I giovani sanno ancora fare la rivoluzione (e anche vincerla)

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Post di Alessandro Maran

In molti Stati dell’Asia hanno come simbolo
la bandiera dei Pirati di Cappello di Paglia

Stiamo assistendo a una “Primavera asiatica”? In Asia meridionale e sudorientale, il cambiamento è nell’aria.

Di recente, in molti hanno segnalato che giovani manifestanti, dal Nepal alle Filippine, si sono radunati sotto una bandiera pirata raffigurante un cartone animato per protestare contro la corruzione e la mancanza di opportunità economiche.

La nuova bandiera che in Asia è diventata il simbolo del movimento di protesta della generazione Z (un teschio e ossa incrociate con un grande sorriso e un cappello di paglia) proviene dalla serie animate di fine anni ’90 “One Piece”, i cui personaggi principali sono Monkey D. Rufy e i suoi Pirati di Cappello di Paglia, che navigano alla ricerca del tesoro di One Piece.

Sventola dall’Indonesia al Nepal

“In Indonesia, [la bandiera dei Pirati di Cappello di Paglia] era appesa fuori dalle case, su motociclette, auto e camion, in segno di malcontento nei confronti del governo”, scrive Rebecca Ratliffe, corrispondente per il Sud-est asiatico del Guardian (https://www.theguardian.com/…/how-one-piece-manga-flag…).

“In Nepal, è stata drappeggiata sui cancelli dorati del palazzo che ospita il parlamento, mentre i giovani ne rovesciavano il governo. Nelle Filippine, è stata sventolata durante le manifestazioni dai manifestanti furiosi per la asserita corruzione del governo”. Perché, spiega Ratliffe, nella serie animate, i Pirati di Cappello di Paglia spesso “si oppongono a governanti corrotti e repressivi” e il significato della bandiera “ha avuto risonanza in paesi diversi”.

Frattura tra leader anziani e popolazione prevalentemente giovane

Su Le Monde, Carole Dieterich, Sophie Landrin e Brice Pedroletti sottolineano che dal 2022, tre governi dell’Asia meridionale sono caduti a causa delle proteste: in Nepal, Bangladesh e Sri Lanka.

I giornalisti di Le Monde descrivono una tendenza.

“Il Pakistan, nel maggio 2023, e il Myanmar, all’inizio del 2021, avrebbero potuto anch’essi unirsi alla lista di questi movimenti della ‘primavera asiatica’, se i potentissimi eserciti di entrambi i paesi non avessero brutalmente represso le crescenti proteste giovanili. Da un paese all’altro, le stesse rimostranze hanno alimentato le stesse frustrazioni: una profonda frattura tra leader anziani e la popolazione prevalentemente giovane dei loro paesi, corruzione endemica tra le élite, potere monopolizzato da clan o dinastie, intollerabile disuguaglianza sociale e una netta mancanza di prospettive economiche. I governi sono caduti come mele marce” (https://www.lemonde.fr/…/la-generation-z-a-l-assaut-des…).

Venerdì, 3 ottobre 2025

Il testo

La titolazione è della redazione di Euganeo.it.

In copertina

La foto, come il testo, è proposta da Alessandro Maran. Esperto di questioni internazionali, Maran è stato senatore della Repubblica.

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