, Terraglione e Vigodarzere

Il santuario a Santa Maria di Non
è uno dei luoghi giubilari della diocesi di Padova

Il piccolo santuario mariano di Tessara è meta del pellegrinaggio giubilare collettivo delle sette parrocchie dei comuni di Cadoneghe e Vigodarzere.

Venerdì 30 maggio le sette parrocchie di Cadoneghe, Mejaniga, San Bonaventura, Saletto, Tavo, Terraglione e Vigodarzere si ritrovano davanti alla chiesa di Tavo alle ore 20; da qui a piedi raggiungeranno in mezz’ora il santuario mariano di Tessara. La meta è, infatti, a Santa Maria di Non, appena al di là dei confini del territorio di quello che ecclesiasticamente costituiva il vicariato di Vigodarzere.

Questo il percorso seguito dai pellegrini: via Chiesa, via Villabozza (attraversamento della provinciale), via Piovego, la Ciclabile, via Istria (a fianco della chiesa di Santa Maria di Non), via Ca’ Ferri, via Tessara (dall’incrocio con via Ca’ Ferri). È possibile anche il ritrovo diretto al santuario alle ore 20.30 per chi ha difficoltà a percorrere il cammino.

Invitati “speciali”, oltre a tutti i parrocchiani, sono i gruppi della catechesi delle sette parrocchie con le loro famiglie. I ragazzi di quarta discepolato indosseranno la croce che hanno ricevuta in terza.

I peregrinantes in spem (motto del Giubileo) pregheranno con il Rosario durante il cammino. Nel santuario vivranno insieme un rito giubilare davanti alla storica statua della Madonna. Faranno quindi ritorno alle loro case.

In caso di maltempo si svolgerà mercoledì 4 giugno con le stesse modalità.

Il santuario della Beata Vergine di Tessara

Dalla scheda che la Chiesa padovana dedica al santuario giubilare della Beata Vergine di Tessara, sintetizziamo alcune informazioni sulla chiesa.

Non si conosce esattamente la data in cui fu costruita la chiesa, ma si pensa sia la parte rimanente di un convento che esisteva qui già dal XIII secolo e fu distrutto dal tiranno Ezzelino da Romano. Molti gli elementi che fanno pensare a una fondazione benedettina, fra cui l’intitolazione a sant’Egidio, il cui culto fu importato nella diocesi di Padova proprio dai monaci. 

In un luogo paludoso e boschivo, come era Tessara ancora nel Trecento, la chiesa di sant’Egidio e il convento annesso dovevano apparire un confortevole luogo di ospitalità per poveri e ammalati, vecchi, viandanti e pellegrini che transitavano di lì. Il paese, infatti, era luogo di frequente passaggio per la sua felice posizione lungo importanti strade di comunicazione via terra e via acqua, trovandosi a nove miglia da Padova sulla strada che, seguendo il Brenta, portava alla Valsugana.

Dell’esistenza della chiesa, comunque, si ha notizia per la prima volta in un documento del 1288. L’antica costruzione aveva in origine (e la mantenne fino alla metà del secolo scorso) la facciata rivolta verso il fiume, fatto che testimonia la preferenza per la via d’acqua dimostrata dagli antichi frequentatori. 

Anche sull’immagine della Madonna prevalgono i racconti popolari sulle documentazioni storiche.

Si racconta che la Madonna apparve a una bambina malata, mentre questa si stava recando a portare da mangiare al padre che lavorava nelle risaie lungo il Brenta; la Vergine guarì la bimba e ordinò che fosse posta la sua immagine nella chiesetta di sant’Egidio. Così, tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, fu realizzata la statua in terracotta che ancora oggi si venera nella chiesa e che, al di là della leggenda, testimonia la profonda fede popolare nella intercessione della Madre di Dio. A lei, in particolare, si affidano le donne prossime a divenire madri.

La Collaborazione pastorale

l pellegrinaggio della sera di venerdì 30 maggio è anche un modo diverso per la chiusura del mese mariano che ognuna delle sette parrocchie tradizionalmente vive con appuntamenti sia nelle chiese e sia attorno ai capitelli della Madonna per il “fioretto”.

Il cammino giubilare comunitario è anche parte del percorso che porta alla Collaborazione pastorale costituita dalle sette parrocchie di Cadoneghe e Vigodarzere. Una tappa precedente è stata vissuta a marzo dai sette consigli parrocchiali, che insieme hanno approfondito il percorso di sensibilizzazione riguardo ai ministeri battesimali.

Le Collaborazioni pastorali sono uno dei risultati del Sinodo diocesano di Padova e prendono il posto dei vicariati.

La Chiesa padovana presenta così il contenuto di questa fase attuativa del Sinodo.

Cosa si intende per Collaborazioni Pastorali? La proposta vuole salvaguardare l’unicità di ogni singola parrocchia, con la propria storia, ricchezza di scelte e soggetti, e allo stesso tempo promuovere la comunione tra parrocchie vicine. Si tratta di ripensare la presenza cristiana nel territorio con comunità capaci di testimoniare la gioia del Vangelo e non solo di riorganizzare funzionalmente la Diocesi.

Tra le prospettive collegate alla costituzione delle Collaborazioni pastorali, la Chiesa padovana indica “una comprensione e una visione dei fenomeni sociali e territoriali più ampia e profonda, per un’azione pastorale più efficace e missionaria”.

Nel caso specifico la prospettiva è facilitata dalla diversa composizione tra Collaborazione pastorale e vicariato. Oltre alle parrocchie di Cadoneghe, Mejaniga e San Bonaventura (in comune di Cadoneghe) e di Saletto, Tavo, Terraglione e Vigodarzere (in comune di Vigodarzere), nella storica articolazione vicariale c’è anche la parrocchia di Reschigliano (in comune di Campodarsego). La diversa geografia pastorale permette un confronto più omogeneo con altre articolazioni territoriali, ad esempio le amministrazioni comunali e l’amministrazione scolastica.

DIARIO DI COMUNITÀ / VENERDÌ 30 MAGGIO 2025

In copertina

 L’immagine della Beata Vergine nel Santuario mariano di Tessara pubblicata dall’Associazione Collegamento nazionale Santuari.

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