• Il primo “incontro” di un giovane di oggi
con un politico che parlava da cittadino

• Il Presidente Sergio Mattarella ne ha citato
la nasometria: la “scienza” di cui si serviva •
• Borso del Grappa (Treviso), 28 aprile 2025 •
Egregio senatore Bedin,
ho 24 anni, e non avevo mai sentito parlare di Giovanni Goria. Sto studiando economia, mi interesso di politica, ma il suo nome non era mai emerso nei miei percorsi. Nelle scorse settimane ho visitato Asti per incontrare un collega di studi e qui ho scoperto la Fondazione che porta il suo nome.
Mi fa riflettere sul mio futuro
Mi sono trovato davanti a una frase di Giovanni Goria che mi ha colpito: “Bisogna che tutti comprendano che stiamo vivendo al di sopra delle nostre possibilità”. Mi è stato spiegato che era detta con onestà, senza mezzi termini. Questo mi ha fatto pensare al mio futuro, ai bilanci pubblici, alla responsabilità.
Pur non avendo la possibilità di approfondirne la figura, ne ho ricavato l’immagine di un uomo che non cercava voti facili, ma dava risposte difficili; di un politico che parlava come un cittadino, e che credeva davvero nei giovani.
Luca Vardanega
Commenta Tino Bedin
Non ho potuto conoscere personalmente Giovanni Goria. La sua vita e il suo servizio politico sono stati troncati troppo presto il 21 maggio 1994, appena cinquantenne. Io era da qualche settimana senatore.
Il giovane Luca fa bene ad interessarsi a questa figura: al suo modo di intendere la partecipazione politica; al suo stile di servizio nelle istituzioni. Goria fu parlamentare nazionale ed europeo, ministro e presidente del Consiglio. Ad Asti, la sua città natale, prima era stato a capo del Movimento Giovanile della Democrazia Cristiana e segretario provinciale del partito.
Il ricordo di Sergio Mattarella
Nella Democrazia Cristiana si è formato ed ha lavorato anche il nostro Presidente Sergio Mattarella. Un anno fa, nel trentennale della morte, Mattarella è andato ad Asti a ricordarlo. Del suo discorso propongo al giovane Luca e a tutti lettori un breve passaggio, che aiuta ad entrare nello spirito di Giovanni Goria.
L’espressione “nasometria”, che ironicamente attribuiva come neo-scienza intestata a se stesso, intendeva indicare la acuta e necessaria percezione dei segni dei tempi. Una sensibilità che lo accomunava ad altri leader della formazione politica a cui aveva aderito e in cui si era formato, la Democrazia Cristiana. Una sensibilità che lo portava a considerare come strettamente connessi i temi del risanamento economico e dello sviluppo, cioè di una gestione della finanza pubblica che non mortificasse l’economia; di una progressione della spesa pubblica accompagnata da un sistema fiscale moderno.
Giovanni Goria credeva nella concretezza delle riforme, nel cambiamento possibile: per questo e anche per l’età in cui la vita gli ha concesso di fare politica credeva nella forza del dialogo tra generazioni.
In copertina
Il 19 luglio 1987 Giovanni Goria diventa presidente del Consiglio: è il più giovane politico italiano ad aver coperto quella carica fino ad allora. Guida il primo Governo della X legislatura, assumendo ad interim anche il Ministero per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno. La foto è della Fondazione Giovanni Goria di Asti.